In sequenza si pubblicano le foto che rappresentano la negazione degli orizzonti e delle lunghe prospettive di paesaggio, con cui per consueto comune buon senso – e di norma- si connotano- o dovrebbero connotarsi- le aree protette e i Parchi. Le immagini si riferiscono al territorio comunale di Mercogliano, nella parte centrale del Parco regionale del Partenio; sono “primi piani” interamente “occupati” dall’intricata ed informe ferraglia di ripetitori e antenne, per lo più neanche in esercizio, a cui è affidato il “decoro” dei siti di Toppa Riviezzo e di Montevergine.
E’ uno squallore a tutto tondo, a cui conferiscono il tocco in più d’offesa a quello che dovrebbe essere il profilo normale del Parco, le macerie, i resti e la piattaforma di cemento armato delle dismesse strutture della base–Nato, in stato di abbandono da decenni. Uno scenario da bonificare, ripristinando e rigenerando l’intera area, rendendola degna di essere parte del Parco.
Sono, in realtà, condizioni simili e tante altre analoghe e di altro genere, come quelle dei tagli abusivi nei boschi pubblici, tanto per fare un esempio, che inducono, anzi obbligano sempre più a far ritenere che quello del Partenio più che un Parco è una pretesa o un auspicio di Parco. E sono le amministrazioni comunali ad essere … in fuga dalle responsabilità che pure spettano loro per valorizzare la risorsa-Parco, la risorsa-boschi, la risorsa-paesaggistica, la risorsa-naturalistica e via seguendo, che sono anche e soprattutto fonte di economia produttiva, se realmente promosse e tutelate in una visione strategica. E, invece, il quadro contrasta con il pur tanto proclamato “Green new deal”. Di certo su scala nostrana.