Martedì prossimo, 20 settembre, la Cgil Avellino terrà un’assemblea pubblica provinciale in Piazza Biagio Agnes ad Avellino: Per l’Unità e la Crescita sostenibile. Saranno presenti, Pietro Nappi, presidente assemblea generale Cgil Avellino, Carmine De Maio, segretario generale Filctem Cgil Avellino, Franco Fiordellisi, segretario generale Cgil Avellino che si confronteranno con Andrea Amendola, presidente Ires Campania, Renato Ciampa, Ceo Centro diagnostico Baronia Srl, Grazia Moffa, docente di Sociologia dei processi culturali, e Paolo Ricci, docente di Economia della Amministrazioni pubbliche. Modera: Italia D’Acierno, segretaria Cgil Avellino.
Franco Fiordellisi presenta l’iniziativa: «Raccontarsi per riuscire a ricomporre il nostro vissuto, a dare significato alle mille esperienze lavorative terminate senza aver raggiunto alcun obiettivo. Raccontarsi, quindi, per ritrovare il senso di se, per poter arrivare ad una consapevolezza di noi stessi e della nostra posizione nel mondo, per trovare la forza di reagire, di reclamare e pretendere ciò che ci spetta. Per rivendicare i nostri diritti».
«In questo momento, è fondamentale l’azione per la sicurezza sul lavoro, fino ad oggi, nel 2022, registriamo oltre 600 morti sul lavoro. Tra questi, ci sono giovani studenti e queste morti rilanciano con forza il tema della sicurezza, della scuola come istituzione utile a creare spirito critico e cultura, non automi di carne e ossa. Sono questi temi fondamentali per le aree deboli come le aree interne in cui drammatica è la mancanza di lavoro dignitoso per giovani e donne».
«Allora, raccontarsi anche per rendersi conto che non siamo soli, che vi sono altri con la stessa o simile narrazione e che quindi siamo legati, siamo noi lavoratori. Senza consapevolezza non c’è possibilità di rivendicazione, è questa la coscienza di “classe” dei redditi da salario dipendenti che dobbiamo recuperare, senza coscienza di classe non c’è possibilità di rivendicazione collettiva».
«Uscire dall’io individuale, raccontandosi, per arrivare al noi Collettivo. Le trasformazioni sociali, del lavoro, sul futuro con le svolte tecnologiche e digitali pur impattando fortemente sul mondo del Lavoro, non tolgono le attività che richiedono fatica, sforzo fisico, sudore. Attività socialmente poco riconosciute “invisibili” all’occhio stanco dei più, su cui però, ancora, si fonda l’economia della nostra società, ma anche il nostro sostentamento, basti pensare ai braccianti, per lo più migranti, ai facchini, agli addetti mercati o supermercati, infermieri, badanti, netturbini».
«Quel lavoro umano che difficilmente permette la realizzazione delle proprie potenzialità come esseri umani, e per tutto questo noi dobbiamo operare il cambiamento, sollecitiamo e formuliamo il cambiamento con soluzioni possibili per un futuro più giusto e con meno disuguaglianze sociali».
«Per tutto questo, organizziamo iniziative aperte per dire a tutti e alla politica distratta ascoltate il lavoro che chiede pace, lavoro stabile e di qualità, salari più alti, riduzione dell’orario di lavoro, fine della precarietà, salute e sicurezza contro infortuni e morti sul lavoro, politiche industriali che puntino alla sostenibilità ambientale per rilanciare l’industria e la manifattura, risorse maggiori per sanità, istruzione, pubblica amministrazione, fisco più progressivo e equo, welfare e tutele per le fasce deboli della società, riforma e aumento delle pensioni (cambiando le norme sull’età e sull’accesso alla pensione), una legge sulla non-autosufficienza».