La discontinuità con il passato si articolerà in cinque anni disponibili, per completare l’integrale risanamento economico e finanziario dell’ Ente di piazza Duomo, rimettendolo in sesto con la normalità e la trasparenza degli atti, uscendo dall’”impasse” organizzativo dell’apparato burocratico, concausa determinante del dissesto finanziario. In arrivo,la commissione di liquidazione straordinaria per il piano di azzeramento delle criticità e insolvenze delle gestioni che hanno generato il deficit. Per centrare l’obiettivo-risanamento, di anno in anno saranno sottoposti a monitoraggio rigoroso del Ministero dell’Interno i bilanci che l’amministrazione approverà per la fase che si apre.
di Gianni Amodeo
Il verdetto era stato scritto. Ed è stato confermato dal voto -a maggioranza- del Consiglio comunale, che ha formalizzato il dissesto finanziario dell’Ente di piazza Duomo, ed è il primo che si registra nella storia amministrativa della città, ormai proiettata verso il traguardo dei 34 mila abitanti. Un atto deliberativo che ha concluso l’iter apertosi circa un mese fa con la specifica proposta “licenziata” dalla Giunta, corroborata sia dal parere consultivo della Commissione bilancio che dal parere tecnico del Collegio dei revisori dei conti; atto, i cui effetti costituiscono l’elemento caratterizzante per la civica amministrazione, eletta con il ballottaggio dell’11 giugno, la discontinuità di gestione economica e finanziaria e, più in generale, politica rispetto al passato. Una discontinuità, per la quale entro cinque giorni, a far data dall’esecutività del provvedimento, va trasmessa al Ministero dell’Interno e alla Procura regionale della Corte dei Conti della Campania la relazione dell’organo di revisione economico-finanziaria, che fa supporto alla dichiarazione di dissesto per l’Ente di piazza Duomo. E, a cura dello stesso Ministero, seguirà sulla Gazzetta ufficiale la pubblicazione dell’atto deliberativo, per estratto, insieme con il decreto del Presidente della Repubblica di nomina della commissione straordinaria di liquidazione, che dovrebbe essere formata da tre componenti.
E’ una funzione delicata e complessa, quella che eserciterà la commissione, per cristallizzare le criticità ed insolvenze che hanno innescato la formalizzazione del dissesto, essendo chiamata ad elaborare e a mettere a punto il piano delle relativa estinzione, puntando sull’azzeramento della situazione che ha creato il deficit; piano che contempla anche l’ elenco dei beni immobili – case e terreni- del cospicuo patrimonio disponibile dell’Ente da porre in vendita. Un percorso operativo a se stante, calibrato sul passato di gestione economico-finanziaria dell’Ente, per realizzarne il risanamento obbligato e obbligatorio nell’arco di cinque anni. E, a sua volta, per il Consiglio comunale si apre la corsia, per dir così, della nuova vita finanziaria, che si sviluppa su binari predefiniti e inderogabili. Sono due itinerari paralleli, ma distinti, per quanto convergenti nell’obiettivo di assicurare all’amministrazione della città i crismi della trasparenza e della normalità, evitando le trappole delle gestioni squilibrate che finiscono per creare sperequazioni sociali, gravando duramente sulla comunità cittadina e soprattutto sui contribuenti che adempiono regolarmente i propri doveri nell’osservanza della fiscalità locale e generale.
E’ una gestione, quella che si prospetta per il quinquennio 2019\2024, che di necessità sarà rigida, tenendo presente che i bilanci di anno in anno saranno vagliati e monitorati dal Ministero dell’Interno; un’azione di verifica, per accertare il rispetto degli obblighi da osservare, per uscire dalla condizione deficitaria, primo tra tutti il contrasto all’evasione dal pagamento dei tributi locali che insieme con il capitolo del contenzioso, superiore a 36 milioni di euro soltanto in conto capitale, e con il capitolo dei debiti fuori-bilancio costituisce la compatta pietra angolare del dissesto, i cui numeri parlanti si leggono nella relazione economico-finanziaria del dottor Giovanni Fusco, dirigente del Settore finanziario, e del dottor Salvatore Fattore, dirigente facente funzione del Servizio bilancio e tributi. E, per inquadrare soltanto in parte il senso della portata a cascata dei debiti fuori bilancio, sarà utile considerare che tra luglio scorso e il corrente mese ne sono stati rinvenuti e attestati per atto dovuto cinque per il valore di oltre un milione di euro.
Un quadro che richiede senso di responsabilità e spirito di coesione dell’intera compagine consiliare, come opportunamente evidenziato dall’assessore al bilancio, Antonio Galasso. E sussistono tutte le condizioni per approdare all’obiettivo del risanamento, per rilanciare al meglio la città, così come merita. Una direzione di marcia, di cui il primo tassello + costituito dal deliberato consiliare di affidare ad una società specializzata di settore il servizio di riscossione coattiva dei tributi locali va nella giusta direzione della normalità. E’ davvero uno scandalo civile, volendo esemplificare, dover rilevare che per le utenze del servizio-rifiuti, solo il 40% in ruolo risulti in regola con i tributi da versare, a fronte del tasso di evasione ch’è pari al 60%. Uno sproposito di malizia, per non dire altro, con cui tanti cittadini si fanno beffa dei concittadini, contribuenti onesti. Una beffa tanto più onerosa ed offensiva per i cittadini della normalità, se soltanto si consideri che la gestione del servizio integrato d’igiene urbana grava sull’ Ente di piazza Duomo per oltre 24 milioni di euro, in durata quinquennale. Un onere che si sostiene con il pagamento delle specifiche tassazioni. E nella “onorata categoria“ di quanti si fanno beffa dei contribuenti in regola rientrerebbero perfino titolari di utenze non domestiche che per i servizi elettrici versano pagamenti annui con cifre di decine di migliaia di euro, che denotano significative attività produttive. Ma per i servizi d’igiene urbana … preferiscono essere inadempienti. Il …. perché è mistero gaudioso.