Ci sono sintomi – come il mal di testa e la stanchezza costante – che non devono essere assolutamente sottovalutati. Si tratta di due fattori – fra i tanti segnali possibili – che possono evidenziare una condizione di carenza di ferro, disturbo tipico delle donne in età fertile.
La sideropenia – questo il termine specifico – è una problematica sulla quale è importante non abbassare la guardia. Anche nei casi in cui si segue una dieta varia, è cruciale tenere sotto controllo i valori del sangue. Come mai la carenza di ferro riguarda soprattutto le donne? Per ragioni prettamente fisiologiche. La prima ragione – quella più comune e diffusa – è legata al flusso mestruale. Le perdite ematiche, che in alcuni casi possono essere particolarmente abbondanti, comportano, di riflesso, una riduzione della presenza di ferro nel corpo.
Da non dimenticare, poi, il caso della gravidanza. Soprattutto nei Paesi occidentali, è particolarmente frequente avere dei valori bassi di ferro durante la dolce attesa. Le cause possono essere diverse e comprendono, per esempio, la carenza di acido folico. In questi casi, la supplementazione di vitamina B9 è fortemente consigliata nel corso del primo trimestre di gravidanza per via della necessità di prevenire difetti al tubo neurale e patologie gravi come la spina bifida.
Nei due trimestri successivi, è comunque importante non mettere da parte questo nutriente proprio perché è fortemente collegato ai livelli di ferro, a loro volta fondamentali per il trasporto di ossigeno alla placenta. Dati alla mano, la carenza di ferro in gravidanza è collegata a un maggior rischio di parto prematuro e basso peso del bambino al momento della nascita.
Nei frangenti in cui i valori sono troppo bassi, si può valutare – in accordo con il proprio ginecologo e previa visita specifica – il ricorso alla supplementazione., che dovrà essere naturalmente personalizzata, secondo le esigenze.
Occorre comunque sottolineare che la supplementazione di ferro può essere necessaria anche dopo il parto, sia naturale sia cesareo, se la futura mamma dovesse perdere troppo sangue.
Anche in età avanzata il problema della sideropenia nelle donne è diffuso. Come mai? Perché la menopausa provoca una riduzione della ferritina, proteina responsabile dello stoccaggio del ferro nell’organismo (se vuoi approfondire il tema, puoi trovare qui un articolo dedicato al rapporto tra anemia e menopausa).
Come garantire all’organismo il giusto apporto di ferro
Per garantire all’organismo il giusto apporto di ferro, è opportuno essere consapevoli del fatto che, per un adulto in condizione di salute, il fabbisogno giornaliero consigliato è pari a 14 mg. Questo riferimento, come già accennato, può variare in condizioni particolari, come la gravidanza. Possiamo dire che le donne in dolce attesa, in linea di massima, hanno bisogno di 30 mg di ferro al giorno.
Quando ci si avvicina per la prima volta all’assunzione di questo minerale, componente fondamentale dell’emoglobina, proteina che ha il compito di trasportare l’ossigeno dai polmoni al resto dei tessuti del nostro corpo, è bene sapere che esiste in due forme. Il ferro eme, quello contenuto in alimenti di origine animale, come per esempio la carne rossa, e il ferro non eme, che possiamo trovare invece in fonti alimentari di origine vegetale, dalle verdure a foglia verde, ai cereali, alla frutta secca.
Il ferro non eme ha la caratteristica di essere meno biodisponibile per l’organismo. Per fortuna, si può far fronte a questa piccola criticità in maniera agevole. Basta, infatti, associare la fonte di ferro a uno o più alimenti ricchi di vitamina C – per esempio gli agrumi, ma anche legumi come le lenticchie o verdure come i peperoni – ed è possibile apprezzare un’ottimizzazione dei livelli di assorbimento del minerale.
Come capire se si è in carenza di ferro
Anche se gli esami vanno sempre mostrati al medico di fiducia, è comunque utile conoscere gli aspetti utili a capire se si è in carenza di ferro. Essenziale è controllare i seguenti valori:
- Transferrinemia;
- saturazione della transferrina;
- sideremia;
- ferritinemia;
- emoglobina;
- ematocrito.