Dopo l’annuncio del concerto degli Snarky Puppy (12 luglio, Anfiteatro romano di Avella – unica data al sud Italia) la seconda anticipazione del Pomigliano Jazz in Campania riguarda la “carta bianca” affida quest’anno a Daniele Sepe. Il sassofonista napoletano sarà protagonista della XXIV edizione del festival presentando in esclusiva diverse produzioni originali, a iniziare dal concerto che si terrà domenica 28 luglio sul Gran Cono del Vesuvio. Un concerto acustico al tramonto sull’orlo del cratere, sulla vetta del vulcano più famoso al mondo.
Sepe – presente con il direttore artistico del festival Onofrio Piccolo alla conferenza stampa di presentazione del progetto “Vesuvius Plastic Free” promosso dal Parco Nazionale del Vesuvio – ha anticipato il tema del live che lo vedrà protagonista, insieme ad ospiti internazionali, in una delle location più suggestive al mondo. Sarà la “battaglia del Vesuvio”, lo scontro che nel 73 a.C. vide protagonista una milizia romana comandata dal pretore Gaio Claudio Glabro e un gruppo di schiavi ribelli guidati dal gladiatore Spartaco.
E proprio la figura di Spartacus, condottiero originario dell’antica Tracia, offrirà a Daniele Sepe la possibilità di immaginare un concerto che unisca la storia epica del luogo con un meticciato musicale, caro al sassofonista, che dal jazz arriva ai balcani passando per la tradizione partenopea.
Sempre nell’ambito dei concerti della “carta bianca” previsti per questa edizione del Pomigliano Jazz, Daniele Sepe sarà poi protagonista con un secondo live che omaggerà il sassofonista argentino Gato Barbieri al quale il musicista campano ha dedicato il suo ultimo lavoro discografico “The cat whit the hat”.
La carta bianca di Pomigliano Jazz è un riconoscimento simbolico che annualmente viene conferito ad un musicista internazionale che ha così l’opportunità di realizzare concerti e performance in esclusiva, creati ad hoc per il festival diretto da Onofrio Piccolo, con la massima libertà espressiva. In passato è stata assegnata a Enzo Avitabile nel 2016, a Matthew Herbert nel 2017 e al compositore francese Louis Sclavis lo scorso anno.