Montella, il primo e autentico convento Francescano, a Folloni, fu senza muri e senza porta: solo un Leccio. Questo è il luogo che Francesco scelse come riparo dopo il rifiuto al castello, ma, in realtà, l’albero che diede riparo al Santo fu premiato, rimanendo impressione nel cuore di quanti ancora oggi seguono il poverello. Infatti, é dalle radici del cuore che sorge la linfa per i frutti delle opere buone, questo è il miracolo che accade in questo luogo sacro. Il 2 ottobre 2014 alle ore 21.00 presso il Monastero di Folloni a Montella avrà luogo la presentazione ufficiale del Progetto Filmico e Teatrale: HUMILTATE, ideato e diretto dal regista Giuseppe Falagario. “Humilitate“, vuole manifestare la semplice e fraterna accoglienza che viene offerta a quanti passano per questo santuario. La povertà del luogo e la sua ricchezza umana e culturale, fanno di San Francesco a Folloni, un centro di crescita e di ispirazione cristiana.
l progetto si propone di diffondere, mediaticamente, lo spirito francescano, di fede, umiltà, fraternità, minorità e servizio dell’amore autentico a Dio e ai fratelli. Spirito che continua a vivere oggi, grazie alla presenza del convento.
Premesso che i frati francescani saranno i depositari e i custodi indiscutibili di questo progetto l’intenzione del regista Giuseppe Falagario è di propagare questo messaggio a tutti, con la realizzazione di filmati, non solo del territorio di Montella, ma nei vari luoghi che hanno visto il passaggio di San Francesco per portare a conoscenza di posti, testimonianze, miracoli e luoghi considerati “minori”, ma che, conservano un patrimonio di vitale importanza per l’umanità. Un atto dovuto, nei confronti di chi dedica la vita al servizio del prossimo. Esplorazione che potrà diventare un appuntamento continuo, a disposizione di chi non ha avuto la fortuna di conoscerli.
In occasione della presentazione sarà proiettato all’interno del monastero un documentario e di seguito, l’opera teatrale interpretata dalla compagnia teatrale: Vernice Fresca. Il documentario contestualizzerà il periodo storico del 1221, e con un salto nel tempo il proscenio teatrale, rappresenterà i giorni nostri. La relazione del passaggio nel tempo, vuole indicare un punto fondamentale del progetto: possono cambiare le epoche, i costumi, il sapere, la tecnologia, ma non le radici che creano gli equilibri dell’essenza umana. Ecco perché l’esistenza dei sette vizi capitali all’interno della storia e il perché della loro vitale comprensione.
Il nostro desiderio, è quello di diffondere il più possibile questo messaggio e mettere a disposizione di tutti, l’infinita gioia nel provare amore e rispetto della vita.
I Miracoli di San Francesco a Montella
Il Miracolo del Leccio
Leggenda vuole che San Francesco, giunto a Montella, chiedesse ospitalità al feudatario presso il Castello del paese. In assenza del signore, il castellano, ignaro della fama del poverello di Assisi, lo scacciò. Francesco, insieme ai suoi confratelli, si rifugiò allora nel bosco di Folloni, all’epoca infestato dai briganti, e passò la notte sotto un leccio. Quella notte nevicò abbondantemente senza sosta ma non toccò lo spazio né dell’albero, né il luogo ove i frati dormivano. Il castellano insieme a tutta la popolazione accorsero la mattina dopo, e assistito al miracolo, chiesero a San Francesco di lasciare nel luogo due frati affinché realizzassero un convento.
La Reliquia del Sacco di Pane
Si narra che nell’inverno del 1224 i frati fossero rimasti bloccati dalla neve nella chiesa nel bosco infestato dai lupi. Stavano per morire di fame, quando sentirono bussare alla porta, dopo aver aperto trovarono un sacco pieno di pane con il contrassegno dei gigli di Francia. In quel momento Francesco d’Assisi era alla corte di Luigi VIII, e leggenda vuole che il santo avesse affidato agli angeli il pane per i suoi frati, chiesto per carità al re.
La tela del sacco fu conservata per tre secoli come tovaglia di altare. Nel Cinquecento cominciò ad essere spezzettata e distribuita come reliquia a diverse chiese e ai fedeli. Dopo la soppressione francese del convento, la reliquia fu trasferita nella Chiesa Madre di Montella. Nel 1828, dopo la riapertura del convento, il vescovo di Nusco decise che la reliquia fosse divisa tra la Chiesa Madre di Montella e quella di San Francesco. Nel 1998, Frà Agnello Stoia riuscì a ritrovare gli ultimi frammenti del sacco, tra la soffitta del convento e la Chiesa Madre di Montella. La reliquia è oggi conservata in un reliquiario realizzato appositamente e collocato nella Cappella del Crocifisso, a destra dell’altare della chiesa.
Miracolo di Montemarano
Cosiddetto dal titolo dell’affresco di Giotto, Assisi, Basilica Superiore, transetto destro: una nobildonna di Montemarano, figlia spirituale di San Francesco, era morta senza aver potuto parlare con il santo. Il santo, che era in viaggio per il pellegrinaggio verso Monte Sant’Angelo (grotta di San Michele), trovandosi dalla morta, la risuscitò. Poté così parlare con il suo direttore spirituale, e poi “morì di vecchiaia” successivamente… Questo miracolo è la conferma che San Francesco è almeno passato per il convento. Ma tradizione vuole che il convento sia stato fondato proprio da San Francesco.
La Fontana del Miracolo
A Nord-Ovest del convento sempre nel bosco di Folloni, si trovano i ruderi della Fontana del Miracolo. Si narra che Francesco, di ritorno dalla Puglia, si fermasse nuovamente a Montella, quando già era stato realizzato il primo nucleo del convento. Essendo torbide le acque del fiume Calore, per dissetare gli operai, fece sgorgare ai piedi di un cerro secco una sorgente di acqua limpida, sulla quale fu successivamente edificata la fontana. Della fontana non restano oggi che due lati delle mura e la pavimentazione.