NOLA. Conversazione a più voci con la poetessa Enza Silvestrini. Al Masullo-Theti, obiettivo sulle migrazioni

NOLA. Conversazione a più voci con la poetessa Enza Silvestrini. Al Masullo Theti, obiettivo sulle migrazioni

Abbattere i Muri dell’indifferenza e strumenti di potere assoluto sui corpi. Il futuro risiede nelle matrici della storia e nelle interazioni  tra conoscenza, il progresso tecnico-scientifico, la letteratura e la  poesia.

di Luigi Montuori ( 5 C^, Informatica)  

 Nell’Auditorium scolastico Francesco Vecchione dell’I.T.C.S.G.  MasulloTheti  si è svolto l’incontro con  Enza Silvestrini, autrice della raccolta poetica l’assedio. Hanno partecipato all’ evento le classi 4^A a, 4^A Bio, 5^A Sia, 5^CInf., con le rispettive docenti promotrici dell’iniziativa: Susy Barone; Giusy Franzese; Elena Silvestrini. Ha coordinato e moderato la prof.ssa Susy Barone.

La dirigente scolastica, professoressa Elisa De Luca, ha salutato i presenti  e ha sottolineato la forza e l’attualità del tema trattato nell’opera: le migrazioni viste secondo il duplice punto di vista, di chi giunge e di chi accoglie.  Ha inoltre evidenziato come attraverso la lettura del testo i ragazzi abbiano avuto modo di immedesimarsi nella tragedia di chi arriva da contesti di disperazione, che è molto di più di quanto si possa apprendere dai mass-media.

L’empatia che si sviluppa con l’altro attraverso la poesia  è paragonabile solo all’esperienza diretta, come hanno affermato alcune studentesse di 5^ A Sia che, avendo partecipato al progetto Lampedusa porta d’Europa, hanno avuto modo di ascoltare le testimonianze di quanti sono arrivati, stipati  nei barconi, sulle nostre coste alla ricerca di una speranza.

Enza Silvestrini , nel rispondere alle domande sulla genesi del testo, ha spiegato come quest’opera sia nata non da un’esperienza diretta incentrata sui migranti, ma dal continuo ritorno di una stessa parola nei suoi pensieri – assedio che poi è il modo in cui spesso noi occidentali viviamo oggi il fenomeno delle migrazioni.

Molto intense le immagini del testo, che hanno profondamente toccato la sensibilità dell’intero e folto uditorio , in particolare  quella del Sacrificio di Isacco nella lirica in copertina. Ed è decisamente straordinaria e commovente l’immagine poetante che celebra e racconta l’amore delle madri che vestono di rosso i propri figli prima di affidarli al mare, affinché possano essere visibili, in caso di naufragio, nell’azzurro infinito del Mediterraneo, che è legame tra i popoli delle due sponde, ma anche muro, come ha affermato l’autrice. Il rosso dei vestiti dei bambini travolti dalle onde ricorda il sangue degli agnelli  sacrificati sul marmo bianco delle moschee musulmane.

Come i bambini imperatori, destinati già dalla tenera età ad adempiere un compito più grande di loro, anche i piccoli, ammassati con gli adulti sui barconi, sono destinati a scavare la tomba del futuro.

Il viaggio diventa una sospensione, un’attesa tra vita e morte – ha evidenziato la poetessa- e spesso termina in naufragio.

In contrasto con l’ indifferenza generale, nella lirica delenda Carthago si leva il pianto di Scipione , capace ancora di provar pietà per i vinti, metafora di un’ umanità  che resiste in chi è chiamato ad assolvere il  terribile compito che la storia le ha assegnato.

Il Mediterraneo come tomba e come muro ha evocato il ricordo dei tanti Muri della storia dal Muro di Berlino alla Barriera di separazione tra Stati Uniti d’America e Messico, per connettersi ad altri Muri presenti nel mondo, che alimentano odio, dolore e discriminazioni come quello che corre tra i vasti territori d’India e Pakistan, dividendo le zone del  Kashmir controllate dall’ India da quelle del Pakistan, e quello di Belfast nell’ Irlanda del Nord per questioni religiose.

Il Muro non è solo un confine geografico che delimita spazi distinti, ma è anche lo strumento di potere sui corpi, sulle vite di quanti subiscono l’imposizione di stare al di qua o al di là di esso- ha spiegato l’autrice- tutti i Muri della storia nell’impedire l’ingresso a chi è considerato diverso per etnia, colore della pelle, cultura, limita pericolosamente il concetto di democrazia.

Di qui la differenza tra progresso e futuro spesso confusi: il progresso è l’evoluzione tecnologicoscientifica, mentre il futuro nasce dalla coscienza del passato che ci porta a un avvenire diverso da ciò che è stato e si costruisce attraverso la conoscenza.

 La storia e la letteratura sono lo studio dell’umano.

L’autrice al termine ha salutato i partecipanti, autografando i libri su richiesta dei ragazzi, mentre la dirigente scolastica dopo aver ringraziato Enza Silvestrini, ha ribadito i concetti che connotano i valori di progresso e futuro, ricordando a tutti di credere e lavorare per il progresso, ma di non dimenticare la storia, perché senza di essa non esisterebbe un futuro migliore; parole che hanno colpito gli studenti ormai quasi giunti al termine del ciclo di Scuola superiore e chiamati a compiere importanti  scelte di vita.

La professoressa Barone che ha moderato l’incontro, riprendendo alcune affermazioni della scrittrice, ha sottolineato, nelle battute finali, come la lettura dei classici  sia l’unico strumento per riflettere sulle grandi questioni umane del dolore, della morte che ormai la civiltà del consumo e dell’apparire rifiuta e che sono, invece, i punti nodali dell’esistenza umana.


Pagine con vista bifasica e spigolature varie     

L’umanità smarrita nella poesia  di Enza Silvestrini     

… l’assedio al più grande impero della storia: il sovrano consumo  

In uno spazio-tempo fuoriuscito dalla storia, l’assedio racconta il ritorno di un’ umanità smarrita, col suo carico di vita, di illusioni mitiche, grandi e terribili, un’umanità che non trova approdi in una terra soffocata dall’indifferenza immagino vengano dalla nostra terra, ma non so più se la mia è anche la tua, ho perso il ricordo di chi eri/ se sia giusto piangere per te.

 Visto da lontano, dagli occhi di chi migra, il mondo si disfa/ in coriandoli sottili … e la mente non sa più comprendere la formula giusta per la ricomposizione. Bisogna perdersi nel mare quasi un destino ineluttabile che si compie: nel sacrificio dei bambini affidati alle onde senza riva annega il futuro dell’umano.

Considerato da qui/ il mare è una massa spuria … /pezzi di barca e braccia calati / dalle pareti di schermi televisiviIl dramma del naufragio è negli occhi di chi osserva fugace visione che potrebbe di notte disturbare quel che è rimasto della coscienza, placata dalla costruzione di gerarchie esistenziali c’è chi viene prima e c’è chi viene dopo, dall’orgoglio di essere un pallido mattone del più grande impero della storia: l’impero del consumo.

Eppure, l’eco dell’ io trascendentale sfonda il muro della solitudine, dell’assenza da sé, alla ricerca della propria scaturigine umana …

In diario greco, che dà nome alla terza sezione della silloge di Enza Silvestrini, qualcuno tenta il recupero di un io lontano perso nei recessi della storia in cui  fluttuano migliaia di facce di quelli che eravamo, ma ad un passo dall’unione la storia sfugge di nuovo a se stessa risucchiata dal mare, perdendosi in mille scaglie di luce.

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