di Miriam Pinchera
Domenica 6 febbraio, il Papa è stato ospite a “Che tempo che fa”, trasmissione condotta da Fabio Fazio, giornalista che può vantare di aver ospitato nella sua trasmissione personaggi di notevole calibro e già noto
per aver ricevuto “nel suo salotto” personalità di un certo spessore ma forse nessuna così importante quanto quella del Pontefice. Quello del 6 febbraio, infatti, è stato un vero e proprio evento che ha attirato l’attenzione di molti, che amano Papa Francesco per il suo modo d’essere spontaneo ma allo stesso tempo delicato.
Il Papa si è fatto intervistare in collegamento da Santa Marta, in cui a beneficio degli spettatori ha elaborato una sintesi del suo magistero e in una devota chiacchierata di circa 50 minuti ha trovato il coraggio di mostrarsi come un uomo imperfetto. “Da bambino volevo fare il macellaio per avere delle monetine in tasca. Poi ho intrapreso gli studi di chimica e in un secondo momento ho ricevuto una vocazione che con dedizione ho deciso di accogliere e perseguire” afferma. Nel corso dell’intervista sono stati però diversi i temi affrontati: dalla pandemia alla guerra.
“C’è un problema di categorizzazione di primo e secondo posto e le guerre, in questo momento, sono al primo mentre bambini, migranti, poveri nell’immaginario universale invece non lo sono. Con un anno senza produzione di armi si può fare da mangiare ed educare in modo gratuito tutto il mondo, ma purtroppo padrona di tutto è la guerra ideologica, commerciale, di potere” ha espresso relativamente alla situazione attuale. Continuando ha affermato: “ci sono i lager in Libia e non solo. Bisogna pensare alla politica migratoria e l’Europa deve farlo insieme. L’Unione Europea deve collaborare evitando che l’onere ricada solo su alcuni paesi” ha sottolinato il Papa ricordando le sofferenze di coloro che privi di ogni cosa e alimentati soltanto da una minima speranza attraversano il mediterraneo, ormai diventato un cimitero; “ ci manca il toccare le miserie e toccarle ci porta all’eroicità. Penso a medici, infermieri che hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare lì. Il tatto è il senso più pieno”, ha proseguito, “toccare è farsi carico dell’altro ma dobbiamo prenderci carico anche della Madre Terra”. Con tali parole il Papa ha animato gli animi degli uomini a non lasciarsi anestetizzare dall’indifferenza di fronte ai problemi sociali e comuni.
C’è stato poi uno sguardo alle famiglie; “serve vicinanza con i figli, questa è la società crudele che allontana i figli dai genitori ma anche quando i figli hanno qualche scivolone il dovere dei genitori è quello essergli vicini e farli parlare. Bisogna essere complici”.
Tuttavia non sono mancate domande su aspetti personali della vita di Papa Francesco alle quali ha saputo rispondere con grande ironia. “Mi piace la musica classica e il tango, lo ballavo anche. Ho poi degli amici che mi aiutano, pochi ma veri e con loro c’è un rapporto normale. Io ho bisogno degli amici, per questo non sono andato ad abitare nell’appartamento pontificio. Gli altri papi sono santi, io non lo sono così tanto, ho bisogno di rapporti umani”