Il giornalista ha presentato il saggio-inchiesta su “Terra dei fuochi” e sul civico coraggio del poliziotto Roberto Mancini. Di grande effetto il docu-film realizzato da Francesco Lombardi e Leandro Occhipinti studenti del presidio di via De Sena sull’ecomafia campana.
di Lorenzo Valente (Quarta classe \ Sezione B\Specializzazione in Servizi informativi aziendali)
Fotoservizio di Mira Bifulco
Proficuo e stimolante per gli interessi suscitati sul piano della riflessione civica, l’incontro, svoltosi nell’Auditorium dell’Istituto Masullo-Theti, con il giornalista e scrittore Nello Trocchia, autore di “Io, morto per dovere” da cui è stata tratta la fiction Rai con protagonista Giuseppe Fiorello. Quattro le classi presenti: IV Ainf, IV At, IV Bsia e IV Cafm accompagnate rispettivamente dalle docenti De Sgtefano, Rega, Napolitano e Meo. A coordinare l’incontro la prof.ssa Susy Barone.
Il dibattito si è aperto con un discorso di benvenuto della. prof.ssa Anna Maria Silvestro, dirigente del presidio di via Mario De Sena;un intervento,nel qualee ha sottolineato l’utilità di tali iniziative finalizzate anche alla formazione di una cittadinanza attiva e consapevole.
A seguire la visione di un originale e toccante filmato sulla “Terra dei fuochi” realizzato da Francesco Lombardi e Leandro Occhipinti, alunni di IV Bsia, costituito, come ha spiegato la prof.ssa Barone, da due momenti: una prima parte formata da interviste a Mancini, atte ad evidenziare la sottovalutazione delle indagini da parte delle istituzioni, e corredata da immagini relative allo scempio attuato nella nostra terra; una seconda, costituita da immagini relative alle tante nostre bellezze naturali, nonché all’attenzione al problema manifestata, per esempio, con il rivestimento del Giglio del Panettiere 2014, a firma dell’artista Mimmo Paladino, ispirato appunto dalla tragedia sociale e umana di “Terra dei fuochi”.
Sono poi seguite le domande all’autore proposte dagli alunni delle diverse classi, organizzate come sempre per tematiche, correlate al testo sotto i riflettori.
Nel libro “Io, morto per dovere” , è raccontata la vita di Roberto Mancini e il suo importante operato sul fronte della giustizia. Mancini, infatti, è stato il primo ad indagare sull’ecomafia, capendo che per le industrie del Nord smaltire le scorie tossiche, chimiche e nucleari in discariche legali richiedeva il pagamento di ingenti somme di denaro che si potevano notevolmente ridurre con la “collaborazione” della malavita organizzata e di politici corrotti, che hanno “venduto” le nostre terre, causando lo scempio e la tragedia che, ormai, sono sotto gli occhi di tutti. Significativa, in tal caso, la frase del pentito Nunzio Perrella: “La monnezza è oro e la politica è una monnezza”.
Mancini “poliziotto comunista”, come veniva appellato, non accettava di essere chiamato eroe, in quanto – ha spiegato Trocchia– a tale termine si attribuiscono ‘poteri speciali’, che alimentano nella così detta gente normale l’alibi per non assumersi responsabilità di alcun tipo, delegando agli “eroi” il dovere di salvare la società. Lui sottolineava di svolgere semplicemente il proprio lavoro in modo corretto, tenace e determinato. Questo atteggiamento lo ha accompagnato fino agli ultimi giorni della sua vita quando, costretto a stare in un letto d’ospedale a causa del linfoma Hodgkin, contratto dopo le sue numerose indagini effettuate nei territori contaminati, si tormentava all’idea di non aver fatto abbastanza per la sua gente e per la sua terra.
Nello Trocchia, inoltre, ha spiegato di aver dedicato questo libro a due figure importanti che hanno interpretato al meglio i propri ruoli, ovvero Michele Liguori, vigile urbano di Acerra, e Antonio Riccardelli, finanziere originario di Formia che ha compiuto indagini sul clan dei Casalesi, persone che hanno contribuito alla sua “crescita”, definite “rivoluzionarie” nella loro normalità, visto che, come già Mancini, si sono “limitate” a fare il proprio dovere
Questo l’importante messaggio che Trocchia ci ha lasciato, invitandoci ad essere cittadini attivi, a non subire in modo passivo le decisioni e le false promesse di coloro che assicurano una rinascita e un rinnovamento del Paese senza poi riuscire a mettere in atto i loro propositi. Essere cittadini vuol dire anche informarsi e partecipare al destino della propria città dando ascolto alla propria coscienza e al proprio senso di responsabilità e di giustizia. Queste le motivazioni che, durante l’incontro, hanno visto Nello Trocchia insignito del premio “Candelaio” 2016 a cura del circolo “Passpartout” di Nola, alla presenza di Rosa Barone ed Autilia Napolitano.
L’incontro si è poi concluso con la performance musicale di Cristina Russo di IV Bsia che si è esibita sulle note di “Terra mia” di Pino Daniele, a sottolineare l’amore per una terra che tutti noi auspichiamo possa ritornare ad essere di nuovo definita “Terra del sole”, non più “Terra dei fuochi”.