Nonostante l’apertura del nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Nola, considerato uno dei più all’avanguardia della Campania, le problematiche del nosocomio bruniano sono ancora tante. Dalle diverse carenze strutturali fino ada arrivare alla cattiva gestione della struttura.Tutto “denunciato” , in un documento ufficiale, dalle associazioni del territorio che , contemporaneamente, attaccano anche le forze politiche che hanno parlato della problematcia solo in campagna elettorale e poi se ne sono completamente disinteressate.
Ecco il contenuto del documento sottoscritto dalle associazioni:
Dove ci eravamo lasciati……
Abbiamo aspettato un bel po’ nella speranza che gli amministratori del territorio e i
politici, che hanno a cuore le sorti dell’area, affrontassero le problematiche
dell’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola.
L’argomento ad un certo punto è entrato nella campagna elettorale delle scorse
amministrative, ma come argomento di contesa tra due parti politiche.
Le nostre associazioni hanno preferito evitare di essere coinvolte.
A competizione elettorale chiusa e con l’amministrazione di Nola nel pieno delle
proprie funzioni, intendiamo riprendere la questione, riportandola nei termini che
crediamo più corretti e significativi.
C’è un doppio aspetto che abbiamo cercato di inquadrare con i nostri interventi precedenti
e che ci preme sottolineare.
– L’aspetto di fondo che attiene al Piano Sanitario Regionale (P.S.R.), cosa prevede,
qual è la sua funzione.
– l’aspetto puramente gestionale del nosocomio esistente.
L’inquadramento.
Ancora una volta è necessario fare chiarezza partendo da ciò che il Piano Sanitario
Regionale (P.S.R.) prevede per il nostro Ospedale. (Si riportano in appendice alcune
definizioni tecniche di uso comune, per meglio intendere le varie disposizioni del Piano).
Il Piano Sanitario Regionale (P.S.R.), decreto n. 49/2010,:
• Qualifica l’ospedale di Nola come presidio di II livello dell’emergenza;
• Stima l’attuale dotazione dell’ospedale in 144 posti letto (p.l.), a fronte di una rilevazione
recente di 137 p.l. operativi. Programma di portare il numero dei p.l. a 187 a
fine percorso di riqualificazione. Il raggiungimento di questa quota è pertanto subordinata
all’esecuzione di rilevanti interventi previsti ed in via di faticosa attuazione.
• Indica il Presidio Ospedaliero (P.O.) di Pollena come struttura a compensazione del
P.O. di Nola per le attività diurne.
• Individua come modello organizzativo quello degli Ospedali Riuniti; modello, che si
è rivelato un esempio di efficacia ed efficienza operative, idoneo a garantire la necessaria
flessibilità assistenziale e l’ottimizzazione delle risorse.
• Prevede l’accorpamento dell’Unità Operativa (U.O.) di Anestesia e dell’Unità Operativa
di Rianimazione in un’unica Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione
e l’accorpamento delle UU.OO. di Medicina Generale, Medicina di Ur3
genza e Geriatria. Queste determinazioni hanno già consentito, e positivamente, la
soppressione di tre strutture complesse.
• Contempla lavori di ristrutturazione ed ampliamento, quali vincoli ineludibili alla
piena realizzazione delle indicazioni del P.S.R.. Questi hanno già interessato
– la nuova Rianimazione (allo stato ancora allocata in sede provvisoria),
– le due nuove sale operatorie, che dovranno rappresentare l’inizio della soluzione
della pesante criticità determinata dalla attuale disponibilità di una unica
sala operatoria per le sedute operatorie programmate;
– la ristrutturazione e l’ampliamento del Pronto Soccorso;
Il P.S.R. stabilisce, inoltre:
• La rimodulazione della Rianimazione con una dotazione di 6 posti letto in maniera
più aderente ai bisogni del territorio del suo bacino di utenza ed all’ottimizzazione
delle risorse.
• La allocazione nel nostro Presidio del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
(SPDC), già esistente presso il plesso di Pollena Trocchia e poi soppresso.
L’allocazione non è stata possibile, perché comporta la necessità di complessive rimodulazioni
e vi é carenza di spazi disponibili. Potrebbe essere realizzata al completamento
dei lavori di edilizia sanitaria del presidio.
Nel periodo di transizione le attività dell’SPDC vengono garantite con 16 posti letto
nel presidio di Torre del Greco, grazie all’adozione di idoneo modello organizzativo.
• La previsione di n° 10 posti letto di Oncologia, un’esigenza quanto mai indispensabile
in quest’epoca di incremento di patologie tumorali.
• L’invio degli pazienti cardiologici in Centri regionali di alta specializzazione per malattie
complesse e situazioni particolari, ove si rendano necessarie competenze rare e
costose che non possono essere assicurate in loco;
• La temporanea allocazione dell’U.O. di Pneumologia, proveniente dalla riconversione
del Presidio di Pollena, nel P.O. di Castellammare nelle more del completamento
del processo di ampliamento del Presidio Ospedaliero di Nola.
• L’attivazione della nuova Unità Operativa di Neonatologia.
Il crono programma, fissato dal Decreto, prevedeva all’epoca 6 mesi per la riorganizzazione
interna del P.O. di Nola.
Ricapitolando dunque il P.S.R. della Campania stabilisce che
– l’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola deve diventare Presidio di II livello cui
compete un DEA di II livello (vedi appendice); vale a dire il massimo che un ospedale
può e dovrebbe avere!;
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– il presidio di Pollena Trocchia é caratterizzato come “Plesso a compensazione del
P.O. di Nola per le attività diurne”.
Dal confronto tra l’attuale realtà dell’P.O. di Nola e i progetti in fase di realizzazione
e previsti dal P.S.R., risulta che si è ancora lontani dalla realizzazione e non se ne
intravede l’esito, perché non si vede una reale volontà politica.
Al Piano Sanitario Regionale (Decreto del 2010), bisogna aggiungere che il Regolamento
Balduzzi, ministro della Sanità del Governo Monti, stabilisce successivamente
che vengano “garantiti livelli omogenei di assistenza ospedaliera in tutta Italia, sia in
termini di adeguatezza delle strutture che in termini di risorse umane impiegate in
rapporto ai pazienti assistiti e al livello di complessità della struttura. È questo
l’obiettivo cardine del regolamento sui nuovi standard ospedalieri, previsto dalla
spending-review”.
Di fatto gli attuali 144 posti letto stimati rappresentano lo 0,24 per ogni 1000 abitanti
(considerando una utenza di circa 600 mila abitanti in zona)!!!
Un rilievo, pubblicato, dell’Agenzia “ADNKRONOS” del giugno 2014, relativo al
2011, dice che in Italia ci sono 4 posti letto per 1000 abitanti e che la media in
Campania scende a 3,4. Altro che Regolamento Balduzzi!
E’ urgente dunque accelerare l’adeguamento dell’ospedale, rispettando sempre ciò
che il Piano Regionale ha previsto.
La gestione.
Alle carenze strutturali illustrate ed ai ritardi c’è da aggiungere una gestione non
certamente adeguata e consona ad una struttura in condizioni fortemente critiche.
L’elenco dei disguidi/problemi, ricavato dai mezzi di informazione locali e non, è
molto lungo e significativo. E anche pericoloso visto che si parla di salute pubblica!
Nell’ultimo periodo, un anno circa, abbiamo registrato che:
– L’unica e obsoleta ambulanza dell’Ospedale, utilizzata soprattutto per trasferimenti
di pazienti, è molto spesso indisponibile per mancanza di manutenzione;
– Un black out elettrico per circa 30 minuti ha fatto sospendere l’attività delle attrezzature
mediche, senza attivazione del gruppo elettrogeno, con conseguente elevato
rischio per i pazienti;
– Il blocco della fornitura idrica da parte della GORI e problemi all’impianto idrico ed
all’autoclave hanno provocato la mancanza di acqua nell’Ospedale, con disagio specie
dei pazienti dializzati che sono stati trasferiti in altre strutture per sottoporsi alla
terapia salvavita;
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– L’insufficienza del personale della ditta addetta alle pulizie provoca scarsa igienizzazione,
con prodotti idonei, dei locali, specie delle sale operatorie;
– Il Reparto di Urologia è praticamente senza posti letto;
– Si è verificato un furto per un valore di 100mila euro di farmaci costosi, utilizzati
per curare gli ammalati di cancro ed i bambini nati prematuri;
– Il Reparto di Medicina è perennemente intasato di malati in barella;
– Gli esami endoscopici sono rimasti bloccati per alcune settimane.
– Per rimuovere il gesso bisogna recarsi presso il P.O. di Pollena Trocchia;
– C’è carenza di infermieri e cattiva utilizzazione delle risorse umane. È riconosciuto
anche dall’ammini-strazione ospedaliera che con la buona volontà, una ridotta ingerenza
politica ed un minore campanilismo il personale in esubero presso il P.O. di
Pollena Trocchia potrebbe essere tranquillamente trasferito a Nola. È stata scongiurata
all’ultimo minuto la destinazione di personale dal Servizio di Emodialisi alle attività
di osservazione breve del Pronto Soccorso, con conseguente impossibilità di assicurare
eventuali emodialisi notturne d’urgenza.
– La classificazione e le non chiare funzioni operative del il P.O. di Pollena Trocchia
causano riverberi funzionali sempre più preoccupanti sull’utilizzo delle risorse umane
realmente a disposizione dell’ospedale.
E ci scusiamo se abbiamo trascurato qualcosa…..
Cos’altro si aspetta? Può la doppia inaugurazione del Pronto Soccorso sopperire a
tanto? Un Pronto Soccorso che non può funzionare compiutamente per il mancato
trasferimento del personale necessario e che, a detta di alcuni operatori, è stato realizzato
non rispettando a pieno gli standard di efficienza previsti (vale come esempio
il disagio dei pazienti che devono attraversare l’atrio di ingresso dell’ospedale per
poter effettuare un esame radiografico).
E le camere operatorie previste dal P.S.R., sempre nel 2010, e ripetutamente inaugurate
e propagandate? Ne abbiamo discusso un anno fa e avevamo paventato i logici
ritardi di natura tecnico/realizzativa. Le pareti c’erano e ci sono, mancavano e
mancano quelle che i dirigenti classificano come le “suppellettili”, indicando con
termine non idoneo le attrezzature necessarie ad una funzionante camera operatoria.
Ancora oggi non risulta che la necessaria gara di appalto, di ambito europeo sia
stata ancora espletata. L’avevamo sospettato, ma ci era stato detto che le nostre informazioni
erano non corrette!
Nel frattempo è arrivato il finanziamento del Centro di Emodinamica. Progetto che
finalmente va nella direzione di quanto previsto dal Piano Regionale. I lavori sono iniziati,
plaudiamo all’iniziativa, rendiamo merito ai promotori. Aspettiamo, non
l’inaugurazione, ma la messa in funzione del Centro per esultare.
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Allo stato questa è la realtà dell’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola, o più correttamente
dell’Area Nolana. La società politica dell’area, i sindaci in primis, avrebbero
il dovere di tenersi informati sulle criticità esistenti e informare i cittadini sulle
reali problematiche. Purtroppo o tacciono o ne parlano ad orologeria, cioè quando
serve loro.
Il nostro Ospedale pubblico dunque non solo stenta ad assumere l’importanza che
merita e necessita, ma addirittura continua ad essere in condizioni molto critiche.
Ciò nonostante resta alto l’impegno del personale che presta realmente il proprio
responsabile servizio con competenza e professionalità e che sostiene carichi di lavoro
sproporzionati per la domanda di una utenza che insiste su un così vasto bacino.
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Le cattive condizioni della sanità nolana sono aggravate anche dalla mancata attuazione
di quanto previsto dal Piano Sanitario Regionale per l’assistenza psichiatrica.
Essa è svolta dall’Unità Operativa di Salute Mentale (UOSM) di Nola dove sono attivi:
il Centro di Salute Mentale (CSM), per il coordinamento di tutti gli interventi psico-
sociali; il Day Hospital (DH), per la gestione quotidiana dei pazienti; il Centro Diurno
(CD), per la riabilitazione e la risocializzazione.
Il Reparto ospedaliero per il ricovero volontario o in regime di trattamento sanitario
obbligatorio (TSO), denominato Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), si
trova come detto presso l’Ospedale di Torre del Greco ed è l’unica struttura del genere,
attualmente funzionante nell’intera ASL, provvista di soli dieci posti letto per
una popolazione di oltre un milione di abitanti.
Da circa 25 anni, secondo vari provvedimenti regionali succedutosi nel tempo (compreso
il su citato decreto 49/2010), l’Ospedale di Nola doveva essere dotato di SPDC
con 15 posti letto. Secondo lo stesso decreto sono due gli SPDC di cui l’ASL Napoli 3
Sud si deve dotare: uno presso l’Ospedale di Nola e l’altro presso quello di Boscotrecase.
Invece, attualmente, l’unico SPDC, è quello dell’ospedale “Maresca” di Torre
del Greco, che peraltro è in fase di riconversione riabilitativa ed è privo di U.O. di Rianimazione,
struttura la cui presenza è indispensabile per consentire la buona funzionalità
del SPDC.
Fino ad inizio Settembre poi era operante a Nola un’altra articolazione della UOSM,
il “Centro Gestione della Crisi Psicosociale” con 5 posti letto, aperto 24 ore al giorno.
Qui venivano ospitati pazienti che, per un breve periodo, avevano bisogno di allontanarsi
dalla famiglia d’origine, in quanto apparivano in crisi relazionale con gli
stessi familiari e presentavano un notevole incremento del disagio psichico, preannunciando,
un’imminente riacutizzazione psicotica. In assenza di questo tipo servizio,
purtroppo si deve ricorrere al ricovero in ospedale o in casa di cura.
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Dopo vent’anni di attività, il “Centro Gestione della Crisi Psicosociale” di Nola è stata
soppresso e la UOSM è aperta, oggi, solo dalle ore 8.00 alle 20.00 dei giorni feriali.
L’intera attività di emergenza notturna e festiva è stata delegata al “Dipartimento di
Emergenza” dell’ASL (servizio 118) con la sola reperibilità notturna e festiva di due
infermieri per UOSM ed un solo psichiatra per l’intera ASL, da Roccarainola a Sorrento.
Nella nostra zona poi manca una Struttura Intermedia Residenziale (SIR), intermedia
cioè tra il suddetto Reparto ospedaliero (SPDC) e l’Unità di assistenza ambulatoriale
(CSM, DH e CD).
Una SIR era stata progettata e doveva essere realizzata in una vecchia scuola dismessa
a Tufino, grazie ad un comodato d’uso gratuito stipulato fra Comune di Tufino
ed Asl Napoli4, oltre 10 anni fa. Ma la nuova amministrazione di Tufino, eletta nel
2012, ha revocato il comodato d’uso ed ha cambiato la destinazione dei locali. L’ASL
si è opposta al provvedimento con ricorso al TAR Campania circa 18 mesi fa. Se ne
attende ancora l’esito. Intanto gli utenti che necessitano di essere collocati in strutture
residenziali vengono ospitati in strutture localizzate in territori molto distanti da
quello di residenza oppure vengono relegati dai familiari, esasperati, in strutture
improprie, come case di riposo per anziani, o abbandonati al loro destino, trascorrendo
buona parte della giornata per strada.
E’ previsto intanto l’accreditamento da parte della Regione Campania delle Case di
cura neuro-psichiatriche perché cambino la propria missione svolgendo attività riabilitativo-
residenziali. Diventerebbero esse quelle S.I.R. (Strutture Intermedie di Riabilitazione)
che mancano da oltre 25 anni. Da fonti non ufficiali, apprendiamo che é
stata accreditata una Casa di cura neuropsichiatrica dell’area nolana che riconvertirebbe
i propri 37 posti letto di degenza psichiatrica in posti di residenza riabilitativa.
Questa soluzione apparentemente ottimale coprirà però il fabbisogno residenzialeriabilitativo
dei casi cronici. Per i casi acuti di nuova manifestazione o per il riacutizzarsi
di casi già fase di remissione, non c’è invece risposta nel medio-lungo periodo;
per alcuni mesi le Case di cura neuropsichiatrica accetteranno ancora ricoveri del
genere, ma per il futuro?. Occorrerebbe almeno un setting per la gestione della crisi
psichiatrica presso il nosocomio nolano, magari con l’istituzione di una astanteria
con 4 posti letto temporanei, molto utili per evitare ricoveri incongrui in SPDC.
Le Associazioni del territorio denunciano tutto questo, invitando ad un ripensamento
delle politiche decisionali che hanno prodotto sinora uno snaturamento
dell’assistenza soprattutto nei confronti di quella parte della popolazione residente
nell’estrema periferia del territorio dell’ASL NA3sud.
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Appendice
DEA: Dipartimento d’Emergenza e Accettazione (detto anche Dipartimento Emergenza-Urgenza)
dipartimento dell’Ospedale inteso come evoluzione ed aggiornamento del Pronto Soccorso.
Il DEA comprende varie unità operative incentrate sulla cura del paziente in area critica.
È quindi costituito e organizzato da unità operative omogenee, affini o complementari, che perseguono
comuni finalità e sono tra loro interdipendenti, pur mantenendo le proprie autonomie e responsabilità
professionali.
I DEA sono suddivisi in due livelli in base alle specialità presenti nell’Ospedale. (Si definisce EAS un
Dipartimento d’Emergenza ad Alta Specialità, di solito presente negli ospedali di rilevanza nazionale).
• DEA di primo livello
Garantisce oltre alle prestazioni fornite dagli ospedali sede di pronto soccorso anche le funzioni di
osservazione e breve degenza, di rianimazione (attraverso spazi appositi, noti come sala rossa) e
deve inoltre garantire interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale,
ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Sono inoltre
assicurate prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica
per immagini, e trasfusionali.
• DEA di secondo livello
Oltre alle prestazioni fornite dal DEA I livello, assicura funzioni di più alta qualificazione legate
all’emergenza, tra cui la neurochirurgia, la cardiochirurgia, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia
toracica e la chirurgia vascolare, secondo indicazioni stabilite dalla programmazione regionale.
Altre componenti di particolare qualificazione, quali le unità per grandi ustionati o le unità spinali
ove rientranti nella programmazione regionale, sono collocati nei DEA di II livello.
• PRESIDI di I livello
Bacino d’utenza tra 150.000 e 300.000 abitanti. Sono sede di DEA di I° livello. Sono strutture che
sono dotate di un notevole numero di specialità con servizio medico di guardia attiva. Devono essere
presenti o disponibili in rete h 24 servizi di radiologia con Tac ed ecografia, laboratorio, servizio
immunotrasfusionale.
• PRESIDI di II livello
Bacino d’utenza tra 600.000 e 1.200.000 abitanti. Sono dotate di strutture di DEA di II° livello.
Questi presidi sono riferibili alle Aziende ospedaliere, a quelle universitarie ed a taluni Istituti di ricerca
(IRCCS). I presidi in questione possiedono tutte le caratteristiche di quelli di I° livello ma in
più sono dotate di strutture che sono in grado di affrontare discipline e patologie più complesse.
______________________
A cura di:
Amici del marciapiede – Associaz. ne Cielo e Grano – Associaz.ne Nolana G.Bruno – Associaz.ne NOVA ALBA
– Associaz.ne per la liberazione del merlo maschio – Assofelix – Campo dei fiori – CIVITAS Cittadinanza
attiva – Comitato civico per l’acqua pubblica – Contea Nolana – Extra moenia – Federazione Assocampania
felix – I.S.D.E. Medici per l’Ambiente Segreteria provinciale – NOLA Da qui –NUVLA.