“Giovedì e Venerdì scorsi le stazioni di monitoraggio dell’aria di Avellino hanno registrato due sforamenti polveri sottili consecutivi dovuti quasi esclusivamente ad una ondata di sabbia proveniente dal deserto: fenomeno naturale questo, assolutamente ingestibile dalle amministrazioni comunali, ma che, insieme ai più comuni fenomeni antropici quali il traffico veicolare, gli allevamenti intensivi, i riscaldamenti da caldaie vetuste, gli abbruciamenti in campagna, determinano il totale degli inquinanti dell’aria, i quali, per legge, non devono superare determinati limiti di concentrazione media giornaliera per un massimo di 35 volte durante l’anno.
Avellino, come sappiamo, ha già superato tale limite nei primi mesi dell’anno e, purtroppo, si avvia verso un record negativo di cui andare tutt’altro che fieri.
Il particolato presente nell’aria, semplificando per cercare di essere comprensibili a tutti, è una sommatoria di diversi agenti inquinanti, per cui, se la sabbia del deserto e gli altri fenomeni naturali sono impossibili da contenere, bisogna necessariamente agire su tutto ciò che è determinato dall’attività dell’uomo.
Nella giornata di mercoledì, invece, lo sforamento non è avvenuto, ma, consultando i dati orari dell’Arpa, si può notare come nel pomeriggio/sera ci siano state concentrazioni ben oltre i limiti di legge. Se osserviamo la conformazione orografica della città, la posizione dei comuni intorno e il permesso di questi ultimi verso gli abbruciamenti in campagna in determinati giorni (tra cui proprio l’altro ieri) è facilmente individuabile un problema a cui trovare una soluzione. Soluzione che non può essere trovata dalla sola città di Avellino, in cui in questo momento vige una ordinanza molto restrittiva in tal senso, ma che deve coinvolgere necessariamente i comuni viciniori che condividono e dunque influenzano la qualità dell’aria registrata.
A tal proposito, sarebbe auspicabile un potenziamento delle centraline di rilevazione della qualità dell’aria, installandone anche in altri comuni e non solo nel capoluogo, così da avere dati più puntuali e una maggiore responsabilizzazione delle amministrazioni comunali della provincia”.