L’intera città si è stretta per l’ultimo saluto al capitano a Paolo Piero Franzese, il capitano dell’aeronautica morto alcune settimane nel tragico incidente che ha coinvolto due “Tornado” nei celi di Ascoli. La salma è giunta ieri in piazza Duomo intorno alle 17,45. Ad accoglierla amici, parenti, semplici cittadini che hanno voluto condividere il grande dolore della famiglia per una perdita così grande e avvenuta in circostanze così drammatiche.
I funerali si sono svolti in mattinata presso la base militare di Ghedi in provincia di Brescia. Poi il feretro di Franzese è stato trasportato a Nola dove nel pomeriggio di ieri in Cattedrale si è svolta la celebrazione eucaristica officiata da Sua Eccellenza Beniamino Depalma, Vescovo della città.
La morte del giovane militare che nonostante la lontananza era molto legato alla città, ha particolarmente scosso la comunità nolana. Il sindaco Geremia Biancardi attraverso pubblici manifesti ha espresso i sentimenti di vicinanza e di cordoglio alla famiglia, proclamando il lutto cittadino. Le serrande dei negozi sono rimaste abbassate dalle 16,00 alle 18,00.
Ad attendere il feretro del capitano anche il picchetto dell’aeronautica che ha salutato Franzese con gli onori militari. Presente alla cerimonia funebre anche il sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano. Piena, in ogni ordine del posto, la Cattedrale a testimonianza del grande affetto che si è stretto intorno alla famiglia colpita da un così grave lutto.
“Per Paolo Piero nulla è finito, tutto è cominciato”. Così il Vescovo Depalma si è rivolto ai cari del giovane capitano, evidenziando come nella fede e nella parola del vangelo si possa ritrovare la speranza ma anche la chiave di lettura del mistero della morte. “La vita non è quella biologica – ha continuato Depalma – non è la quantità che fa bella la vita, piuttosto la qualità. Ed il capitano Franzese nonostante i suoi 35 anni ha lasciato un grande affetto ed una grande testimonianza della sua esistenza che ha dedicato al bene comune”. Depalma ha poi insistito sull’importanza della fede, un dono che apparteneva allo stesso capitano che ogni domenica si recava con la sua famiglia alla Santa Messa. “Chi crede ha un terzo occhio capace di andare al di là delle apparenze. La fede non ci libera dal dolore ma ci aiuta a guardare in alto”.
Dopo l’eucarestia un militare ha recitato una preghiera che accomuna tutti gli appartenenti all’aeronautica. In conclusione Don Paolino Franzese a nome della famiglia ha ringraziato tutti per la vicinanza e la solidarietà dimostrata. (fonte Nonsolonola)