Lunedì 20 maggio per il ciclo “Castelli a Palazzo Gravina”, presso la sala della biblioteca della facoltà di Architettura, primo piano, via Monteoliveto 3 Napoli, si è tenuta una interessante lezione a cura dell’architetto Giuseppe Mollo, che ha riguardato l’ingegnere e trattatista del cinquecento Carlo Theti, di cui il relatore è un attento conoscitore.
Theti è un personaggio ancora poco conosciuto, studiò matematica presso l’Università di Napoli specializzandosi poi in architettura delle fortezze. I suoi studi sulle strutture delle piazzeforti e in materia di ingegneria militare gli valsero la stima dei potentati dell’epoca.
Dopo la relazione tenutasi a Nola (patrocinata dall’ Istituto Superiore Masullo-Theti) e la partecipazione al convegno internazionale di Dresda, la ricerca dell’architetto Giuseppe Mollo, dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e della città, è approdata a Napoli nella sede storica della facoltà di architettura di Palazzo Gravina.
Il suo contributo getta nuova luce sulla figura di Carlo Theti, nato a Nola il 1529 e morto a Padova nel 1589, e arricchisce il dibattito sulle teorie della fortificazione nel Cinquecento. La prima parte di questo lavoro affronta in modo sintetico gli sviluppi della progettazione delle fortificazioni cosiddette “alla moderna” e la conseguente evoluzione del fronte bastionato cui si affianca lo sviluppo tecnico dell’artiglieria. La seconda parte analizza la prima veduta della città di Napoli ritratta dal Theti nel 1560, quindi i manoscritti conservati nella Biblioteca Universitaria di Dresda che pongono particolare attenzione alle città di frontiera ungheresi di Canisia e Yvar, ed i pareri sulla cittadella di Anversa e sulla capitale Vienna.
Il suo contributo getta nuova luce sulla figura di Carlo Theti, nato a Nola il 1529 e morto a Padova nel 1589, e arricchisce il dibattito sulle teorie della fortificazione nel Cinquecento. La prima parte di questo lavoro affronta in modo sintetico gli sviluppi della progettazione delle fortificazioni cosiddette “alla moderna” e la conseguente evoluzione del fronte bastionato cui si affianca lo sviluppo tecnico dell’artiglieria. La seconda parte analizza la prima veduta della città di Napoli ritratta dal Theti nel 1560, quindi i manoscritti conservati nella Biblioteca Universitaria di Dresda che pongono particolare attenzione alle città di frontiera ungheresi di Canisia e Yvar, ed i pareri sulla cittadella di Anversa e sulla capitale Vienna.