Sono circa 3000 i residenti del popoloso Rione Gescal di Nola, zona periferica della città dei Gigli, in via dei Mille, dove per decisione della Città Metropolitana si ritrovano senza Chiesa da circa un anno. I motivi di questa decisione sarebbero che il locale di culto, posto nei pressi di una scuola urge di lavori statici alla struttura e quindi il popoloso rione si ritrova senza Chiesa. Rione che dipende dalla Parrocchia di San Felice dell’omonima Piazza nel centro storico di Nola. A protestare oltre gli abitanti del rione è il parroco, don Aniello Verdicchio che da qualche anno ha preso il posto del reverendissimo don Alfredo Scibelli, parroco storico e da qualche anno cittadino onorario di Nola. C’è da dire che il rione Gescal è stato sempre considerato malgrato tutto quartiere ‘ghetto’ di Nola anche se negli ultimi anni grazie alla presenza di scuole si è reso più vivo rispetto agli anni passati. Il rione come tutte le GESCAL o agglomerati di edilizia popolare (ex 219) è abitato da famiglie con disagio sociale e strutture abitative non proprio idonee per una famiglia. Strade, spesso dissestate e manutenzione del verde più che discutibile. Per non parlare di problemi inerenti la pulizia delle strade e igiene in genere. Il problema della gescal come delle periferie di Nola, Rione Stella, via Seminario per non parlare della popolosa frazione di Piazzolla si ripropone ogni qualvolta ci sono le elezioni comunali dove tutti i candidati e di tutti i partiti i liste fanno a gara, approfittando della disperazione delle famiglie, a promettere ogni cosa per accaparrarsi quell’orticello di voti. E nella prossima primavera c’è da scommetterei che nessuno si sottrarrà a questo malcostume. Ma tornando all’argomento in discussione cioè che il parroco reclama un luogo di culto in cui celebrare riti religiosi. Sicuramente quella di don Aniello è una giusta causa per venire incontro alla sua gente che reclama giustamente un luogo di culto cui ritrovasi, almeno la domenica per partecipare ai riti religiosi.
Nicola Valeri