Intenso ed approfondito il confronto della comunità studentesca con l’ex-ministro di Giustizia e presidente della Corte costituzionale. Riflettori puntati sulle problematiche sociali contemporanee. Nota forte la “Lettera allo Stato”, che racconta con schietta e semplice incisività le incertezze e le preoccupazioni delle nuove generazioni per il futuro.
di Gianni Amodeo
Percorsi aperti per la conoscenza dei valori e delle idealità di giustizia e libertà che connotano e pervadono la Carta costituzionale, matrice fondante dello Stato democratico e repubblicano, nato dalle devastazioni e della seconda guerra mondiale e dalla caduta del regime fascista ; percorsi in atto nel quadro delle iniziative di ricerca e analisi culturale nei Laboratori formativi dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri “Masullo-Theti”, diretto dalla professoressa Annamaria Silvestro. Un interessante e qualificato progetto di ampio ed articolato respiro, con la rivisitazione di aspetti fondamentali sia della storia civile italiana, sia dei diritti e dei doveri di cittadinanza attiva, della dignità della persona umana, della legislazione e della funzione parlamentare rappresentativa della sovranità del popolo, delle dinamiche dell’economia “mista” che coniuga il pubblico e il privato,del ruolo dei partiti e dei sindacati, dell’etica civile e della morale pubblica che formano la trama concettuale della Carta costituzionale regolatrice della sociale convivenza, cui presiedono le Istituzioni repubblicane.
Ed il primo bilancio del cammino intrapreso, è stato segnato dall’incontro che la comunità studentesca dell’ Istituto di via Mario De Sena ha avuto con una personalità di alto profilo culturale e di grande caratura civile, qual è Giovanni Maria Flick, magistrato, ministro della Giustizia nel primo governo-Prodi, ministro della Giustizia del Primo Governo Prodi, presidente della Corte costituzionale, professore emerito di Diritto penale alla Luiss di Roma ed autore di una ampia produzione di saggi in materia giuridica.
Un incontro, in cui Flick ha sviluppato un puntuale e documentato excursus storico-politico sulla genesi della formazione dello Stato repubblicano e l’elaborazione della Carta costituzionale, fonte di democrazia, libertà e giustizia. In particolare risalto era posto il grande tributo di sofferenze, fatiche e di sangue versato da uomini e donne, dalle classi popolari per la conquista delle libertà contemplate dalla Carta costituzionale; libertà civili, politiche, sociali,economiche,religiose nella visione del pluralismo culturale per la formazione di una società inclusiva e a dimensione umana. E’ sono le libertà che rendono attuale e viva nei suoi postulati la Carta costituzionale, in vigore da settanta anni. Una vigenza che ha accompagnato e scandito l’evoluzione della società italiana verso gli orizzonti della democrazia rappresentativa matura.
Sulla questa traccia, i giovani s’innestava il lungo filo delle domande dei giovani; domande, con cui focalizzavano l’attualità che vivono e di cui sono testimoni, nella quale si intrecciano problematiche, dubbi e perplessità che paiono minare e condizionare la società e la sua civile crescita nei grandi cambiamenti intervenuti nel sistema geo-politico mondiale con l’avvento del Terzo Millennio. In questa luce i giovani delineavano le loro riflessioni mirate non solo sui temi della Giustizia e dei principi-cardine della Carta costituzionale contraddetti e negati dai privilegi di cui godono alcuni ceti sociali- le cosiddette caste- ma anche e soprattutto sulle problematiche del lavoro e dell’occupazione e del fenomeno delle migrazioni e dell’accoglienza. Un discorso complessivo, quello dei giovani, calibrato su uno dei valori centrali della carta costituzionale, qual è quella della promozione e dell’affermazione della dignità della persona umana nella laica dimensione dell’esercizio della cittadinanza attiva e responsabile verso il bene comune; dignità della persona umana, intrinseca allo status di cittadino..
Un corposo ventaglio di sollecitazioni, che Giovanni Maria Flick tratteggiava, chiariva e illustrava con la linearità e l’efficacia del suo limpido discorrere per argomenti convincenti e densi di cultura storica e giuridica, saldamente ancorati alla realtà dei nostri giorni e filtrati dalla grande esperienza maturata e dispiegata nelle alte magistrature dello Stato. Un atteggiamento, che ha coinvolto ed affascinato la platea dei giovani per un confronto protrattosi per tre ore. Un omaggio alla Carta costituzionale e “al profumo di libertà che emana”, come Flick evidenziava,di cui le giovani generazioni sono chiamate ad essere custodi, ma soprattutto osservanti.
L’epilogo del rendez-vous era dato dalla “Lettera allo Stato”. Un documento semplice e schietto che in pochi passaggi esprime il sentire di tanta parte dei giovani, specie del Sud, che “sentono” lontano da sé lo Stato quale garanzia e presidio di libertà e giustizia. Una domanda di presenza dello Stato, non tanto “quello” di Roma, quanto quello che si dispiega nelle sue articolazioni sui territori. Eccolo.
Lettera allo Stato
Dove sei tu “ Stato” di fronte a queste urgenze?
Il compito dello Stato è quello di assicurare il bene dei cittadini, il bene comune…….
almeno così dice la professoressa di diritto.
Quando si parla di bene comune, si parla di sicurezza, di lavoro, di legalità, di ordine pubblico.
A volte mi chiedo:
ci sarai tu “Stato” per me, quando cercherò un posto di lavoro?
Ci sarai tu “Stato” a garantire la mia incolumità, ad assicurare la mia privacy?
Mi sento spesso disorientato.
Anche nello studio non trovo la giusta motivazione.
Quale sarà il mio futuro qui?
O come tanti dovrò andare lontano?
Vorrei poter sfuggire a quella brutta sensazione di sentirmi solo.