«I cattolici impegnati in politica oggi hanno il dovere di prendere la parola. La vicenda del cattolicesimo democratico non è marginale, è stata la tradizione che ha sempre messo al centro la dignità della persona umana. Anzi, ha reso la persona umana il centro della vicenda politica. Ed è molto singolare che in una fase in cui la persona è intesa come merce i cattolici stiano in silenzio. Noi dobbiamo riprendere la parola. Abbiamo il dovere ineludibile di dare una forma politica alla carità. Non possiamo, perciò, arrenderci ad una lettura stantia e piatta dell’esistente». Lo ha dichiarato il deputato Giuseppe De Mita, intervenendo questa mattina all’iniziativa “L’Italia è popolare. Una nuova voce per chi non ha più voce”, di fronte ad una platea di oltre 1500 persone riunite presso il Palapartenope di Napoli.
«Al fondo c’è un fenomeno che sta interessando tutti – ha continuato il deputato – ed è lo sgretolamento del rapporto delle persone dentro le comunità e del rapporto tra le persone e le istituzioni. La pubblica opinione al fondo capisce che la politica non è una risposta ed ha iniziato ad esserne indifferente. Di fronte a questo pensare ad organizzare coalizioni che non hanno senso, se non quello di conquistare il potere, è un insulto alle difficoltà della persone».
«Non c’è un’azione politica – ha aggiunto Giuseppe De Mita – se non c’è una cultura a riferimento e la nostra è il popolarismo che è stata la quella che ha posto al centro la persona umana e sulla tutela della persona ha costruito proposte politiche. Noi non dobbiamo cadere nell’errore di evocare il popolarismo senza declinarlo nel presente e per me la proposta deve essere estremamente radicale sui temi della giustizia sociale, guardando agli ultimi, agli esclusi, agli impoveriti. Oggi la tutela della libertà deve essere accompagnata da una profonda giustizia sociale. Senza illudere le persone sulla disponibilità delle risorse materiali, dobbiamo imporre azioni di questo tipo, con l’obiettivo di ricomporre la società, di aiutarla a ritrovarsi.
«Ecco, se queste sono le premesse, la risposta non può essere la destra – ha spiegato il deputato – il centrodestra è l’abbaglio prodotto dalla crisi del renzismo. Quella che sta organizzando Berlusconi è un equivoco tragico, riuscendo a sedurre qualcuno che è facile alla seduzione. E’ una bestemmia pensare che sarà Berlusconi a normalizzare Salvini quando sarà Salvini a travolgere il berlusconismo. Ma questo racconto nemmeno può portarci a farci tacere sui limiti del Pd e sulla pulsione al potere che ha spinto questo partito ad essere indifferente ai propri valori».
«Di fronte a questo quadro – ha concluso De Mita – pensare di dare vita ad una forza politica ed avere paura di raggiungere la soglia del 3% significa non essere all’altezza di un popolo come questo riunito oggi qui a Napoli. Oggi noi lasciamo una traccia, diamo la nostra disponibilità all’incontro di chi vuole accettare questa sfida. Per la nostra cultura, per la politica che abbiamo avuto e che ha fatto la storia dell’Italia non possiamo arrenderci di fronte alla miseria dell’esistente. Di fronte ad una sfida così noi proviamo a dare una forma politica alla carità non solo evocando il popolarismo, ma recuperandolo dal punto di vista programmatico».