“Le ultime vicende politiche in provincia ci restituiscono guerre di posizionamento e niente più. Inutile dire che siamo tristemente abituati a tutto ciò e la ferma realtà che si presenta ai nostri occhi ne è solo la desolante conferma.
Anche sulla vicenda della presidenza dell’ATO rifiuti, abbiamo assistito ad accordi traditi, veleni e sentimenti di vendetta (immaginando, tra l’altro, di perpetrarli sulla pelle dei cittadini, ovvero bloccando l’ente).
Assistiamo, ascoltiamo e leggiamo, però sempre e solo di nomi, mai di idee.
Di cosa si voglia fare e di che idea si abbia, ad esempio, per quanto riguarda l’ATO, sul ciclo integrato dei rifiuti, nessuno parla.
Forse per la consapevolezza che senza i suddetti accordi tra le persone, in una provincia intimamamente lottizzata, non si va da nessuna parte; o, più probabilmente, perché è più semplice e redditizio, in termini di consenso, cavalcare l’onda emotiva del momento, che avere una idea di sviluppo futuro.
La nuova presidenza dell’ATO, da questo punto di vista, ha una chance per dare uno schiaffo morale a chi, come me, lamenta l’immobilismo della classe dirigente. Potrebbe far tornare la politica: assumere decisioni, portarle avanti.
Si potrebbe cominciare a prendere finalmente una decisione sulla realizzazione del biodigestore di Chianche; ad esempio farlo e farlo proprio lì, a ridosso dei vigneti e fare anche presto, assumendosi la responsabilità di una scelta giusta anche se non di facile consenso, spiegando alla cittadinanza e agli imprenditori i vantaggi che potrebbero avere, stigmatizzando falsità sul pericolo inquinamento e fastidiose sindromi di NIMBY.
-Il biodigestore a servizio delle docg è una figata pazzesca- potrebbe essere l’incipit per dare una svolta netta.
Ma, ripeto, sarebbe almeno il caso di capire quali siano le intenzioni politiche, posto che ci siano.
Possiamo ancora avere speranze in questo?”
Manlio Lomazzo – dirigente +Europa