San Camillo de Lellis nacque a Bucchianico, presso Chieti, il 25 maggio 1550. Seguendo le orme del padre, intraprese la carriera militare, ma nel 1575 sperimentò in sé una profonda conversione all’ideale evangelico e si dedicò instancabilmente al servizio dei malati. Ordinato sacerdote nel 1584, fondò la “Compagnia dei Servi degli Infermi”, approvata da Sisto V nel 1586 ed elevata ad Ordine religioso da Gregorio XIV nel 1591 col nome di “Chierici Regolari Ministri degli Infermi” (Camilliani). Morì a Roma il 14 luglio 1614 e fu canonizzato da Benedetto XIV nel 1746.
San Camillo e Nola. Nel mese di agosto del 1600 Nola fu colpita da una terribile epidemia (di peste, o, più probabilmente, di malaria). Tanti furono i morti in città e nelle campagne circostanti. Per prestare soccorso ai contagiati furono inviati dal Vicerè di Napoli sette Ministri degli Infermi. Informato della gravità della situazione, li raggiunse anche San Camillo, che con loro prestò eroicamente soccorso alle vittime. Il vescovo di Nola Fabrizio Gallo, che si trovava a Roma per le celebrazioni dell’Anno Santo, nominò in quella occasione Camillo de Lellis vicario generale della diocesi. Cinque compagni del Santo morirono contagiati: Tommaso Troni, Marco de Marchi, Cesare de Vio, Matteo Laurino, Francescantonio Vitellini. Successivamente il vescovo Troiano Caracciolo del Sole donò ai Ministri degli Infermi la chiesa di San Giovanni Battista dei Fustiganti, accanto alla Cattedrale, ora sede del museo diocesano. I Padri Camilliani presero possesso della chiesa e della casa attigua il 29 giugno 1746, lo stesso giorno della canonizzazione del Fondatore. Rimasero a Nola fino al 1807. San Camillo de Lellis è annoverato tra i Compatroni della città e diocesi di Nola. In Cattedrale esiste una raffigurazione del Santo che assiste gli appestati di Nola (in una delle lunette del transetto). San Camillo è patrono dei malati, degli operatori sanitari e degli ospedali.