Tutti a gridare al miracolo perchè la coroncina della Madonna di Pompei oscillava. Qualche giorno fa, accade quel che non si era mai visto. La corona del rosario, poggiata sulla testa della statua di Maria, comincia a oscillare. Un dondolio che non passa inosservato. Qualcuno lo nota e accende le polveri della devozione. «È un miracolo, un miracolo». Un segno dall’alto. Un prodigio che rimbalza sui siti, di casa in casa, attraverso la comunità.
Sulla questione invece è don Ivan Licinio, vicerettore della Basilica, a spegnere gli entusiasmi e offrire una giustificazione a tutto ciò che stava avvenendo sul Santuario . «Da ieri – scrive su Facebook – ricevo telefonate e messaggi da tutta Italia su questa cosa del miracolo della corona della Madonna di Pompei». Ben visibile sulla facciata principale della Basilica. Ma non è cosi: «Ognuno è libero di interpretare e credere come vuole, ma i fatti dicono che semplicemente si è sganciato il tirante che fissa la corona alla base della statua». Altro che intervento dello Spirito. «Per questo motivo – riprende don Ivan – il vento ha fatto oscillare la corona per un po’ fino a quando, grazie all’intervento dei Vigili del fuoco, è stato ripristinato l’aggancio».
Deludente? Pure peggio, come una profanazione per chi già svolazzava e si considerava il testimone privilegiato di un evento straordinario. Difficile, più difficile il ritorno all’ordinario per chi percepiva armonie celesti, anche se don Ivan prova a tracciare la strada: «Il vero miracolo capita quando il vento dello Spirito fa oscillare il cuore verso la conversione. Quando cambiamo vita, allora si che la Madonna è contenta». Lei si, ma i fedeli, non tutti per carità, nemmeno un po’.
«Non mi fa piacere – replica Bruna – leggere da un uomo di fede una tale, lapidaria risposta. Sono delusa, amareggiata, avrei preferito leggere che l’evento può avere una spiegazione ma è bello abbia suscitato curiosità». Ancora più tranchant Isabella: «Il caso non esiste. Tutto è voluto o permesso da Dio». Dunque, se c’è stato, e c’è stato quel dondolio, non è stato per una fatalità. Isabella non costruisce una teologia alternativa, ma non si arrende. Come Rosa: «Lei ci dice: non abbiate timore, pregate, e questo è il modo per farlo».
Nessuna intenzione di indietreggiare. Anche Cecilia punta i piedi: «Io sono stata lì in istituto quando ero piccola. La corona è sempre stata al suo posto quando c’era vento, pioggia o temporale. Quando ho visto il video mi sono venuti i brividi».