Pompei, anche in estate, come mancare ad una visita? Una preghiera nel Santuario non è cosa proprio difficile, malgrado l’obbligo della mascherina.
La città di Pompei, sia che si venga da lontano, o da un paese dell’area vesuviana, è sempre un luogo che ti regala emozioni: per una dovuta preghiera di ringraziamento oppure una richiesta di grazia, al Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei (aperta al pubblico il 7 maggio 1891, H. 57 m. Architetto: Spirito Maria Chiappetta), quindi potrai concederti una passeggiata nell’area archeologica che lascia sempre senza fiato.
Prima, però, c’è la scelta tra chi ti offre qualcosa da portare con te a casa, fosse anche soltanto un magnete da applicare al frigo. Se vieni da lontano, un oggetto più importante che ti ricordi il parco archeologico o il Santuario. Federica ti regala l’immaginetta della Madonna e ti fermi a comprare. Ovviamente c’è da pensare al parcheggio, quindi, già da lontano, ti occhieggia il campanile, con gli angeli che suonano silenziosamente le loro trombe. Bar ed opportunità per colazione e pranzo a profusione e dopo la fila sotto il sole, per entrare nel Santuario è più facile di quanto sembri: organizzata bene, scivola veloce; disinfetti le mani e ti ritrovi all’interno, dopo avere scelto se confessarti (a destra), o meno. L’interno è favoloso, silenzioso, accattivante. Proibito fotografare (…), però la tentazione è troppo forte. Hai il tempo per accendere una luce, dire una preghiera di ringraziamento o esprimere un desiderio. Verso l’uscita (noti che i soliti furbi vi entrano, scansando la fila, però diciamo che forse hanno sbagliato, prendendo l’uscita per l’ingresso), c’è l’interno dell’abitazione e dello studio del Beato Bartolo Longo (1841-1926), uomo dall’esperienza di vita molto particolare, nacque a Latiano, in provincia di Brindisi, e venne a Napoli per studiarvi Giurisprudenza. Convinto che «chi propaga il Rosario è salvo», si consacrò al culto mariano e all’istruzione cristiana dei contadini e dei ragazzi, quindi diede origine, con l’aiuto della moglie, la contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, al santuario del Rosario a Pompei e alla Congregazione delle Suore che porta lo stesso titolo. È stato beatificato il 26 ottobre 1980e i suoi resti mortali sono venerati nella cappella a lui dedicata, annessa al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, laddove è possibile vedere il suo studio e il mobilio della casa dove viveva. Dopo quest’atto di fede, si potrà gironzolare per il centro con l’animo più leggero.
Naturalmente c’è il parco archeologico, straordinario patrimonio di storia e di cultura, che ci ricorda quanto possa essere pericoloso lo “sterminator vesevo” del Leopardi e il cui biglietto si può acquistare on line scegliendo la fascia oraria d’ingresso, prevista ogni quindici minuti per un massimo di 500 persone ogni quindici minuti, fino alle ore 13,00. Successivamente a tale orario l’ingresso è consentito per un massimo 300 persone per turno. E’ possibile anche l’acquisto in loco, presso le biglietterie di Porta Marina e Piazza Esedra. Ci sarà da scegliere tra due percorsi: il primo, con ingresso da Piazza Anfiteatro ed il secondo con ingresso da Porta Marina superiore.
Per pranzo, o cena, c’è la scelta sul luogo, o anche la possibilità di una “fuga” verso il Valico di Chiunzi, alla ricerca di aria di montagna.
In ogni caso, se pure, da Campano, hai più volte avuto modo di visitarla: Pompei è sempre Pompei.
Bianca Fasano.