
di Antonio Vecchione

L’entusiasmo traspare evidente a ogni sguardo. Ciascuno si ritaglia lo spazio a sua misura, in armonia con gli altri: parco giochi bambini, con scivoli, altalene o percorsi sospesi, campetto per il calcio, pista per pattinaggio. E’ una soddisfazione per noi vecchia generazione rilevare questa sana convivenza e frequentarla per godere di quiete, pace e tranquillità passeggiando tra i viali o prendendo il fresco seduti su panchine o una bibita allo chalet ombrato. Una comoda immersione nella natura a pochi passi dalla piazza centrale di Baiano, dove si impara a socializzare nel rispetto degli altri ed a comportarsi civilmente. In questo scenario vivace e ridente, dove si respira la bellezza delle atmosfere solidali della comunità, oggi una ulteriore prova del valore dei nostri giovani, che sanno mettersi a disposizione della collettività. A cura del movimento di Azione Cattolica giovanile e del Forum Giovani, è in fase di ultimazione il progetto artistico di Mariassunta Petraglia: “Sporcarsi le mani per costruire la PACE”.

Grazie a Margherita e Francesca Masucci, Domenico Alaia, Pasqualina Candela, Nicolas Rizzo, Enzo Crisci, Carlotta Colucci, Giovanna Varretta e a tutti i giovani impegnati in questo progetto. Concludo confermando la mia fiducia per i giovani di Baiano che si distinguono per intelligenza, qualità e lungimiranza.
Il futuro della nostra comunità è in buone mani e spero che questa opera realizzata abbia una lunghissima vita, non solo come testimonianza artistica di una generazione di eccellenza ma anche per evidenziare la continuità storica del patrimonio di valori di questa comunità. Questa celebrazione della PACE, infatti, mi rimanda a un altro evento artistico del lontano autunno del 1984: nella corte comunale si tenne una straordinaria rassegna artistica, denominata “Amorarte 84”.

Non si trattava della solita rassegna celebrativa di artisti più o meno famosi, ma una vera e propria festa di partecipazione alla sensibilità artistica. La finalità era ambiziosa: stimolare ed incoraggiare le persone semplici a presentare le loro opere, come espressione del loro sentire, valorizzare gli aspetti creativi e originali in ogni umana attività, anche la più normale, coinvolgere ed emozionare il pubblico, promuovere nella comunità l’amore per l’Arte, in tutte le sue forme. La testimonianza più limpida, sul piano artistico e di valori umani, lasciata in quei giorni all’interno della corte comunale fu il murales “Dono alla PACE”.
Dopo un estenuante mese di lavoro, Luigi Falco e Pina Acierno, i due generosi autori, consegnarono l’opera senza chiedere alcun compenso. Chiarissimo il messaggio del capolavoro, unificante delle diverse espressioni culturali all’interno di una casa comune: un omaggio alla Pace, intesa non soltanto come assenza di guerra, ma come condizione dello spirito, armonia totale tra i vari mondi, non solo tra gli uomini, ma anche tra questi e la natura.
Un’opera che non meritava, come fu, di essere cancellata da decisioni caratterizzate da ignoranza di civili rapporti, assoluta insensibilità e rozza ingratitudine. Lasciarla nella memoria della comunità mi appare un dovere morale nei confronti della foltissima schiera di giovani che allora si impegnarono nell’organizzazione.
