di Paolino Buonaguro \Simone Pio Caccavale (IV Classe Sezione A- Specializzazione: Servizi informativi aziendali – Fotoservizio di Mira Bifulco
Il Masullo-Theti incontra la storia, nell’ambito del progetto “Incontro con l’autore” e lo fa dialogando con lo scrittore torinese Carlo Greppi, storico della Shoah, autore di libri di successo come “L’ultimo treno”, “Non restare indietro” e “Uomini in grigio “.
Gli alunni, nelle settimane scorse, si sono cimentati nella lettura del romanzo per ragazzi, edito da Feltrinelli, “Non restare indietro” e venerdì 10 marzo 2017, presso la sala convegni dell’Hotel “I gigli” di Nola, hanno incontrato l’autore per dialogare e riflettere sulle tematiche trattate nel libro.
A coordinare l’incontro la prof.ssa Susy Barone che, in apertura ha ringraziato tutti i presenti e in particolare lo scrittore Carlo Greppi.
Ai ringraziamenti si è unita anche la D.S. del Masullo-Theti prof.ssa Anna Maria Silvestro che ha sottolineato la centralità della memoria nel percorso didattico ed educativo della scuola.
L’incontro è entrato nel vivo con la visione del video realizzato dagli alunni della IV A sia, sotto la guida della prof.ssa Titti Falco, dal titolo “Pionieri della memoria”, che ha raccontato l’esperienza indimenticabile che i ragazzi hanno vissuto attraverso la lettura del libro “Non restare indietro” e attraverso il viaggio della memoria compiuto dalla classe lo scorso anno ad Auschwitz-Birkenau in Polonia.
Al centro dell’incontro le domande che gli alunni hanno posto a Greppi, organizzate dalla prof.ssa Barone per aree tematiche: la Shoah e la sua specificità; il rapporto adulti-giovani e lo scontro generazionale; il viaggio come esperienza di crescita e formazione; il ruolo della memoria; il consenso e il dissenso durante l’età dei totalitarismi; la “zona grigia”.
Si è parlato anche di “DEINA”, l’associazione di cui Carlo Greppi è socio fondatore e che da anni accompagna migliaia di ragazzi italiani nei luoghi della memoria ad Auschwitz e nel resto d’Europa.
Ulteriore spazio è stato riservato alle riflessioni di alcuni ragazzi che hanno partecipato al viaggio della Memoria organizzato dalla nostra scuola a Cracovia nell’Aprile 2016.
Ad ogni domanda Greppi ha risposto facendo continui riferimenti anche alle questioni del nostro tempo: immigrazione, respingimenti, muri, frontiere e nazionalismi.
E’ faticoso opporsi, ma bisogna avere il coraggio di farlo – ha detto lo scrittore – citando anche l’esempio del contadino francese Cédric Herrou che da tempo aiuta a far entrare in Francia gli immigranti in fuga dalla guerra, dalla miseria e dalle persecuzioni. Per il suo gesto di coraggio, Herrou rischia continuamente il carcere, è come se – ha concluso Greppi- al giorno d’oggi si paventasse un nuovo tipo di reato, quello di solidarietà.
L’ultima sezione di domande è stata dedicata al linguaggio semplice ed immediato utilizzato nel testo e alle canzoni citate all’interno.
L’ incontro si è concluso, poi, proprio sulle note di una delle canzoni presenti nel romanzo “You’ll never walk alone”, interpretata nella versione italiana da due alunni della IV B Sia.
Lo scrittore infine ha ringraziato tutti e autografato i vari libri. Senza dubbio l’incontro è stato vissuto dai partecipanti con grande interesse, proprio grazie alla capacità di Greppi di interagire con noi ragazzi e di parlare di temi difficili e spinosi attraverso un linguaggio semplice e diretto.
Ha infine raccomandato a noi alunni di essere sentinelle della memoria e di vigilare su questo nostro presente sempre più fragile e in pericolo.
IL SENSO DELLA “LEZIONE APERTA” DI CARLO GREPPI
di Prof.ssa Anna Maria Silvestro – Dirigente scolastico del “Masullo-Theti”
La memoria del futuro sta nella capacità del presente di trasmetterla , sta nella cura per il passato, nell’eredità accumulatasi nelle biblioteche, archivi, musei, monumenti.
Il futuro non ci porta nulla, siamo noi a costruirlo attraverso l’impegno e l’attenzione. Ma per dare bisogna possedere la conoscenza storica, ricreata poi da noi.
Alla scuola bene comune intergenerazionale, spetta un compito: la formazione della coscienza storica. La consapevolezza storica è senso di identità e appartenenza, senso civico e amore cittadino, disponibilità al confronto, alla conoscenza, alla ricerca.
Ricercare vuol dire studiare , esplorare per cogliere qualcosa di straordinario, di sensazionale, di sentimento di appartenenza per un orizzonte di senso comune. Nella convinzione che la scuola sia luogo di ricerca e di organizzazione dei saperi, l’incontro con la storia e lo studioso viene organizzato proprio per offrire agli alunni la possibilità di esplorare e potenziare la conoscenza, il significato del viaggio culturale, la motivazione ad apprendere stimolando una visione unitaria del sapere attraverso linguaggi diversi, per promuovere competenza, approfondimento, arricchimento attraverso la trasversalità curricolare.
Una scuola, come il nostro Istituto, che pone come suo punto di partenza l’analisi critica e creativa, è una scuola che si preoccupa di storicizzare e contestualizzare i suoi interventi per lo sviluppo coerente del patrimonio umano e culturale di cui deve, soprattutto moralmente, rispondere.
Sono convinta che la scuola deve educare al piacere, al pensar bene, per il benessere delle nuove generazioni e il loro presente.
Spetta alla scuola suscitare il desiderio e la curiosità di scoprire, di conoscere la storia con le tante storie, fino a riflettersi in vissuto personale, incontro tra persone e luogo, in stimoli emotivi perché la conoscenza diventi comprensione fraterna ed affettuosa.
Non si può suscitare l’interesse dei giovani per la storia, la ricerca, la conoscenza senza costruire relazioni tra persone che desiderano incontrarsi.
E’ necessario costruire un ponte di amorevole relazione collettiva ed individuale, civile e istituzionale per avviare la pratica operativa del bene comune, della cultura, della speranza che porta alla costruzione di una comunità che desidera lasciare tracce e segni sulla scena sociale presente e futura.
Attraverso la storia ognuno di noi appartiene ad una comunità. L’appartenenza sociale si realizza appunto mediante la dimensione storica. Uno dei compiti fondamentali della scuola è attingere dalla storia per promuovere la storia universale dell’umanità nel processo educativo.