Amata Chiesa di Nola, con cuore sereno e colmo di gratitudine ti rivolgo ancora una volta le mie parole da pastore.
Non ho consegne né eredità, avverto solo l’urgenza interiore di comunicare pubblicamente la bellezza di questi 17 anni di cammino insieme: nella Sua infinita bontà, il Signore ha donato a me, servo inutile, incontri capaci di convertirmi, volti capaci di rendermi più umano, sfide che hanno messo alla prova la mia capacità di affidarmi docilmente e umilmente alla Sua volontà. Come Martino di Tours, che ricordiamo oggi nella liturgia, ho desiderato solo una cosa: dividere il mio mantello con ciascuno di voi, mostrare a tutti il volto di una Chiesa accogliente, misericordiosa e solidale, una Chiesa che non si trincera dietro le norme, che non teme il mondo, ma lo ama. È ciò che abbiamo provato a sognare e disegnare insieme nel Sinodo diocesano, profondo impegno collettivo nel quale sono confluiti le urgenze di stile e di contenuto di questa Chiesa locale.
Il mio primo pensiero va al presbiterio di Nola. Ai sacerdoti che ho trovato al mio ingresso e a coloro sui quali ho invocato lo Spirito per il dono del ministero. Penso a quelli che mi hanno accompagnato per alcuni anni e che continuano ad essere come oranti perenni per questa chiesa, a loro ancora il mio affettuoso ricordo. Confratelli carissimi, voglio dirvi, anche oggi, il pensiero che mi accompagna dal primo giorno: siete un bel clero, innamorato di Gesù, operoso nell’ordinario, preparato, denso di senso ecclesiale, concreto. Vivete questo momento di grazia come opportunità straordinaria per gustare il dono della comunione. Vi porterò tutti nel cuore. Così come porterò nel cuore i giovani che sono ancora in formazione negli anni del seminario, i religiosi, le religiose, i diaconi e i consacrati che instancabilmente servono la nostra terra e le nostre comunità.
Il mio pensiero va ai laici che partecipano corresponsabilmente alla vita della nostra Chiesa. Il vostro protagonismo e la vostra gratuità mi sono stati da pungolo e da stimolo. Lavorare gomito a gomito con voi è stato liberante: il vostro amore per la Chiesa di Nola e per questa terra è esemplare. All’Azione cattolica, alla Caritas, a tutti i movimenti, associazioni, cammini e a tutte le aggregazioni laicali e al personale che collabora con la Curia confido ancora una volta i miei sentimenti di stima e ammirazione per la letizia, la convinzione e lo spirito di sacrificio con cui offrite il vostro servizio. Vi chiedo di far sperimentare al nuovo pastore lo stesso calore umano con il quale avete accompagnato il mio ministero. Vi chiedo di continuare a spendervi sempre più nelle città e per le città, partendo dai più deboli. Fatevi portavoce del mio affettuoso saluto presso ciascuna delle persone che camminano con voi, in particolare i formatori, gli educatori e i volontari. Vi prego inoltre di portare una mia carezza ai poveri delle mense e delle strutture caritative diocesane e parrocchiali.
A tutto il popolo di Dio, agli anziani, ai giovani, alle famiglie, ai genitori in crisi, ai ragazzi, a coloro che ho incontrato nelle parrocchie, nelle scuole e per le strade assicuro la mia incessante preghiera sino all’ultimo giorno che mi sarà dato di vivere. In particolare chiedo ai giovani di questa meravigliosa terra di continuare a credere in se stessi e di affrontare con realismo, determinazione e speranza gli ostacoli che si frappongono ai loro diritti e alle loro aspirazioni. Sarete voi a dire l’ultima parola sul senso della vostra vita! Il Signore vi assista e vi protegga.
Un saluto e un segno di sincera riconoscenza agli amministratori locali di Nola e di tutti i comuni della diocesi, ai rappresentanti del mondo universitario e dell’istruzione, a docenti e maestri, agli imprenditori e ai commercianti, ai lavoratori e ai sindacati, ai volontari e agli operatori del terzo settore, a coloro che animano culturalmente la vita delle città, ai rappresentanti del mondo della giustizia e delle forze dell’ordine. Posso testimoniare di aver trovato attento ascolto alla parola del vescovo e della Chiesa di Nola.
Questa terra non è il Paradiso, certo. Ma del Paradiso ha miriadi di straordinari frammenti. Nell’inferno dei problemi economici e sociali, nell’inferno costruito dalla criminalità organizzata, ho visto con i miei occhi il miracolo di cuori che non si lasciano irretire dal male e accolgono con gioia la vita buona del Vangelo. A voi tutti, frammenti di Paradiso che hanno reso entusiasmante questa avventura, dico semplicemente grazie.
Su di voi invoco la benedizione del Signore, la protezione della Madre Celeste e l’intercessione dei Santi Felice e Paolino, di cui noi tutti siamo coeredi e testimoni.