di Antonio Fusco
Il 12 di settembre del 1964 la chiesa “vecchia” intitolata a Maria SS. della Stella, che era di competenza gestionale di un’antica Arcicongrega esistente fin dal ‘700, [1] fu elevata a parrocchia con decreto di Mons. Adolfo Binni, per la necessità di venire incontro alle esigenze di fede degli abitanti di una estesa zona della città di Nola, i quali erano costretti a seguire le sacre funzioni in Cattedrale o nella chiesa del Collegio. Nel decreto vescovile suddetto, i confini della nuova istituzione parrocchiale sono così riportati: “Partendo dalla strada provinciale Nola – S. Paolo Belsito, la nuova Parrocchia comprenderà: Via Montetto delle Croci lato destro; Via Senatore Cocozza o Madonna delle Grazie, lato destro fino alla chiesa della Madonna delle Grazie; Via Vecchia per S. Paolo Belsito, a sinistra di detta chiesa, sempre lato destro ed in linea d’aria fino al mulino Barbato; Via Cimitero lato sinistro fino alla strada campestre che rasenta il campo di posteggio del Cimitero; tutto il territorio compreso sulle mura di cinta dell’antico Campo Stella, attuale O.R.M.E.C. [2], fino al Mulino Barbato. [3] Tutta la strada Via Nola –S. Paolo Belsito, dall’angolo Via Montetto delle Croci e Via Cimitero, fino al Cinema e al Mulino Barbato esclusi”.
L’appena istituita parrocchia fu affidata a Don Michele Lombardi, che la guidò dal 12/9/1964 al 10/10/1977 e provvide a rendere più funzionali tutti i locali del vecchio complesso ecclesiale per conformarli alle nuove esigenze, e, tra l’altro, fece pavimentare e intonacare la cripta cemeteriale allo scopo di ricavarne un ampio locale a beneficio dei gruppi operanti. Le ossa degli inumati furono raccolte e sistemate pietosamente in un loculo comune che fu ricavato in un muro del pianerottolo che separa le due rampe di accesso alla cripta
Alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso l’iniziale sede cominciò a risultare troppo limitata per la numerosa comunità di fedeli ed inadeguata allo svolgimento degli impegni pastorali; premeva, quindi, l’urgenza di una struttura più capace e funzionale. Il progetto dell’articolato impianto in cemento armato fu ideato dall’architetto Temistocle Astone.
Il nuovo edificio fu edificato su un terreno appartenente al Seminario Vescovile. Il lotto di terra, su cui dovevano sorgere le fabbriche parrocchiali non aveva un accesso diretto e perciò tutti i proprietari confinanti concessero spontaneamente la servitù dgi passaggio convalidandola con atto notarile. Secondo una “vox populi” non documentabile, il colono che occupava la terra si rifiutava di lasciarla, arrivando a minacciare un delegato che era andato sul posto per cercare di dirimere la questione. La faccenda successivamente si risolse in modo pacifico.
La cerimonia della prima pietra si tenne il 3 di maggio dell’anno 1970, con la partecipazione del vescovo Adolfo Binni e del parroco Don Michele Lombardi; ne furono testimoni laici i coniugi Iorio Giovanni (*3/11/1947) e Napolitano Maria Raffaella (*23/4/1947), i quali furono scelti in quanto erano stati gli ultimi a contrarre il matrimonio nella parrocchia (19/4/1970). Dopo più di tre anni di lavori, l’ 8 di settembre del 1973 ebbe luogo la solenne inaugurazione presieduta dal vescovo del tempo, Mons. Guerino Grimaldi e dal parroco Don Michele Lombardi, previa autorizzazione delle autorità sanitarie, indispensabile a causa dell’epidemia di colera diffusasi in Campania in quel periodo.
L’11/10/1977 a dirigere la parrocchia fu nominato don Giovanni Rinaldi, poi vescovo di Acerra, che la tenne fino al 31/1/1983. Durante il suo mandato fu completato il presbiterio con opere prodotte dalla “Domus Dei” (mensa, pulpito, tabernacolo), furono inseriti i pannelli della “Via Crucis” e sistemata una statua della Madonna sul fastigio della facciata.
Dal 1/2/1983 al 11/7/1991 la carica di parroco fu rivestita da don Pasquale Capasso. In questi anni, in seguito alla revisione dei territori parrocchiali del 28/6/1986, effettuata al tempo di Mons. Giuseppe Costanzo, fu aggregato alla “Stella” un segmento di Via A. Boccio e il territorio della parrocchia della SS. Trinità di Cicala, che comprendeva le colline cicalesi con il convento dei Frati Cappuccini e quello di S. Angelo in Palco dei Frati Minori.
Dal 12/7/1991 al 30/9/2000 la comunità fu curata da Mons. Sebastiano Bonavolontà, che affiancò alle numerose attività parrocchiali e diocesane, molteplici e valide iniziative culturali, attingendo alla tradizione nazionale e locale; tra l’altro, sollecitato dai fedeli, soprattutto giovani, ripristinò la festa di S. Antonio Abate con l’antica benedizione degli animali, e si fece promotore di concerti di musica sacra condotti da cori, orchestre ed artisti di spessore.
L’1/10/2000 i fedeli furono affidati al timone spirituale e sociale, di don Erasmo Napolitano, che guidò la vitalità religiosa ed operativa della parrocchia; egli, oltre ad aver intensificato i momenti di catechesi e di preghiera comunitaria, promosse ulteriormente l’assistenza sociale, fece rifare il pavimento della navata e ne sistemò i locali ai lati del presbiterio con porte vetrate (cappellina, spazio per l’organo e per i coristi).
Dal 28 settembre 2003 ne fu parroco don Mariano Amato. Grazie al suo contributo e a quello dei fedeli gli fu possibile attuare rilevanti interventi strutturali sulla fabbriche della Chiesa nuova, affidati all’architetto Carla Zito. Fu restaurato il pronao cambiandone le linee estetiche e fu ricostruito in muratura il campanile, precedentemente composto da una struttura a giorno di ferro. Don Mariano non mancò di migliorare anche l’aspetto artistico del complesso ecclesiale inserendo nelle dodici finestre della navata e in quella sulla facciata sopra il pronao artistiche vetrate riferite alle vicende del Vangelo e all’iperdulia mariana. Si deve anche alla sua azione, la realizzazione del campo sportivo.
Dal 27 / 09 / 2017 la cura della parrocchia è stata affidata a don Filippo Centrella che attua iniziative pastorali miranti a sensibilizzare i giovani a partecipare alle attività comunitarie della parrocchia. Di recente è intervenuto nella modifica della zona absidale: ne ha ampliato l’area con l’eliminazione di un basso segmento murario di fondo che ne impediva alquanto l’agibilità, ha posizionato nuovi sedili funzionali ed ha spostato in posizione centrale il tabernacolo che prima era posto lateralmente.[4]
[1] L’Arcicongrega comprò ed intitolò a Maria SS. della Stella l’antica cappella dedicata alla Madonna della Provvidenza ubicata a metà strada tra Nola e S. Paolo Belsito e di proprietà della famiglia Visciano.
[2] L’O.R.M.E.C. era la sigla delle “Officine di riparazione dei mezzi corazzati”, divenuta STA.VE.CO. (Stabilimento veicoli da combattimento) e successivamente PO.MA.PES. ( Polo mantenimento pesante Sud).
[3] Antico mulino con pastificio ubicato lungo la provinciale, sul lato destro, poco prima di arrivare a S. Paolo Belsito e non più produttivo dalla seconda guerra mondiale, Ne restavano le alte e pericolanti strutture murarie di tufo che furono demolite nel 2018..
[4] I testi relativi all’Arcicongrega, alla storia delle due chiese parrocchiali, nonché alla successione dei parroci sono state tratte da:.”Antonio Fusco: “L’Arcicongrega nolana di Maria SS. della Stella e le due chiesa dell’omonima parrocchia”, Arti Grafiche G. Scala, luglio 2003.