Il cerchio si chiuderà domani con il ballottaggio, il cui responso configurerà l’assetto della compagine consiliare, a cui i cittadini avranno conferito il mandato fiduciario per l’amministrazione della città per il ciclo amministrativo 2019\2024, dopo un anno di commissariamento prefettizio dell’Ente di piazza Duomo, determinato dall’inciampo consiliare, in cui franò e si esaurì irreversibilmente nel maggio dello scorso anno l’esperienza del Biancardi–bis per la mancata approvazione del bilancio di previsione del 2018. E se l’inciampo fosse stato evitato, permettendo il “tranquillo” approdo alla regolare scadenza quinquennale del ciclo aperto nel 2014, il sindacato esercitato da Geremia Biancardi sarebbe risultato il secondo per durata registratosi nelle vicende politiche e amministrative, dagli anni del dopo-guerra ad oggi, a Nola. E il primato spetta a Salvatore Napolitano, sindaco per 14 anni- dal 1950 al 1964- eletto in rappresentanza della Democrazia cristiana.
Sarebbe stata, in ogni caso, una significativa forma di primato rispetto agli ultimi decenni, fermo restando che la permanenza di Biancardi alla guida dell’amministrazione comunale costituisce un dato di generale risalto, specie se rapportato alle molteplici esperienze di “governi” ballerini, che hanno segnato- e condizionato per tante ombre e poche luci.. fioche- la vita della città fino al 1993, l’anno in cui entrò in vigore la legge dell’elezione diretta del sindaco, a cui è stato conferito il potere di nomina fiduciaria degli assessori per la composizione della Giunta. Un fattore di relativa stabilità, rispetto alle cadenze annuali delle crisi interne al “Palazzo”, con le quali si facevano e … disfacevano le Giunte e i “nuovi” sindaci; crisi che si dispiegarono in pieno nelle loro turbolenze da stillicidio e … fibrillazioni permanenti, con il record di otto cambi di sindaci e … Giunte nel giro degli anni ’80. Un fattore di relativa stabilità e continuità per i pur deboli assetti delle democrazie locali – specie nel Sud- quello della legge del ’ 93, di cui si sono valse nella fattispecie e finora le amministrazioni guidate da Franco Ambrosio, Giuseppe Serpico, Felice Napolitano e Geremia Biancardi appunto.
Il ciclo di amministrazione che si aprirà formalmente lunedì, che prevalga Gaetano Minieri sindaco o Cinzia Trinchese sindaco si prospetta carico di impegni che richiedono competenze mirate e grande spirito di servizio per il presente e per il futuro. Il presente è correlato con il recupero della normalità funzionale di tutte le articolazioni della macchina amministrativa, per la compiuta agibilità dei servizi e l’efficiente organizzazione degli uffici comunali, alla luce della chiarezza degli indirizzi politici che spetta all’amministrazione prospettare, per verificarne l’applicazione e il pieno rispetto. Uno scenario,in cui si collocano le politiche di programmazione e gestione della spesa pubblica da coordinare alla normalità delle politiche delle entrate sul versante dei tributi locali. E sotto questo aspetto le ricognizioni compiute dalla commissione prefettizia sullo stato di salute economica e finanziaria dell’Ente di piazza Duomo consegnano dati tutt’altro che rassicuranti, la cui genesi viene da lontano, configurando il pre–dissesto di oltre 34 milioni con lo specifico piano di rientro di durata decennale; piano commissariale, sulla cui osservanza sarà chiamato a pronunciarsi la neo-amministrazione, potendo anche prevederne non solo la riduzione della durata decennale programmata, ma anche il ridimensionamento con l’oculatezza e il rigore gestionale.
E se il presente, nell’essenzialità, è riconducibile al ripristino dell’operatività piena della macchina burocratica e amministrativa al servizio della città, il futuro si rapporta al ruolo che la Città e la galassia della conurbazione intercomunale, di cui costituisce il fulcro, sono chiamate a svolgere nell’assetto della Città metropolitana di Napoli. E’ la visione da conferire al territorio con la coerente pianificazione urbanistica, che richiede studio, impegno e scelte coerenti, per restare al passo con i tempi e con gli obiettivi che vengono prospettandosi con le linee guida del Piano strategico territoriale della Città metropolitana di Napoli. Una prospettiva, per la quale Nola e la conurbazione intercomunale di riferimento non possono che strutturarsi in dimensione europea, di cui l’Interporto costituisce l’ancoraggio certo e solido.