Terasia, Monica, Melania seniore, Melania la giovane, Amanda, Paola e i loro profili di esemplarità, quali possibili modelli d’orientamento nell’attualità del Terzo Millennio. Concluso il ciclo di conversazioni–lezione animato da don Giovanni Santaniello ed inserito nel quadro delle attività culturali della Biblioteca diocesana San Paolino.
di Gianni Amodeo
La figura della donna lungo gli itinerari della vita ascetica nella visione e nella pratica quotidiana dei valori del Vangelo. Una rivisitazione della femminilità e dei suoi profili nel contesto storico del IV e V secolo dopo Cristo, per conoscerne e additarne l’esemplarità di fede e religiosità; esemplarità da diffondere e far conoscere non soltanto per l’intensità con cui è stata nei rapporti familiari e d’amicizia, ma anche e soprattutto perché può costituire la matrice di significativi modelli di orientamento esistenziale nella contemporaneità segnata dalla società tecnologica diffusa e del web.
Sono stati- questi- i fili conduttori del ciclo di lezioni-conversazioni promosso e sviluppato nel quadro delle attività culturali della Biblioteca diocesana San Paolino ed animato da don Giovanni Santaniello; ciclo su cui è calato il sipario nella settecentesca Chiesa dei Santi Apostoli, con lo spazio tematico calibrato sull’analisi conoscitiva del rapporto tra Sant’Agostino – nato a Tagaste nell’odierna Algeria, e figura di primario rilievo nella configurazione del patrimonio dottrinario della Chiesa cristiana- e la madre, Santa Monica; spazio dedicato alla riscoperta dell’ideale ascetico. Uno spazio arricchito dalle riflessioni sui Carmi e sulle Lettere di San Paolino di Bordeaux – altra figura centrale nella formazione e costruzione del patrimonio culturale cristiano e compatrono di Nola insieme con San Felice– sulla figura della moglie Terasia. Due coordinate di analisi, quelle tracciate da don Giovanni Santaniello sul rapporto madre-figlio e sull’amore coniugale, con l’ acutezza di riflessioni e la puntualità delle citazioni documentali com’è nel suo stile di storico e storiografo religioso metodico e scrupoloso. E va ricordato che a Santaniello si deve l’opera più imponente e significativa sulla spiritualità e sul pensiero di San Paolino, con rigorosa contestualizzazione storica rispetto alla Chiesa delle origini nella complessa transizione dalla romanità in dissoluzione alla cristianità in evoluzione e catalizzatrice di vita sociale.
E, in parallelo con la lezione di don Giovanni Santaniello, ampi squarci di ricognizione sul valore dell’amicizia -intesa e vissuta come dono- nella vita di San Paolino erano focalizzati e aperti da don Vito Cucca. Una chiave di lettura profonda dell’opera letteraria e del vissuto di San Paolino, per attestare la rilevanza etica e spirituale dell’amicizia, che si declina e pratica come altruismo e dedizione al prossimo senza secondi fini e particolarismi di materiale interesse.
Altri percorsi tematici, che hanno scandito il ciclo di conversazioni-lezione, il carisma della vedova nella Chiesa, cristallizzato nella figura di Melania seniore e la personalità di Rufino di Concordia; l’ascetismo vissuto in Occidente e in Oriente e il significato della vita monastica, attraverso la vicenda di Melania la giovane e Pliniano; il rapporto tra genitori e figli, nel vissuto di Apro e Amanda, e la seduzione della scrittura alla luce dell’interpretazione e dell’esegesi dei testi sacri elaborate da Paola con la guida di Girolamo.
“E’ stata un’utile e proficua operazione di interesse storico e culturale, oltre che sollecitazione verso i valori della fede cristiana – ha dichiarato la professoressa Fortuna Dubbioso– iniziata a dicembre scorso e conclusa nel pieno fervore delle manifestazioni del Giugno nolano per la Festa eterna dedicata a San Paolino. Un’operazione di riscoperta e di attualizzazione di importanti tematiche, grazie all’impegno profuso da don Lino D’ Onofrio, don Salvatore Peluso, don Umberto Guerriero e don Vito Cucca“.