AI CAMORRISTI DICO SVEGLIATEVI, PENTITEVI, CONVERTITEVI, PRIMA CHE VI SVEGLINO I CARABINIERI ALL’ALBA PER ARRESTARVI. Giusto sei mesi fa la notte di Natale, in piazza XI settembre gridavo questo appello. Oggi mi complimento con le forze dell’ordine che all’Alba hanno sgominato uno dei Clan. C’è ancora da lavorare. Io ribadisco il mio appello a quelli che sono stati arrestati e a quelli che lo saranno: CONVERTITEVI, non aspettate che siano i carabinieri a svegliarvi all’alba per arrestarvi! svegliatevi voi dal sonno delle Camorra. Voglio scuotere dal sonno gli uomini e le donne della malavita. A voi voglio parlare “cuore a cuore” come un padre che sente dolore per i figli che sbagliano. Vi conosco, per me non siete solo anonime abrasioni di una piaga sociale, il vostro volto a me non appare ombreggiato dalla tutela della privacy o della paura. Ho visto i vostri occhi pieni di lacrime quando abbiamo celebrato i funerali dei vostri cari defunti. Ho stretto le vostre mani quando vi ho augurato di essere bravi genitori dopo il battesimo dei vostri figli. Ho ascoltato la vostra preoccupazione quando avete temuto che i controlli oncologici potessero andare male ed ho cercato di farvi capire che la camorra è già un tumore che minaccia la vita del vostro corpo. A voi stanotte voglio gridare, svegliatevi da questo sonno! Non ho le prove per accusarvi – è vero – chi di dovere deve trovarle senza stancarsi ed è necessario che paghiate quando le vostre responsabilità saranno accertate. Il mio compito di sacerdote, tuttavia, non è portarvi in carcere, ma portarvi in paradiso. È per questo che vi imploro: convertitevi! Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che la droga che importate e spacciate sta bruciando decine di giovani e padri di famiglia. Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che i commercianti non riescono più a pagare le vostre estorsioni e devono abbassare la serranda. Non potete dormire sonni tranquilli quando prestate i soldi alla povera gente, che, con il cappio alla gola del dover pagare una bolletta, viene a chiedervi cento euro e dopo un mese dovrà restituirvene duecentocinquanta in più. Vi aspetto, siete ancora in tempo, nel nostro paese siamo in faida: chi sta decidendo la morte del rivale di clan, sta preparando a sua volta la propria. Voglio sognare con voi che da domani su tutti i giornali, apparirà il riscatto del nostro paese e potremo leggere come titolo la citazione di un cantico dell’Antico Testamento: Brusciano: «L’arco dei forti si è spezzato, ma i deboli sono pieni di vigore» (1Sam 2, 4). Don Salvatore Purcaro