Occhio alle auto elettriche. I dati reali sull’autonomia sarebbero inferiori del 42% rispetto a quelli indicati dalle case costruttrici. A stabilirlo un’inchiesta del Touring Club Svizzero. Un nuovo mini scandalo alla “Dieselgate”? Per lo “Sportello dei Diritti” autorità nazionali ed europee dovrebbero approfondire, mentre le case automobilistiche, chiarire
Non è tutt’oro quello che luccica. Questo vecchio detto ormai fa parte della vita di tutti i consumatori che non dovrebbero mai basarsi acriticamente sulle caratteristiche o sui dati indicati da produttori e venditori, specie quando si tratta di veicoli a motore, così come i recenti scandali come il “Dieselgate” ci hanno insegnato. In tale ottica, lo “Sportello dei Diritti”, ritiene utile segnalare gli esiti dei test comparativi fra tre moderne auto elettriche svolto dalla Consulenza mobilità del Touring Club Svizzero (Tcs), per incarico di Euroconsumers e Patti chiari. Se da un lato vi è un esito positivo dell’indagine che ha dimostrato che con gli attuali veicoli elettrici è possibile percorrere una distanza accettabile, dall’altra le case costruttrici, almeno quelle dei veicoli presi in esame dovrebbero essere a dir poco bacchettate, perchè il dato dell’autonomia e dei consumi sono ben peggiori dei valori indicati. In particolare, nel mirino del Tcs sono finite Renault, Nissan e Opel in quanto i test hanno riguardato una Renault Zoe, una Nissan Leaf e una Opel Ampera-e. Le batterie in dotazione di questi veicoli elettrici hanno una capacità che oscilla dai 30 kWh ai 60 kWh e consentono, secondo i dati delle case madri, di percorrere fino a 520 km. E’ noto che come per i motori a scoppio, l’autonomia viene stabilita sul banco di prova, ossia in condizioni di laboratorio. Ma l’obiettivo del test del Tcs è stato quello di determinare le effettive autonomie e i valori di consumo in condizioni reali. Le automobili sono state predisposte uniformemente come se si partisse per le vacanze, cioè, oltre al conducente è stato caricato il peso di un passeggero (75 kg), di due bambini (30 kg ciascuno) e dei bagagli (20 kg). Inoltre, il climatizzatore e il riscaldamento sono stati regolati sui 22°C, con una temperatura esterna media di 10°C. Le auto hanno viaggiato fino a quando è apparsa l’indicazione “potenza motrice ridotta” che indica un basso livello di carica della batteria. Successivamente, le batterie sono state ricaricate tutte allo stesso modo nel centro di esame tecnico accreditato del Tcs a Emmen, le misurazioni del consumo di energia e dell‘autonomia dei veicoli elettrici. I tragitti per le prove di consumo sono stati effettuati con le vetture in colonna e prevedevano ogni volta tre giri in città, su strade di campagna e in autostrada. Il conducente e la posizione del veicolo nella colonna sono stati cambiati ad ogni nuovo giro, per equilibrare gli effetti del modo di guidare e della resistenza al rotolamento. Complessivamente, le auto hanno percorso una distanza di 124 km. Alla fine, le batterie sono state ricaricate con strumenti di misurazione calibrati nel centro del Tcs di Emmen. Le auto elettriche esaminate nelle condizioni di questo test offrono solo circa il 58% dell’autonomia annunciata dai costruttori per una ricarica di batteria. Concretamente, per Nissan Leaf ciò equivale a una percorrenza di 144 km, per Renault Zoe di 232 km e per Opel Ampera-e di 304 km. Con i veicoli elettrici odierni si possono percorrere delle distanze maggiori e in condizioni più impegnative. Tuttavia, questo ha il suo prezzo. I costi dei veicoli, sottoposti al test, oscillano fra 38.595 (pari a 33.133,31 euro) e 41.900 franchi (pari a 35.970,61 euro), ovviamente più cari rispetto alle auto della loro classe, ma questo maggior costo è compensato, nella vita del veicolo, dai minori esborsi per manutenzione e spese d’esercizio. Inoltre, molte auto elettriche sono ancora inadatte per lunghi tragitti oppure richiedono una pianificazione preliminare del viaggio. Questo svantaggio è in costante diminuzione per l’implementazione di una rete di ricarica sempre più accessibile e capillare. Al di là di queste riflessioni e dell’indubbia utilità delle auto elettriche per la riduzione globale delle emissioni, i dati che sono emersi a seguito dei test e che manifestano delle notevoli incongruenze rispetto a quelli ufficiali, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, meritano un approfondimento da parte delle autorità nazionali ed europee che si occupano di concorrenza e tutela dei mercati su tutti i modelli di autovetture elettriche attualmente in commercio, oltrechè un tempestivo chiarimento da parte delle case automobilistiche, per dipanare ogni benché minimo dubbio circa il solo rischio di un nuovo mini scandalo alla “Dieselgate”.