di Maurizio Barbato
L’alzata della borda costituisce uno dei tasselli principali nel mosaico folclorico della festa. Essa rappresenta la sintesi di un anno di attività e segna, nel contempo, il concreto inizio del cerimoniale.
Una tradizione densa di significato che offre al pubblico uno spettacolo emozionante in cui i balconi dei palazzi storici, ribaltando la propria funzione, diventano il palco in cui si svolge la scena.
Un momento che esprime quanto sia forte ed indissolubile il legame tra architettura della città e quella delle macchine da festa.
Tuttavia oggi la crescente attenzione ai temi della sicurezza e a ciò che potrebbe derivare dal mancato rispetto delle regole (anche in termini economici), allertano non solo gli addetti ai lavori ma anche i proprietari dei palazzi presso i quali avviene la costruzione.
Difatti, le condizioni di precarietà di alcuni immobili e i contesti condominiali aprono a riflessioni sulla individuazione delle responsabilità in caso di incidente.
Il regolamento, all’art. 17, individua le piazze presso le quali eseguire la costruzione. Nessun riferimento è riportato circa il cantiere di costruzione della macchina da festa, l’individuazione dell’edificio o le modalità di intesa con i proprietari, che sono attività demandate all’iniziativa dei costruttori, dei maestri di festa e alla disponibilità dei cittadini.
Tuttavia l’evoluzione dei tempi non lascia più spazio alla spontaneità.
Occorrerà definire il soggetto in capo al quale si pone il compito della individuazione del cantiere, altro argomento che appartiene alla questione, più generale, sul delicato equilibrio tra la funzione del privato e quella dell’istituzione pubblica nella gestione delle fasi della festa.