Il ristagno socio-culturale ed economico-produttivo nell’Areanolana è sempre più pesante e perdura da circa trenta anni. Una condizione di sostanziale e diffuso arretramento, che richiede interventi chiari e risoluti, per frenare un processo che sembra irreversibile ed accentuato dalla più generale crisi di recessione in atto dal 2008.
L’associazione Civitas , in cooperazione con altre associazioni della città bruniana, èimpegnatanelladefinizionedellestrategie, che possano permettere alle 18 Municipalità da cui è costituita l’intera area, di uscire dal degrado e dall’immobilismo in cui versano.
Nella Sala oratoriale della parrocchia di Maria Santissima del Carmine, incontro seminariale, per mettere a punto lo studio sui percorsi di metodo per le strategie praticabili.
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di Gianni Amodeo
E’ impossibile non prenderne cognizione, nella prospettiva del comune buon senso, prima che per onestà intellettuale. Lo scenario è decisamente grigio, tendente al fosco. E’ lo scenario, con cui si connota l’Areanolana-con le sue 18 Municipalità e circa 150 mila abitanti– in evidente e grave affanno socio-culturale e soprattutto in grandi difficoltà di ordine economico per il perdurante e diffuso ristagno produttivo, segnato com’è dalla scomparsa di centinaia di piccole e medie imprese, specie nel terziario, mentre l’artigianato, un tempo attrattivo e di qualità, si è quasi dissolto, per non dire della disoccupazione giovanile, i cui tassi sono sempre più alti e preoccupanti. Un quadro, in cui la larga parte delle popolazioni- almeno il 70% dei cittadini e nuclei familiari- vive di stipendio pubblico, indennità assistenziali, parastatali e dei cosiddetti ammortizzatori sociali. Un contesto di generale arretramento, che è in atto da circa trenta anni e che si è venuto accentuando con la più generale crisi di recessione in corso dal 2008 e per nulla superata.
Le difficoltà che vive da tempo l’intero assetto dell’Asi sull’asse Nola–Marigliano, in particolare il sistema del Cis- Città degli affarie gli inquietanti affanni del Mega-Centro Vulcano buono già evidenti e manifesti ad appena cinque anni dall’inaugurazione,sono soltanto la spia meglio rappresentativa della situazione che se non è di collasso, n’è certamente al limite e, in ogni caso, di malessere complessivo. E’ una realtà, che interpella la politica e i partiti per quello che ancora sono in grado di esprimere, sia pure stentatamente, le amministrazioni comunali e le associazioni. E proprio da queste ultime, per iniziativa di Civitas ed in collaborazione con alcune associazioni della città bruniana – e sarebbe opportuno aprire l’orizzonte verso l’associazionismo di tutte le altre realtà comunali – è stato lanciato il programma degli Incontri seminariali, per definire le linee delle strategie praticabili per lo sviluppo possibile e normale dell’Areanolana,concepita e considerata con una comune e condivisa identità di visione, superando le chiusure localistiche, per rapportarla, invece, in modo congruo all’amministrazione regionale della Campania e, più ancora, all’Unione europea.
METODOLOGIA PER LE SCELTE PRATICABILI GUARDANDO VERSO L’EUROPA. PRIORITARIA LA COESIONE INTERCOMUNALE
I percorsi di metodologia da seguire osservare per la definizione delle linee strategiche sono stati il nucleo caratterizzante del primo Incontro seminariale, svoltosi nella Sala oratoriale della Parrocchia di Maria Santissima del Carmine, con la coordinazione dell’architetto GuidoGrosso; primo approccio, a cui seguirà nella stessa location alle ore 18,00 del 12 luglio, l’Incontro di merito, per l’elaborazione con il pubblico Manifesto delle proposte.
Sulle opportunità della programmazione Por 2014\2020 della Campania si soffermava in specifico Giuseppe Carannante del Dipartimento economico dell’amministrazione regionale.Un capitolo importante da conoscere e comprendere, per poter dare ossigeno economico alla capacità di progetto che sono chiamate a porre in campo le amministrazioni comunali associandosi e conformandosi alle direttive e agli indirizzi dei bandi dell’Unione europea. E’ l’ambito, in cui si collocano i fondi di rotazione, a cui possono essere ammesse le associazioni intercomunali, per le progettazioni di opere strutturali e infrastrutturali, che siano realmente rispondenti alle realtà territoriali, quali fattori d’investimento, in grado di …disegnare e generare il circuito virtuoso dell’economia produttiva, innescata e alimentata dalle attività d’imprese innovative e competitive. E sulle condizioni territoriali, che rendono positivi e rilevanti gli effetti degli investimenti, era calibrato l’intervento di Alessandro Dal Piaz, tra i più importanti e qualificati urbanisti in circolazione in ambito nazionale ed europeo. E sono effetti che si rapportano strettamente con la buona pianificazione strategica, che deriva dalla conoscenza delle specificità dei territori; pianificazione, che non può essere calata dall’alto,echesiconnette con quella territoriale. Due profili- quelli della pianificazione strategica e della pianificazione territoriale- che si innestano nelle dimensioni vaste articolate della Città metropolitana di Napoli.
LA FRAGILITA’ DEGLI ENTI LOCALI NELLA FINANZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA. L’ “ALTO” IN DIFFICOLTA’ PENALIZZA IL “BASSO”
L’obiettivo sulle condizioni territoriali per il raccordo tra le programmazioni sovracomunali era, invece, puntato da Achille Flora, per inquadrare le correlazioni tra gli scenari del Piano-porti della Campania, sull’asse Napoli–Salerno e la missione dell’intermodalità logistica e dei trasporti che fa capo all’Interporto di Nola, nella Piana di Boscofangone. Di forte valenza politica, intesa nel senso più compiuto dell’espressione, era la caratura delle riflessioni di Osvaldo Cammarota sul ruolo che sono chiamate ad esercitare-con partecipazione attiva e responsabile– le amministrazioni comunali per promuovere e realizzare la coesione istituzionale,economica e sociale. Un salto di qualità obbligato e dovuto, se si vuole guardare al futuro, nella dimensione comunitaria europea e con fondate aspirazioni di crescita complessiva; dimensione, rispetto alla quale l’isolamento municipalista non porta da nessuna parte, specie nella realtà della società mondializzata e della globalizzazione, in cui alla crescente finanziarizzazione dell’economia corrispondono i livelli del “basso” e dell’” alto”. E la metafora del “basso” è inclusiva e rappresentativa delle realtà degli Enti locali, su cui graveranno costantemente le penalizzazioni dell’andamento dell’economia finanziaria, con “tagli” e riduzioni degli investimenti pubblici, se non sono in condizione di realizzare coesioni integrate per le politiche dei servizi e di spesa, dal momento che l’”alto”, metafora del sistema d’economia e finanza generale, per tutelare se stesso, può soltanto riservare al “basso” pedaggi onerosi e socialmente duri. E l’“alto”, com’è noto, sempre più soggetto alla finanziarizzazione dell’economia ne resta condizionato
Sulla complessa tematica del policentrismo della Città metropolitana di Napoli puntava, in dettaglio etra le altresue riflessioni, l’avvocato GeremiaBiancardi, sindaco di Nola, per evidenziare che a circa due anni dall’istituzione del Nuovo Entecontemplatodalla legge Delrio non ancora si sono aperti gli itinerari per la pianificazione strategica e per la pianificazione territoriale, con cui impostare gli obiettivi di governo urbanistico secondo direttrici di omogeneità della Città metropolitana, composta da 92 Comuni con oltre tremilioni di abitanti. Un ritardo incomprensibile, denunciava Biancardi, e che va superato. Sull’importanza del governo del territorio con visioni strategiche che siano condivise e di respiro intercomunale calibrava la sua analisi l’avvocato Antonio Carpino, sindaco di Marigliano, focalizzando la missione di qualità che può svolgere l’Agenzia di sviluppo intercomunale, della quale ha assunto qualche settimana fa la presidenza.
Il prospetto degli intenti emerso dall’Incontro merita attenzione ed ancora di più le proposte di merito, con cui dare contenuti alle ipotesi strategiche di promozione e sviluppo possibile nella normalità dell’Areanolana. Un prospetto, su cui è auspicabile che nelle amministrazioni comunali si determinino almeno le condizioni di un franco confronto, per puntare su scelte e decisioni, che guardino oltre gli orticelli municipalisti.