- Andrea Siniscalchi
È la novità del Fuorisalone di Vinitaly: il Palazzo del Vino Sostenibile e dintorni. Da un’idea del giornalista Paolo Massobrio, autore del ilGolosario, si realizza un luogo dove avverrà il racconto e l’assaggio dei vini che derivano da scelte virtuose in vigna e in cantina.
Domani alle 18, appena dopo l’inaugurazione di Vinitaly & the City in Piazza dei Signori, ci sarà l’inaugurazione ufficiale di Palazzo Carli, con il professor Ettore Capri dell’Università Cattolica di Piacenza che spiegherà il progetto Viva, marchio del ministero dell’Ambiente e a sorpresa Katia Ricciarelli, insieme ad autorità e produttori di vino.
Saranno 80 i vini in degustazione attraverso i dispenser di Wineemotion con cui il vino è stato rappresentato all’Expo 2015. All’ingresso del palazzo, un desk permetterà di acquistare la card (15 euro) e il bicchiere che favorirà dieci assaggi delle varie espressioni di vino di tutta Italia. Poi attraverso il sistema di Enosocial, sarà anche possibile ordinare immediatamente il vino assaggiato di alcune aziende con il proprio smartphone. Il vino sostenibile è ormai una realtà che va oltre la certificazione biologica e si rifà a pratiche che riguardano uno sviluppo fondato su 4 fattori interdipendenti: tutela dell’ambiente, crescita economica, sviluppo sociale e culturale. Una tendenza che ormai sta coinvolgendo i produttori di tutto il mondo e che vedrà a Palazzo Carli vini prodotti in vigne dove l’uso della chimica è ridotto al minimo se non bandita, creati in cantine informate al risparmio energetico e all’economia circolare.
Ma anche vini ottenuti con pratiche enologiche dove talvolta è ridotto l’uso dei solfiti, i lieviti selezionati sono indigeni e le pratiche di cantine favoriscono l’evoluzione naturale della maturazione del prodotto. Hanno aderito anche 16 cantine che hanno sottoscritto il disciplinare Viva (marchio del ministero dell’Ambiente che identifica i vini italiani prodotti con criteri di sostenibilità), accanto a cantine (“i dintorni”) che hanno applicato pratiche di sostenibilità.
Fra i nomi spiccano alcune eccellenze nazionali (fra gli altri: Terre del Leone e Vigne di San Pietro del Veronese; Col D’Orcia e Carpineto in Toscana; Lungarotti e Falesco in Umbria; Braida e Chiarlo in Piemonte; Perla del Garda e Maggi in Lombardia; Masciarelli e Zaccagnini in Abruzzo; Weger e Tramin in Alto Adige; Venica e Felluga in Friuli; Maffini e Marisa Cuomo in Campania; Cusumano, Tasca d’Almerita e Donnafugata in Sicilia; quindi Velenosi, Di Majo Norante e tanti altri). Accanto a questi, alcuni casi unici come la Maliosa in Toscana, che applica il metodo Corino, Olianas in Sardegna che completa il circuito di sostenibilità con le anfore oppure Le Carline di Pramaggiore, che ha seguito un progetto della Regione Veneto sui vitigni resistenti del futuro e qui presenterà due sperimentazioni della linea Resiliens: un bianco e un rosso.
Palazzo Carli seguirà gli orari ufficiali della manifestazione e all’interno del cortile centrale ci sarà la presenza del Consorzio per la Tutela del Formaggio Asiago che proporrà le diverse stagionature del suo prodotto di montagna con questi vini che rappresentano in qualche modo il futuro della nostra enologia.