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di Gianni Amodeo.
Corali e intensamente vissuti, i pensieri e i sentimenti di cordoglio per la scomparsa di don Franceschino Tulino repentina e del tutto imprevista; pensieri e sentimenti, testimoniati dalla larga e commossa partecipazione popolare ai funerali ed espressi con manifesti pubblici di associazioni e comitati. Del resto,don Franceschino aveva annunciato ai fedeli nella celebrazione eucaristica di mezzogiorno di domenica scorsa, nella Chiesa di Santo Stefano, che l’indomani si sarebbe dovuto ricoverare – per essere sottoposto ad un lieve intervento chirurgico al “Moscati” di Avellino– ed aveva previsto, rassicurandoli con le fiduciose e calme parole che erano proprie del suo dire, il rientro già giovedì in famiglia a Baiano, per ritrovarsi con la celebrazione eucaristica che avrebbe officiato domani-19 gennaio- nella stessa Chiesa ed ora.
E lunedì, di buon mattino, aveva normalmente raggiunto in piena autonomia alla guida della propria auto il presidio ospedaliero di Contrada Amoretta, per il disbrigo delle pratiche di ricovero e sottoporsi all’intervento fissato. Un intervento, affrontato con quella fiduciosa serenità di volto che ne contrassegnava carattere e temperamento; intervento, nel cui decorso era, però, in agguato il letale ictus che l’ha portato via.
Tra i manifesti di cordoglio verso i familiari e la Chiesa locale si segnalano quelli delle comunità parrocchiali, in cui don Franceschino ha operato, lasciando di sé un significativo retaggio, da quello della comunità della Madonna del Carmine, guidata da don Enrico Tuccillo, nel popoloso e popolare omonimo quartiere di Nola a quella parimenti vasta di Avella, guidata da don Giuseppe Parisi, per finire a quella di Baiano, guidata da don Fiorelmo Cennamo. Il manifesto della comunità della parrocchia di Santo Stefano all’insegna delle istanze e principi, con cui si dispiega e, al contempo, si compendia il valore della gratitudine, ne costituisce la più compiuta rappresentazione per l’incisività espressiva e il cristallino linguaggio.
don Franceschino carissimo: hai creduto nell’Amore di Dio e docilmente ti sei lasciato guidare in una esistenza semplice, ma fatta di esperienze diverse, che hai cercato di rendere tutte significative.
Grazie per la tua sensibilità che ti ha permesso di entrare, discretamente ma con amore vero, nella vita dei fratelli.
Grazie per come hai riscoperto e amato la Chiesa con la luce della spiritualità dell’Opera di Maria.
Grazie per la testimonianza efficace che hai reso nella nostra comunità e per l’entusiasmo con cui hai sostenuto l’ opera missionaria di Suor Pina.
Grazie per il tuo servizio, pronto, costante e soprattutto disinteressato.
Sicuramente continuerai ad essere un dono, ancora più grande, per tutti noi.