Attraverso la pizza, questo prodotto genuino che affascina i gusti del mondo intero, è nata l’idea di promuovere qualcosa di tanto semplice, tanto naturale, fortemente comunicativo e che crea gioia in chi lo riceve e gusta, con un conseguente far nascere anche di un sorriso in persone che soffrono per motivi vari e che a volte sentirebbero il desiderio di provare gioia anche mangiando un sol pezzo di pizza. E’ con questi intendimenti che i fratelli Giustiniani, Vincenzo, Raffaele e Rosario, conosciuti anche come “Capatosta” figli del compianto Maestro pizzaiolo Gennaro uomo di grande arte professionale in questo settore oltre che di gran cuore, unitamente al vice direttore Caritas della Diocesi di Caserta Don Antimo Vigliotta, hanno organizzato l’accoglienza di un gran numero di persone, che hanno potuto piacevolmente stringersi in un sorriso gustando una pizza di beneficenza preparata dai tanti pizzaioli napoletani nel “Mama Mia” di Caserta. Già pochi giorni prima la stessa kermesse, di accoglienza per i più bisognosi, aveva avuto successo organizzata con la Comunità della Parrocchia di San Gennaro al Vomero, da Franco Manna presidente della Sebeto Spa, che raggruppa i marchi Rossopomodoro, Anema e cozze, Ham Holy Burger, Rossosapore e Coq., nel locale vomerese di via Massimo Stanzione, che per un giorno si è chiamato Cuore di #Pizza Unesco. L’iniziativa dei Capatosta, proposta ai titolari del “Mama Mia” ha trovato immediata accoglienza in questo ristorante, pizzeria, insalateria e steak house, di Caserta, uno dei pochi locali a non avere barriere architettoniche e avere sala per fumatori, struttura molto vivace ed accogliente con grandi spazi che possono ospitare 170 persone all’interno e 60 all’esterno e che offre ai propri clienti una varietà di scelta di cibo che va dall’ottima carne, alle insalate, ai tanti primi, secondi, contorni e dolci da cerare solo l’imbarazzo della scelta, anche e soprattutto per l’ottima qualità di ingredienti e loro elaborazione. Tante così le persone bisognose di un affetto che sono giunte attraverso la Caritas per gustare una o anche più d’una pizza con bevande, il tutto gratuitamente servito a tavola, mentre i maestri della Pizza continuavano a sfornarne, con la partecipazione attiva del direttore del “Mama Mia” Giuseppe Palladino, persona notata subito da tutti per la cordialità nell’accoglienza, precisione nel servizio, cortesia e savoir-faire che ne fanno un artista della professione di maître. A servire ai tavoli i particolari ospiti della Caritas, sono scesi in campo anche i personaggi partecipanti all’iniziativa Clelia Martino Development Manager Sebeto con l’executive chef di Rossopomodoro Antonio Sorrentino, “l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani” con il suo presidente Sergio Miccù, la ” Fondazione Univerde” con Alfonso Pecoraro Scanio e il “Mulino Caputo” e tutti gli altri pizzaiuoli man mano che preparavano le pizze, tempestivamente, così servite fumanti con il loro sprigionare di profumi, quei profumi che solo le pizze napoletane sanno offrire. Le stupende ed inconfondibili pizze dal gran gusto e sapore sono state realizzate dai fratelli Giustiniani della “Pizzeria Capatosta” di Recale, Davide Civitiello Campione Mondiale di pizza che Rossopomodoro vanta, Diego e Adriana Viola, Paolo Pagnani della Pizzeria “Brandi” e i pizzaiuoli di casa Raffaele De Simini, Michele Merola e Raffaele Giugno, bravissimi anche con la loro specialità, la pizza “Lellona”, con ricotta pomodorini del piennolo e provola. Anche Clelia Martino ha voluto cimentarsi, preparando fra l’altro delle ottime pizze che sono state servite ai particolari ospiti, che le hanno apprezzate ed elogiate, anche perché, con questo gesto di grande umiltà, la Martino ha voluto donare al massimo la sua partecipazione alla causa dell’evento sfornando le pizze elaborate e regalate con il “Cuore”. La manifestazione, che ha visto l’accoglienza da parte di Enzo Fierro e di Tommaso Russo, in rappresentanza degli atri soci della struttura ci si augura che possa essere da stimolo all’offrire altri gesti di solidarietà da parte di coloro che possono verso chi meno può. Augurio già confermato da Fierro che ci ha detto: “Abbiamo sposato con estrema gioia questa causa perché ci sentiamo molto vicini a queste persone che hanno dei problemi e siamo sicuri, o quanto meno speranzosi, che la cosa si possa ripetere ed aiutare questi ed anche altri esseri umani con problematiche di vario tipo. Al tempo stesso sposiamo la causa della pizza, che con la professionalità dei suoi artefici, entri a far parte del patrimonio immateriale dell’Unesco. Ospitare persone in scenari del genere è per noi un motivo di orgoglio e ci fa sempre piacere ripetere iniziative del genere”. L’occasione è stata anche utile per continuare la raccolta di firme utili alla causa di riconoscimento, che alla fine di quest’anno si spera di ottenere a Seul dall’apposita commissione di 24 Paesi del Mondo delegati, per decretare la pizza napoletana come: “L’arte dei Pizzaiuoli Napoletani Patrimonio Unesco”.