Atto di diffida sottoscritto da otto consiglieri della minoranza, per neutralizzare il deliberato della Giunta avallato dal parere favorevole della valutazione preliminare della competente Commissione. Ma la partita sembra già chiusa. La vicenda sarà all’ esame del Consiglio comunale convocato nella mattinata del 26 agosto in un confronto che si annuncia di particolare complessità sul versante amministrativo e tecnico-contabile, a fronte delle criticità economico-finanziarie che nell’immediatezza gravano sull’Ente di piazza Duomo, accentuate dalle crescenti carenze di liquidità di cassa per le spese correnti e di stretta necessità.
di Gianni Amodeo
…. ” i rappresentanti dell’amministrazione comunale ad oggi ( e dopo oltre un anno dall’insediamento del commissario prefettizio) non sono in grado di riferire l’ammontare degli accertamenti notificati per l’anno 2013, e la ragione per cui, nel corso del 2019, non sono stati verificati gli accertamenti per i periodi successivi, nonostante durante l’anno di commissariamento, sia stato affidato, con un incarico esterno, tale specifico compito”…..
“ nel caso di specie non sono state poste in essere le azioni necessarie al recupero di risorse finanziarie già accertate ( ed altre facilmente accertabili) che, se attuate, com’è di dovere, determinerebbero –con assoluta certezza– l’impossibilità della dichiarazione di dissesto dell’ Ente a favore – tutt’al più (e sempre che ne ricorrano le condizioni di legge)- dell’alternativa procedura di riequilibrio di bilancio”…
…. “ l’ esistenza dei parametri fissati dalla legge per l’attuazione della procedura di dissesto, deve sussistere unicamente con riferimento alla reale (e non artificiosa) situazione finanziaria dell’ Ente all’ attualità della dichiarazione di dissesto, essendo, tra l’altro, inammissibile ogni previsione futuristica slegata dal riscontro dell’esistenza dei medesimi ( parametri) all’attualità”….
Sono alcuni dei passaggi-chiave dell’atto di diffida, mirato a bloccare la procedura di dichiarazione di dissesto finanziario dell’ Ente di piazza Duomo, innescata dall’approvazione del relativo deliberato della Giunta comunale, approvato il 30 luglio; atto di diffida sottoscritto da otto consiglieri della minoranza, espressione della coalizione civica con prevalente matrice di centro-destra, Cinzia Trinchese, Carmine Coppedo, Raffaele Parisi, Giovanni Erasmo Carrella, Carmela Scala, Enzo De Lucia, Claudia Mauro e Giuseppina Arvonio. Destinatari dell’atto di diffida sono i dirigenti dei due settori competenti – Finanziario e Bilancio\Tributi- Fusco e Fattore, il sindaco Minieri, i componenti della Giunta e del civico consesso, nonché il presidente della commissione bilancio, Antonio De Lucia, il Collegio dei revisori dei conti e il Nucleo di valutazione dell’attività dell’Ente.
Al centro del documento -alla cui sottoscrizione non si è associato l’altro consigliere di minoranza, il pentastellato Giuseppe Tudisco– figura la rappresentazione, giudicata tutt’altro che veridica e reale, della situazione economica che dà motivazione e fa da supporto al deliberato della Giunta– Minieri per la proposta di dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente di piazza Duomo; proposta, a sua volta, vagliata in tre riunioni dalla Commissione ordinaria di bilancio, presieduta da Antonio De Lucia, con la conseguente formulazione del parere di valutazione favorevole. Due passaggi, le cui valenze saranno all’esame del civico consesso, convocato lunedì- 26 agosto, alle ore 10,00 – per deliberare sugli argomenti all’ ordine del giorno, che contemplano l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio e d’assestamento generale; la dichiarazione di dissesto finanziario; l’esternalizzazione della fase coattiva di riscossione dei tributi comunali. E i provvedimenti che ne seguiranno, daranno l’impronta al ciclo amministrativo, aperto con il voto di ballottaggio dell’11 giugno ; ciclo, che non si annuncia, in ogni caso, agevole per vincoli, obblighi e condizioni da osservare che limitano il raggio d’azione politica e gestionale, elevando gli indici di fiscalità comunale che sono già oltremodo sostenuti.
L’atto di diffida, in sostanza, non riconosce validità e legittimità all’intero percorso compiuto dalla Giunta, per deliberare la proposta di dichiarazione di dissesto; e, al contempo, sollecita, invece e in ordine alle loro competenze, i destinatari dell’ atto a dare “attuazione agli strumenti previsti dalla legge al fine di procedere alla ricostruzione della reale situazione finanziaria dell’ Ente e, poi, alla conseguente verifica della sussistenza o meno dei presupposti per la dichiarazione di riequilibrio finanziario o dissesto dell’Ente stesso ”. E’ un’inversione di rotta radicale, quella indicata, alla cui base, tra gli altri fattori enunciati, figura la mancanza di riscossione e accertamento dei tributi determinata dalla carenza di personale dedicato, così come evidenziato a più riprese dai rappresentanti dell’amministrazione comunale.
Come dire, se questo è il senso, che la mancanza di riscossione e di accertamento dei tributi – quale causa del dissesto, ed imputabile soprattutto alla carenza di personale- non fotografa una situazione strutturalmente deficitaria e insanabile. Di qui le ragioni, per ricostruire ex novo la situazione, mettendo al posto giusto i tasselli della intricata vicenda. E’ un dato che, per quanto si voglia condividere, farebbe porre, tuttavia, il problema sia politico che in ambito dirigenziale amministrativo sulle ragioni per le quali non si sia provveduto nei tempi e modi adeguati a potenziare l’organico del personale dedicato, per evitare la mancata riscossione dei tributi, correlati agli specifici accertamenti. E va da sé che nella partita non c’è solo il capitolo–tributi, su cui, invece, si polarizza in modo esclusivo l’atto di diffida; una partita, in cui vanno collocati anche i capitoli del contenzioso giudiziario e dei debiti fuori–bilancio, la cui portata s’è progressivamente “accresciuta” negli ultimi mesi, facendo cambiare il quadro di riferimento a cui è stata ancorata la proposta del Piano di riequilibrio, inteso come pre dissesto, e formulata nella delibera del 2 febbraio approvata e trasmessa ai competenti organi dal commissario straordinario, il prefetto Anna Manganelli. Un cambiamento, che, com’è noto, di fatto costituisce la base della proposta di dichiarazione di dissesto, deliberata dalla Giunta.
In realtà, quale che sia il punto di osservazione, lo scenario è grigio-scuro. La Giunta e la maggioranza hanno fatto la loro scelta di campo, la minoranza civica di centro–destra ha varato la contro-mossa. Ma i tempi di legge concessi per porre in carreggiata la “macchina amministrativa” con la salvaguardia degli equilibri di bilancio sono in scadenza. E il Consiglio comunale è chiamato ad assolvere una funzione davvero delicata e impegnativa per la città; funzione che richiede un forte e responsabile cambio di passo rispetto al passato remoto e recente.