Quella di cui ci occupiamo oggi è una triste storia, quella di Gina, una ventenne di Nola, che da alcuni mesi è diventata il terrore delle donne che circolano per il Corso e le piazze della città, proprio perchè vengono aggredite senza ragione dalla ventenne. Tante le denunce presentate e gli interventi delle forze dell’ordine chiamati in soccorso dalle malcapitate di turno, ma fino ad oggi nulla è stato fatto per aiutare sia la ragazza che chi all’improvviso si trova a tu per tu con lei. La storia di Gina inizia quando la ragazza era ancora una bambina. E’ la vicenda di una povera bimba di nove anni costretta a subire ripetute violenze sessuali da parte di membri della sua stessa famiglia. Ad avvertire le autorità, sporgendo denuncia, furono i genitori della piccola, che dopo tre mesi di indagini, portarono alla cattura dei responsabili. Fu arrestato dalla polizia il nonno e uno zio della ragazzina, con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Gli abusi, verificatisi nel 2009 (quando la bimba aveva appunto l’età di 9 anni), furono messi in atto nelle occasioni in cui la vittima era ospite dei suddetti parenti. Da allora la vita di questa ragazza è cambiata, un trauma che si porta addosso e che le ha praticamente sconquassato la vita. Sotto cura da medici e psicologi, la ragazza non è mai guarita al punto che nei momenti di crisi diventa aggressiva e pericolosa per l’incolumità altrui. Tanti gli episodi di aggressione denunciati alle autorità dalle donne che hanno avuto la sfortuna di trovarsi di fronte a Gina, donne perchè sono le uniche nei confronti dei quali scatta la sua violenza incontrollabile. L’ultimo episodio ieri, sempre nel centro di Nola, vittima Dorotea, una giovane professionista che stava effettuando una consegna di medicinali presso una farmacia di via Santa Chiara.
Ecco il suo racconto: “Sono circa le 15,30 quando scendo dall’auto, intenta a recarmi al lato passeggero per prendere i farmaci da consegnare. Nel frattempo dalla farmacia, esce una ragazza che mi si avvicina, tengo a precisare ben vestita, truccata e telefono in mano, dicendomi: ‘Mi vuoi aiutare?’ Io rispondo: Come posso aiutarti? Dietro questa mia risposta non ho capito nulla; si è scatenata come una furia afferrandomi per i capelli senza darmi la possibilità di muovermi. Per fortuna esce il dottore dalla farmacia e cerca in qualche modo di liberarmi da questa pazza scatenata. Riuscita a liberarmi, chiamo il 112, che arriva come al solito in netto ritardo, mentre nel frattempo giungono i vigili urbani avvisati da un dipendente della farmacia. Quando tutto sembrava calmarsi, il mio aggressore stacca il bidone in ferro posto dinanzi ad un tabacchi e dal quale prende una bottiglia e me la scaraventa contro. Andata in frantumi la bottiglia ne raccoglie un coccio e mi minaccia di morte. Eppure era la prima volta che io vedevo questa ragazza. È sempre il farmacista a proteggermi, che conosce bene, da quanto ho saputo dopo, la storia di questa squilibrata, la quale prende il bidone e cerca di lanciarlo contro la mia auto parcheggiata dinanzi la farmacia, ma è un altro signore che la ferma. Arrivano i vigili finalmente e dicono che è già nota a loro, ma non possono fare nulla perchè ovunque viene rinchiusa, scappa e dà problemi, per cui preferiscono dimetterla. Dopo poco arrivano anche i Carabinieri che mi chiedono di esporre denuncia. A sentire le forze dell’ordine, domando ad uno di loro: La definite pazza? Ma lei mi stava ammazzando! Il militare mi risponde: Signora se lei avesse reagito ne avrebbe pagato le conseguenze. Questa è la legge italiana: una persona ti sta quasi ammazzando e tu non ti puoi difendere e per lo più non vieni nemmeno tutelata. Oltre a me, altre due ragazze ieri sono state bersaglio di questa pazza, in altri episodi. Dopo che questa ragazza è stato portata in caserma, è ritornata libera di colpire. Chissà chi sarà il prossimo!”
Questo il racconto di Dorotea. Ora tocca a chi di competenza aiutare Gina ma soprattutto cercando di far tornare la tranquillità nelle strade di Nola evitando guai peggiori.