E’ stata effettuata la seconda autopsia sul corpo della povera Pamela Mastropietro, e ciò che è emerso è davvero di una brutalità che non ci si aspettava. Le rivelazioni sono date dal Tempo e fanno sospettare come prima di morire la ragazza abbia sofferto davvero molto. Gli esami “inducono a ritenere superate le iniziali incertezze sulle cause della morte – il dubbio era fra omicidio o overdose – facendo propendere recisamente – spiega il gip – per l’ipotesi omicidiaria”.
Dopo la morte, sul corpo di Pamela è iniziato il rito brutale del “depezzamento” con una mannaia. “È emersa la presenza su un’ampia parte di cute di superficiali ferite da taglio parallele, ferite – si legge nell’ordinanza – che il dottor Tombolini (primo medico legale a fare l’autopsia, ndr) ha ritenuto inferte in vita, quasi a voler infliggere sofferenze alla vittima, mentre il dottor Cingolani (nominato in un secondo momento dalla Procura, ndr) ha ritenuto effettuate post mortem verosimilmente in relazione alle pratiche di sezionamento del cadavere”.