di Felice Sorrentino
Ancora una volta, numerosi cittadini che risiedono a ridosso dell’alveo Gaudo, si sono ritrovati in ginocchio a causa dell’ennesima esondazione provocata dalle forti piogge che si stanno abbattendo sulla nostra regione.
In molti punti dell’alveo, la fitta vegetazione spontanea ha fatto da diga contro il massiccio flusso d’acqua facendola inevitabilmente fuoruscire dal letto e allagando pesantemente le zone abitate che sorgono in corrispondenza dei tratti maggiormente otturati.
In merito a questa tragica situazione è intervenuto il consigliere regionale Giuseppe Sommese:
– “La situazione è ancora una volta di forte emergenza. Non è passato neanche un anno da quando, accompagnato dal Genio Civile, ci recammo nello stesso punto dove però allora avvenne addirittura un cedimento della parete dell’alveo che prontamente, la stessa notte del sopralluogo, vide partire i lavori per la sua ricostruzione. Lavori ultimati e che per fortuna hanno retto a queste nuove piogge abbondantissime. Alcuni mesi fa sono ripartiti i lavori di pulizia e bonifica dell’alveo in questione e non solo. Purtroppo questi lavori hanno avuto degli impedimenti e si sono fermati momentaneamente e la sfortuna ha voluto che si creassero delle ostruzioni in un punto poco distante (Camposano, ponte di San Donato) dal luogo della ricostruzione, causando una nuova emergenza a quei cittadini che già troppo avevano subito neanche un anno fa. La protezione civile regionale, “sollecitata”, ha già effettuato il sopralluogo ed individuata la zona sulla quale intervenire prioritariamente. A breve il tappo verrà rimosso e il letto liberato dalle ostruzioni.”
– Ha spiegato il consigliere Sommese che continua: – “Queste criticità resistono da un ventennio, purtroppo, e non è più possibile doversi ritrovare ad intervenire ogni volta in emergenza, peraltro facendone pagare il prezzo ai residenti di quelle aree. Da parte mia e della Regione Campania c’è tutta la volontà di mettere la parola fine a questa annosa e dolorosa questione una volta per tutte.”