di Miriam Pinchera
Tra le innumerevoli giornate internazionali dedicate a eventi o temi da sensibilizzare ce n’è una che in pochi sembrano conoscere e che celebra la base del nostro pensiero matematico: il Pi greco. La volontà di istituire una giornata internazionale appositamente dedicata ad un numero relativamente piccolo ma non nella sua importanza nasce da un’idea della comunità matematica che ha sentito l’esigenza di dover dare la giusta importanza ad un qualcosa che ha rivoluzionato la matematica.
Oggi, infatti, si celebra la costante matematica definita come il rapporto tra perimetro del cerchio e il suo diametro le cui prime cifre sono pari a 3,14 e che fu approssimata dal famoso matematico e fisico siceliota Archimede. Il suo simbolo, una “p” dell’alfabeto greco fu scelta in quanto iniziale di (perifereia) ovvero circonferenza in greco antico. Conosciuta anche come costante di Archimede o numero di Ludolph, fu usato per la prima volta dai babilonesi che indicarono con tale lettera il valore pari a 25/8 e dunque 3,14. Il primo ad approssimarlo scientificamente fu Archimede che nel III secolo utilizzò poligoni regolari inscritti e circoscritti ad una circonferenza. Il metodo di Archimede sarà usato fino all’epoca moderna o almeno fino a Ludolph che nel 1610 calcola le prime 35 cifre decimali di Pi greco utilizzando poligoni con più di due miliardi di lati. Il simbolo venne poi usato nel 1710 da William Jones in onore di Pitagora; l’iniziale dello stesso era infatti Pi nell’alfabeto greco.
Restava però in sospeso la natura del numero finché nel 1761 Lambert scoprì che si trattava di un numero irrazionale; bisognerà aspettare poi il 1882 per la dimostrazione di Lindemann, di Pi greco come numero trascendente, ossia un numero che non può essere la radice di nessun polinomio con coefficienti razionali. Tale costante risulta essere ancora oggi essenziale in ambito scientifici tanto da essere utilizzata nel calcolo delle probabilità in diversi settori e da matematici di tutto il mondo.
Resta da chiedersi, dunque, per quale motivo sia stato scelto il 14 marzo come data di celebrazione. Proprio i matematici offrono la loro spiegazione affermando che la data in anglosassone si scrive premettendo il mese al giorno: 03/14, come le ultime tre cifre del valore del Pi greco.
Il primo Pi greco day venne celebrato nel 1988, con una tradizione che prese avvio dal fisico Larry Shaw. Durante il primo anno, a San Francisco, i partecipanti marciarono intorno ad un grande cerchio che simboleggiava appunto una circonferenza. La tradizione ebbe così successo che è proseguita negli anni fino a divenire un appuntamento fisso, instituito dal Ministero dell’Istruzione. Ogni anno sono infatti organizzati numerosi eventi e quiz che gli allievi possono seguire e che permettono di sviluppare competenze di problem solving.
“Questa giornata è una occasione in più per far appassionare i nostri studenti alle discipline scientifiche. La matematica è strumento per intuire, immaginare, progettare, quantificare fatti e fenomeni della realtà per allargare la mente. La pandemia ha diminuito, purtroppo, le occasioni in cui le porte del Ministero si sono aperte per ospitare i veri protagonisti della scuola. Questa giornata è un evento per rivederli protagonisti” ha affermato il Patrizio Bianchi, Ministro dell’istruzione riguardo all’argomento, speranzoso che si possa avvicinare e spronare sempre di più gli studenti allo studio e ad una carriera scientifica concreta.