di Gianni Amodeo
E’ d’accogliente ariosità e funzionalità logistica nella distribuzione dei locali, la nuova Sala espositiva che amplia il ventaglio delle valenze d’attrazione del Museo storico–archeologico di via Senatore Cocozza, potenziandone la rete dei percorsi che forniscono ai visitatori ricchezza e varietà di conoscenze e informazioni attraverso un vasto patrimonio di reperti archeologici – di cui sono il simbolo compiuto le riproduzioni delle capanne del Villaggio dell’età dell’Antico bronzo di Croce di Papa- che raccontano le millenarie vicende del territorio di cui la città costituisce il cardine e il fulcro. E per l’inaugurazione della Sala, evento di qualità con OfficinArs, importante e significativo progetto-rassegna messo a punto e organizzato dall’omonima Associazione di promozione sociale, con sede operativa in via Mantegnani Marelli nella magnifica ed appena restaurata Scuola dedicata un tempo alle fanciulle di disagiata condizione sociale ed economica, a Reggio Emilia; progetto-rassegna che ha coinvolto ottanta artisti impegnati nella sperimentazione dei linguaggi innovativi dell’arte contemporanea.
Di sicuro interesse e valore la risposta all’iniziativa di OfficinArs con prospetto di opere informali che disegnano e testimoniano temi e inquietudini, ma anche aspirazioni e speranze dei nostri giorni. Una gamma di proposte, i cui contenuti espressivi sono stati vagliati e filtrati dalla selezione affidata alla commissione di valutazione presieduta da Giannantonio Castelli, con il riconoscimento premiale a cinque artisti e artiste di grande talento e versatilità creativa per l’originale utilizzo dei materiali di composizione, quali sono Alketa Delisha, Pietro Dente, Jessica Ferro, Giuseppe Graziosi, Eryon Nazeraj. E le loro opere si possono ammirare, alla luce della chiave esplicativa della curatrice dell’allestimento, l’architetto Mara D’Onofrio, nella nuova Sala espositiva del complesso museale, diretto con passione e cura dall’architetto Giacomo Franzese, a cui va dato atto dell’impegno che viene profondendo con metodica costanza e programmazione strutturata per la ri-vitalizzazione del complesso museale, con l’apertura al mondo della scuola del territorio e ad un’intensa serie di iniziative mirate sulla riscoperta e sulla conoscenza del Bello e dell’Arte che interpellano la Quotidianità del Mondo. E le risposte con il trend di crescita della presenza dei visitatori, è un segnale eloquente dell’azione in corso..
Sotto questo aspetto OfficinArs per la raffinatezza degli elementi in rassegna corre … in parallelo con la prestigiosa rassegna artistica di valenza nazionale che ha suscitato larghi consensi e straordinario afflusso di visitatori nell’ambito delle manifestazioni dello scorso Giugno nolano e incentrata sul tema “La Memoria del tempo”, con le opere di Fiormario Cilvini e Livio Marino Atellano a far da richiamo particolare; il primo, con le realistiche e stupefacenti installazioni, pendenti dalla soffitta dell’ampio Auditorium della complesso museale, costituite da fragili barche, fitte trame di reti e barconi sommersi e affondati con il loro carico umano, plastica rappresentazione dei migranti in dura lotta con l’infido mare e le sue travolgenti onde inseguendo il sogno di una vita degna d’essere vissuta, il secondo con la plastica totalizzante e totalitaria gabbia che intrappola tutti nel piatto anonimato del “pensiero unico e conformista”. Ispirato e nutrito dal dio-denaro, da voraci egoismi e perfidi particolarismi. E dal culto dell’ipocrisia.
Scelte degne di rilievo, quelle de “La Memoria del tempo” e di OffinArs, che segnalano come la città e l’opinione pubblica del territorio non siano affatto avulse ed estranee ad iniziative di alto profilo; scelte da incrementare e che concorrono a formare l’idea-motrice del ruolo che può assolvere il Museo storico–archeologico quale catalizzatore e fattore di animazione culturale per il territorio, oltre che attrattore turistico. Due coordinate, su cui si sono “incontrati” gli interventi che hanno fatto da prologo- coordinato con spigliatezza da Mara D’Onofrio– all’apertura di OfficinArs che il pubblico potrà visitare fino all’8 gennaio prossimo. Consonanze espresse dal sindaco Geremia Biancardi, dal dottor Mario Cesarano, della Soprintendenza, dall’assessora ai beni e alle attività culturali, l’architetto Cinzia Trinchese, dall’on.le Paolo Russo e dalla dott.ssa Maria Teresa Crispo. E l’impronta forte era data dalle ben promettenti e lucide riflessioni della dottoressa Antonella D’Ascoli,responsabile della Soprintendenza, nel tracciare la dimensione di fulcro di vita culturale a servizio del territorio che è destinato ad assumere e ad esercitare sempre di più il Museo nolano, segnatamente nel 2018 proclamato Anno del patrimonio dei beni culturali e monumentali. Un straordinario appuntamento, per il quale la città ospiterà manifestazioni estetiche e d’arte di elevata caratura attrattiva.
Tutto ciò avviene anche e soprattutto nel segno dell’asse Nola–Reggio Emilia. Con la singolarità, per la quale mette conto rilevare che gli artefici e promotori dell’Aps OfficinArs correlata con Villa Sistemi Reggiana sono giovani professionisti del territorio nostrano, che in terra emiliana hanno avuto- ed hanno- importanti opportunità di lavoro. E di impegno civico.