La nomina le è stata conferita dal plenum del Consiglio superiore della Magistratura. Maria Antonietta Troncone è la nuova guida della Procura della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sede restata vacante dopo il passaggio di Corrado Lembo alla guida della Procura di Salerno. Ed è la prima donna, che, in Campania, assume l’importante e delicata funzione di massima responsabilità nella coordinazione di una Procura. Un importante riconoscimento per la cultura giuridica e le competenze che costituiscono le connotazioni della sua professionalità.
Entrata in Magistratura nel 1979, la dott.ssa Maria Antonietta Troncone ha svolto impegnativi incarichi, prima in qualità di giudice, ha presieduto per lungo tempo il collegio penale in complessi procedimenti contro clan di criminalità organizzata, esercitando anche l’ufficio di pubblico ministero della Procura della Repubblica di Napoli. Ed ha prestato servizio presso sezione dei reati contro la pubblica amministrazione e nella Direzione distrettuale anti-mafia partenopea.
Dal novembre del 2008, Maria Antonietta Troncone ha esercitato le funzioni di Procuratore aggiunto nella Procura della Repubblica di Nola. E’ stata docente di tematiche di Diritto penale nelle Scuole di specializzazione della Seconda Università degli Studi di Napoli, dell’Istituto Suor Orsola Benincasa e dell’Università Federico II di Napoli. Attiva e particolarmente significativa , la sua partecipazione a convegni organizzati dagli Ordini professionali degli avvocati e dei commercialisti, oltre che da Enti e associazioni culturali e di promozione civica, operanti sui territori; partecipazione, segnata dalla trattazione di relazioni puntuali e lineari nel linguaggio, come nell’organicità dei contenuti. E su questo versante degno di rilievo, il proficuo convegno sul rapporto tra “ Giustizia e legalità, a presidio della libertà e della civile convivenza” svoltosi qualche anno fa nel palazzo comunale, a Baiano, a cui intervennero sia la dott.ssa Maria Antonietta Troncone che il vicario vescovile della diocesi di Nola, don Lino D’Onofrio; convegno promosso e organizzato dal circolo “L’Incontro” . Nel curriculum culturale della neo-responsabile della Procura sammaritana, figura la pubblicazione di analitici e approfonditi saggi in materia giuridica.
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Tra le più recenti inchieste, coordinate dalla dott.ssa Maria Antonietta Troncone nell’esercizio dell’ufficio di pubblico ministero della Procura della Repubblica di palazzo Orsini, spicca quella denominata Jordanus, che ha fornito un eloquente spaccato del criminoso e sistematico fenomeno dei “falsi incidenti” automobilistici- particolarmente diffuso e praticato in Campania – con la nota sequenza di truffe consumate ai danni delle compagnie di assicurazioni, i cui riflessi di pesante onerosità finiscono per gravare sugli automobilisti, penalizzati dalla tariffe sempre più alte delle polizze assicurative. Sotto i riflettori dell’inchiesta, il fenomeno specifico così come si è venuto stratificando negli ultimi tempi nella Bassa Irpinia e e nell’area nolana.
L’inchiesta, sviluppata nel 2013, ha coinvolto oltre 400 persone con vari titoli nei carichi di responsabilità, alla luce delle risultanze di prova definite dalla sinergia investigativa, posta in atto dalle Compagnie dei carabinieri e delle “fiamme gialle” di Nola. Il prospetto finale d’inchiesta ha fatto emergere il ruolo di almeno tre organizzazioni, impegnate nella “pratica” criminosa delle truffe, realizzate grazie all’“operatività funzionale” delle filiera costituta da sessantadue medici, dodici avvocati e altre 392 soggetti tra procacciatori di “affari”, testimoni fasulli e tutti gli altri beneficiari del meccanismo fraudolento. E’ lo “scenario”, su cui si colloca il tariffario praticato, per “confezionare” i falsi referti alla base degli “incidenti automobilistici” creati “ con artifici fraudolenti”; tariffario che merita rilevo e considerazione, per inquadrare la portata del fenomeno e dei soggetti che erano partecipi. E così la relazione medica variava dai 5 ai 10 euro, gli esami strumentali dai 30 ai 100 euro, i referti ospedalieri dai 100 ai 150 euro. Sono le “cifre”, che facevano da piattaforma “obbligata” per costruire le “truffe”.