A due anni dall’approvazione della contestata legge regionale che ha istituito l’Ente Idrico Campano, proseguono le iniziative di comitati civici e sindaci per ottenere la fine della gestione Gori.
Molte le questioni poste nel dibattito tenutosi a Nola presso la Chiesa dell’Immacolata, promosso dal Comitato civico per la difesa del diritto all’acqua: dal fallimento dell’accordo – mai rispettato dalla Gori – per la soluzione di quello che fu definito il “caso Nola” alla vittoria dei comitati civici al Tar Campania che ha annullato le partite pregresse per 122 milioni di euro, fino al rischio di nuovi provvedimenti “Salva Gori” per provare a mettere in salvo una società decotta che da tempo sembra destinata alla bancarotta.
Tra gli intervenuti, in rappresentanza della Rete dei sindaci per l’acqua pubblica, Raffaele De Simone, primo cittadino di Roccarainola e membro del comitato esecutivo dell’Ente Idrico Campano, ed Edoardo Serpico, sindaco di Scisciano ed eletto nel consiglio di distretto Sarnese Vesuviano. “L’Ente idrico nasce con un enorme deficit democratico che esclude dalla rappresentanza gran parte degli enti locali della Campania – sottolineano i sindaci De Simone e Serpico – caratterizzato da regole farraginose e contraddittorie e, nei fatti, ancora oggi non esercita alcun potere e non ha struttura amministrativa, alla faccia dell’efficienza e della capacità organizzativa tanto decantata. Grazie a questo immobilismo la gestione Gori riesce ancora a sopravvivere, contro il volere dei cittadini”.
A rincarare la dose i rappresentanti del Comitato nolano: “Non possiamo che denunciare il sostanziale fallimento del neonato Ente Idrico, ricordiamo che la legge fu approvata in fretta e furia sulla scorta di una sentenza del TAR ottenuta dai comitati che dichiarava decaduti i commissari regionali, che tuttavia ancora oggi continuano a esercitare le funzioni che spetterebbero ai comuni con un grande spreco di risorse economiche a carico dei cittadini. La Regione va avanti senza consultare nessuno, finanziando progetti, trasferendo impianti a gestori privati nella più assoluta tranquillità, senza dibattito con le amministrazioni locali e senza alcun coinvolgimento dei cittadini. Corriamo il rischio di vedere nei prossimi mesi un nuovo pacchetto “Salva Gori”, caratterizzato da forti aumenti tariffari a sostegno di un sistema colabrodo scarica sui cittadini tutte le sue inefficienze”.
I comitati non ci stanno e annunciano una dura battaglia contro la società privata e per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano e figura simbolo del movimento a livello nazionale, conclude i lavori annunciando una grande mobilitazione popolare: “Abbiamo già bloccato questi tentativi nel passato, non staremo a guardare. Mi rivolgo a tutti, soprattutto ai più giovani: è necessaria una forte partecipazione popolare”.