In Campania si registra una frenata per la FCA. Pomigliano ferma fino a data da destinarsi mentre per la struttura di Pratola Serra si attende la produzione di mascherine. Mercato automobilistico che segna il passo con un crollo, un calo vertiginoso delle vendite che si ripercuote anche sulla produzione. Sull’attuale momento interviene la Cisal Metalmeccanici irpina con Massimo Picone, segretario provinciale del sindacato per il comparto:
“Le risposte a una vera e propria crisi devono giungere necessariamente dal Governo che deve farsi carico di una situazione difficile ma che va affrontata anche in tempi brevi”.
Intanto a livello nazionale è stata confermata la cassa integrazione negli stabilimenti della FCA: stop anche a Pomigliano d’Arco fino a data da destinarsi mentre per la struttura di Pratola Serra si attende la produzione delle mascherine anti coronavirus che potrebbe partire nel mese di luglio. “Da quanto si apprende – spiega Massimo Picone – nello stabilimento irpino, con le mascherine protettive, si ridurrebbe la cassa integrazione utilizzando 200 addetti alla produzione. Non ci sono annunci ufficiali da parte di Fiat Chrysler. Per il nostro sindacato questa ipotesi potrebbe rappresentare un’occasione ma certo non la soluzione visto che la mission produttiva dello stabilimento deve restare quella della produzione di motori”.
Il «Piano Italia» include la FCA di Pratola Serra per produrre i motori diesel del furgone Fiat Ducato e i motori ecodiesel di ultima generazione. Massimo Picone affronta la situazione attuale e non nasconde preoccupazione:
“La nostra organizzazione sindacale, con il continuo impegno profuso dal Coordinatore Nazionale Giovanni Centrella, è attenta su ogni possibile discorso relativo al rilancio degli stabilimenti. Il governo dovrebbe approfondire la riconversione degli stabilimenti per la produzione di motori ecologici alla Fca di Pratola a Serra e Grugliasco. Il Ministro sarebbe pronto a convocare un tavolo sull’automotive: al centro della discussione ci sarebbero gli scenari futuri anche per le fabbriche di Pratola Serra e Grugliasco. Da parte nostra siamo certi che per uscire da questa situazione e fornire risposte alle maestranze occorre che si materializzi non solo un interessamento ma un vero intervento con incentivi dello Stato. Credo occorra un Piano vero e proprio – spiega Picone – perché si facciano ripartire i consumi. Anche in Irpinia l’industria dell’auto sta vivendo un momento non facile. Dal confronto sindacati-Governo si potrà avere maggiore chiarezza sul futuro”.
Fronte “caldo” anche per altre realtà produttive nella provincia irpina come la EMA di Morra De Sanctis e la Denso di Pianodardine: “Nella morsa di questa crisi ci sono anche altre due aziende irpine che fino a prima dell’emergenza Coronavirus tutto sommato stavano lavorando con continuità sulle proprie linee produttive. I vertici aziendali hanno dovuto applicare la cassa integrazione anche alla luce della sospensione di varie commesse. La preoccupazione – sottolinea Picone – come anche l’attenzione della Cisal Metalmeccanici, resta alta su questi due insediamenti produttivi. Anche per gli stabilimenti in questione ritengo sia necessario un confronto ed un intervento con il Ministero e con i vertici preposti dal Governo al fine di poter trovare una soluzione che possa restituire continuità e garantire alle due aziende di riprendere gli standard produttivi a cui erano giunte. Occorrerà un confronto e magari anche soluzioni relative al mercato dell’automotive in un momento in cui soprattutto i lavoratori vivono troppe incertezze”.