Nola, 29 Gennaio 2016. Un onore, nonché un piacere, per noi alunni del Masullo-Theti, aver avuto come ospite Ermanno Bocchini, Prof. di Diritto Commerciale della Facoltà di Economia e Commercio dell’ Università Federico II di Napoli.
A partecipare all’incontro sono state le classi 5B sia, 5A sia e 4B afm con le rispettive Prof.sse Barone A., Dubbioso F., e Meo R.. Immancabile la presenza del nostro Dirigente scolastico, prof.ssa Anna Maria Silvestro, la quale ha anticipato il tema della conferenza con una propria riflessione al riguardo. Un dibattito incentrato sul valore della cittadinanza e su ciò che significa essere un vero cittadino nel 2016.
Dare vita ad un’epopea di Risorgimento è quello di cui si è parlato per riproporre un nuovo sentimento patriottico. Essere cittadini italiani, o di un qualsiasi altro Paese, non vuol dire averne solo la cittadinanza. Cittadino è colui che, all’interno di una società, si attiva per garantirne l’equilibrio e la civiltà; contrariamente a coloro che, violando la legge e limitando la libertà altrui, divengono odierni stranieri.
Nel 2016 parlare di Nazione, Religione o Lingua, come ci ha spiegato il Prof. Bocchini, significa innalzare dei muri tra i popoli, differenziarli gli uni dagli altri. La storia dell’umanità ci ha insegnato che gli uomini si sono sempre battuti per la supremazia, per ottenere il potere. “ La ‘fabbrica delle armi’ è sempre stata, ed è ancora oggi, l’industria più sviluppata al mondo, in opposizione alla ‘fabbrica dell’amore’ che è quasi in procinto di chiudere i battenti”- ha affermato il Professore. Imparare ad amare è la soluzione per assicurare nel mondo il “buon vivere civile”.
Innamorarsi, in primis di sé stessi e poi di tutto ciò che ci circonda è la strada da imboccare per poter rivoluzionare il sentimento di appartenenza e trasformarlo in cittadinanza umanitaria.
Non esistono distinzioni di razza, nazione, cultura o lingua se siamo uniti dall’amore.
E quale migliore forma di amore incondizionato e puro se non quello per la musica, ha evidenziato il prof. Bocchini. Gli uomini, prima ancora di imparare a parlare hanno iniziato a suonare, a dare voce alle vibrazioni del proprio cuore. La musica non distrugge, non uccide, non inganna. La musica crea, unisce, emoziona. Ancor di più la canzone classica partenopea, dal momento che il napoletano è stato riconosciuto dall’Unesco lingua e non dialetto, secondo solo all’italiano per diffusione nella nostra penisola.
Pertanto poesia e musica napoletana, a detta del nostro relatore, creano, a tutti gli effetti, dei ponti verso il mondo, emozionando, ieri come oggi, intere generazioni. Ne è stata prova l’emozione che ha attraversato il cuore di tutti i presenti, quando Alessia Fescina della 4A sia ha recitato “A’ vita” di Alfredo Varriale, ed anche quando Anna Cozzolino e Miriam Fasulo della 3B sia hanno recitato la famosa “Pianefforte ‘e notte” di Salvatore Di Giacomo. Ma ancor più grande è risultato il coinvolgimento di tutti, dinanzi alla bravura di Cristina Russo della 3B sia (voce), Giovanni Del Piano della 5C sia (voce e tastiera) e Fabio Orfano della 4 Bcat (voce e chitarra), i quali, esibendosi nell’esecuzione di “Napule è”, “Dicitencello vuje” e “’O surdato nnammurato”, hanno dimostrato ancora una volta che la musica può unire più di mille parole.
“Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non conoscono canzoni.”
Pasqualina Capasso (5 Bsia)