Promosso dall’Associazione culturale L’Opinione, di recente costituzione, pubblico convegno nella Sala dei Medaglioni del palazzo vescovile sui percorsi praticabili, per rapportare la Festa dei Gigli, patrimonio della cultura immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco, alla potenziale rivitalizzazione sociale del centro antico della città nolana.
Il professore Franco Manganelli, l’avvocato Raffaele Soprano, presidente della Fondazione dei Gigli, il dottor Giuseppe Sirignano, politologo, con la coordinazione di don Franco Iannone, direttore dell’istituto superiore di Scienze religiose “Duns Scoto”, hanno animato il Focus.
di Gianni Amodeo
Amministrare la città è certamente un impegno di primaria rilevanza, ma pensare la città, averne una visione d’insieme per il presente e, più ancora, di prospettiva per il futuro, è di pari e fondamentale importanza. E come quello della Festa, con tutte le fasi e i ritmi che la connotano, per imboccare la corsia dell’allestimento dei Gigli fino al momento clou della spettacolare e mirabolante Ballata, è un gran cantiere di animazione per l’intero arco di giugno in tutti i quartieri, così è pensabile che la città viva e sviluppi la stessa animazione virtuosa di relazioni per l’intero anno. Una traiettoria d’intenti tracciata in via teorica, da riempire di contenuti e iniziative congrue per una programmazione strutturata.
E’ il senso delle riflessioni, con cui don Franco Iannone, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Duns Scoto”, ha introdotto nella Sala dei Medaglioni del palazzo vescovile, l’analisi della tematica “A partire dalla Festa” nel convegno promosso ed organizzato dall’associazione L’Opinione, da poco costituita e che restituisce alla memoria la testimonianza del ruolo di pungolo civico svolto dall’omonimo periodico, alcuni decenni fa, per dare impulso al discorso pubblico sul territorio e per il territorio. Un’introduzione, quella formulata da don Franco Iannone, per elaborare e delineare la mappa dei percorsi praticabili, funzionali al progetto di sviluppo sociale alla città in generale e, più in specifico, al rilancio del suo centro antico che da tempo ha perduto capacità attrattiva, come evidenzia l’attuale “stato” dello stesso corso Tommaso Vitale che ha smarrito l’operosa vivacità che ne costituiva il tratto caratterizzante. E’ la perdita secca di funzione, per il centro antico, che si è venuta accentuando dagli iniziali anni 2000 ad oggi, con la progressiva chiusura di rinomati esercizi per attività produttive, artigianali e commerciali; un pedaggio di grande peso negativo determinato “anche” dalle generali condizioni dell’avversa congiuntura economica, i cui riflessi di non poco conto si sono riversati, da circa dieci anni ormai, a cascata nello stesso sistema del terziario che fa capo a Vulcano buono e al Cis.
Sono – quelli accennati- gli elementi che configurano il complessivo deficit di ruolo, un tempo correlato ad un’intensa vitalità sociale ed economica, a cui fa da relativa e recente compensazione, proprio nel centro antico, la presenza diffusa di locali di ritrovo e di somministrazione del food variamente assortito che nelle ore serali e notturne catalizzano per lo più i giovani. Una condizione tutt’altro che positiva ed esaltante per una città media di sicura importanza strategica nelle infrastrutture di comunicazione al centro della Campania, qual è Nola, per non dire delle eccellenze imprenditoriali dell’Asi nella piana di Boscofangone.
PENSARE LA CITTA’ ATTRAVERSO LA SCENOGRAFICA MAGIA DEI GIGLI Ed ecco il significato del “Pensare la città”, auspicato da don Iannone, con l’obiettivo puntato sulla possibilità di ravvivarla e di rivitalizzarne le funzioni, soprattutto nell’area del centro antico. Un obiettivo, che ha già la sua bussola d’orientamento programmata dalle opportunità veicolate dal Sigillo blu, con cui l’Unesco simbolicamente ha posto sotto la propria tutela la Festa dei Gigli quale componente del vasto e incommensurabile patrimonio immateriale dell’umanità. Una riflessione aperta, promossa dall’associazione L’Opinione che, tuttavia, non ha una spiccata valenza di novità. Di fatto, nel dibattito pubblico che nel corso degli anni, anzi dei decenni si è sviluppato in città, coinvolgendo associazioni, gruppi di volontariato e di impegno socio-culturale, è stata costante la tematica della ricerca di un’idea forte, in grado di saldare Nola e la “sua” Festa in una correlazione che fosse d’impulso a ricadute socio-economiche e di sicura attrattiva turistica.
La stessa ipotesi progettuale – formulata oltre dieci anni fa- della “Via dei Gigli”, per la promozione e valorizzazione dei territori, secondo gli obiettivi della programmazione comunitaria europea, si colloca nel dibattito restato, però, senza sbocchi ed esiti di concrete realizzazioni. Una girandola di bei discorsi e di nobili auspici cristallizzati nelle parole: girandola, che, tuttavia, non dovrebbe far registrare…ulteriori repliche, dal momento che c’è il punto fermo di novità e affidabile ancoraggio costituito proprio dal riconoscimento dell’Unesco conferito il 4 dicembre del 2013 alla Festa eterna; riconoscimento, che è ben più di una…normale carta di credito di stretta caratura economica, comprendendo ben altri valori, in cui si specchia una storia millenaria, intessuta dai costumi e dalle tradizioni della comunità. E’ il punto di partenza da cui partire per restituire slancio e impulso alla città e al suo centro antico.
E sull’ipotetico itinerario del “che fare” , fissava alcune interessanti coordinate il professore Franco Manganelli, antropologo e cultore della Festa eterna, a cui ha dedicato importanti studi e saggi, soffermandosi sulla lettura-interpretazione dell’evento; e se il profilo interno- ha affermato- offre all’osservatore la priorità del momento celebrativo di San Paolino come omaggio gioioso, da cui si diramano l’entusiasmo collettivo e la voglia di protagonismo, il profilo esterno evidenzia l’importanza della Festa intesa come patrimonio culturale in sé, verso la quale si manifestano, però, tendenze ad intervenire per trasformarla in “prezioso oggetto culturale”, mentre ne va tutelata in pieno la matrice identitaria, che rispecchia la storia della città e del territorio. Altra riflessione era riservata da Manganelli al senso della Festa vissuta quale episodico momento di pace, da tradurre nella “ferialita’ della pace”, intesa come pratica quotidiana dei valori della civile e armonica convivenza sociale.
Era il passaggio, in cui Manganelli sottolineava la “forza educativa” della Festa sul piano della coralità della partecipazione. Altro motivo di particolare riflessione era riservato da Manganelli all’evoluzione dell’allestimento architettonico e scenografico dalle Macchine della Festa nel corso dei secoli, passando dai “cerei” sempre più grandi e in auge fino al ‘600 alla commistione tra “cilii e mai” con rivestimenti di garofani, fino ai “Gigli” dell’attuale versione “praticata” dall’ 800 in poi, resa pregiata e di raffinata eleganza con i delicati panneggi di cartapesta e i multiformi apparati scenici che li rendono attrattivi per la puntuale coerenza con i “temi” dei Gigli che cambiano di anno in anno, ispirandosi alle problematiche sociali d’attualità. Veri capolavori di creatività artistica e artigianale. E di prevalente linguaggio-pop.
Per l’avvocato Raffaele Soprano, presidente della Fondazione dei Gigli, non c’è alcun dubbio sulla straordinaria portata del riconoscimento-Unesco, di cui si fregiano la città e la Festa eterna. Un fattore, che può risultare decisivo per la specificità del centro antico della città, rendendolo location di manifestazioni culturali e d’arte varia per l’intero anno. Una programmazione di grande richiamo, di cui la Festa eterna costituisca l’alfa e l’omega. E con la rivitalizzazione del centro antico, l’intera città, che ha conservato quasi integro l’impianto urbanistico dell’età rinascimentale, coincisa con i fasti della Contea degli Orsini– concludeva- ne beneficerà sul piano del rilancio generale. Una prospettiva focalizzata dalle riflessioni del dottor Giuseppe Sirignano, che sviluppava il suo intervento sull’importanza sociale e culturale del patrimonio dei beni immateriali sotto la tutela dell’Unesco. Una possibilità, su cui la città, le sue istituzioni e tutti i suoi ceti sociali devono rapportarsi con fattivo impegno, per dare compiutezza di senso a quella “nolanità” identitaria intessuta dei costumi dell’amicizia e della solidarietà; nolanità, che di passaggio Manganelli aveva richiamato, quale specchio riflettente dei valori ideali della Festa eterna.