di Gianni Amodeo
Testimonial della manifestazione, dedicata alla memoria di Galante Colucci, cultore di storia locale e uomo di sport sul versante – ciclismo da agile velocista e passista, saranno i classici Mai d’ Argento, le artistiche composizioni in legno e lamina d’acciaio, raffiguranti il bel chiomato e vigoroso Castagno, simbolo parlante dell’Appennino e icona dei boschi del paesaggio montano che incornicia la Valle dell’ Alto Clanio, essenziale fulcro di quell’economia del legno che con l’ agricoltura ha costituito nel corso dei secoli la fondamentale ed esclusiva fonte di lavoro e produzione per le comunità locali, con un ragguardevole ventaglio di filiere specialistiche nei settori e nei mestieri più disparati. Sono i testimonial, che attesteranno i pubblici riconoscimenti d’ onore e merito, destinati ai testi e alle produzioni nelle cui valenze ispiratrici e di contenuto s’identifica lo spirito dell’originale kermesse socio– letteraria e di arti visive, indetta e organizzata dall’ Associazione Maio di Santo Stefano e dal Circolo socio– culturale L’ Incontro, d’intesa con le Pro Loco del territorio, nonché il Gruppo archeologico Amedeo Maiuri, e che, a metà maggio, approda al sesto appuntamento sulla scia del crescente successo di partecipazione e consensi, con cui le precedenti edizioni sono state accolte e vissute dalle Scuole del territorio. E, a far d’ambientazione, sarà la storica dimora di Casa Mattis, nel cuore del centro storico cittadino, a Quadrelle. E’ una scelta di chiaro profilo simbolico, per tutto ciò che il Settecentesco complesso rappresenta nel contesto locale con la sobria armonia delle sue linee architettoniche, ma soprattutto alla luce della dimensione culturale e civica, incarnata da Andrea Mattis, figura cardine dell’illustre famiglia che onora la storia della piccola comunità locale per le idealità laiche e liberali, di cui si fece alfiere nell’ ’800 risorgimentale ed unitario, coniugate con la dedizione umanitaria nell’esercizio della professione medica.
Una scelta della civica amministrazione, guidata dal sindaco Simone Rozza, particolarmente sensibile e di larga disponibilità nell’accogliere le istanze delle Associazioni impegnate nell’organizzazione dell’impegnativa kermesse, che fa leva sul volontariato civico.
“ Siamo ben lieti di accogliere il Premio Galante Colucci per il conferimento dei Mai d’ Argento, collegati con la tornata del 2025 – ha dichiarato il sindaco di Quadrelle, professore Simone Rozza, presidente di turno dell’ Unione intercomunale della Valle dell’ Alto Clanio. E’ una manifestazione- ha evidenziato-che va sostenuta per i principi e le istanze, a cui è improntata per la visione, orientata sulla valorizzazione del territorio, rendendone protagoniste le giovani generazioni, coniugando il passato con il presente, per guardare al futuro con fiducia. Un cammino da seguire, in cui scuole, istituzioni, famiglie, associazioni e volontariato hanno un ruolo importante di sostegno. Lo spirito di cooperazione è di fondamentale importanza nel fronteggiare le sfide sociali dei nostri giorni. Il Premio Galante Colucci – ha concluso Rozza– è un bel passo che si compie in questa direzione”.
Di sicuro e stimolante interesse cognitivo si profilano, i percorsi tematici che formano la mappa concettuale elaborata dal Comitato promotore e proposta alle ragazze e ai ragazzi, che, con le loro attitudini di scrittura, creatività e capacità di produzione inventiva animeranno la kermesse, nelle cui finalità primarie si collocano le iniziative e le attività, in grado di favorire il confronto tra le giovani generazioni nella libera circolazione delle conoscenze e delle idee, per concorrere attivamente a sviluppare il futuro dei territori e della loro storia sociale. E’ la mappa, che, nel farsi specchio della realtà, contempla, in prima battuta, il racconto evocativo dei mestieri, in virtù dei quali, fino a circa un secolo fa, utilizzando il legno di castagno, proveniente dai boschi dei Monti Avella e stagionato al meglio, si allestivano con rinomata e collaudata tecnica artigianale carri e traini, le professionali vetture – cocchio, assimilabili alle diligenze stile … far west, i calessi e le caratteristiche carrozzelle, variegata compagine di solidi e pittoreschi veicoli a trazione animale con cavalli, funzionali alla rete della mobilità strettamente locale, tarata per alcune decine di chilometri di itinerario su strade mal messe, per di più in terra battuta, mentre erano rare quelle con pavimentazione in asfalto.
Erano veicoli, strutturati a regola d’arte e di pratico impiego, adibiti ai piccoli commerci di venditori ambulanti per i mercati settimanali, incluse le forniture per i generi di monopolio statale, come sigarette e sale, e per esigue percorrenze di lavoro, del tutto rispondenti in larga misura alle esigenze sociali di comunità abituate all’autoconsumo dei prodotti orticoli, forniti dai terreni condotti in fitto; comunità, sostanzialmente segnate da condizioni di arretratezza socio- culturale con stagnazione economica diffusa e irreversibile, quasi … naturale, ma, in realtà, ancorata alla grande proprietà terriera, parassitaria e spesso vessatoria così come traspare nelle clausole di contratti di fitto, specie nella componente economica con canoni in denaro esosi. Era la mobilità, quella accennata, praticata su aree di pianura e con ridotti dislivelli, che sui sentieri e tracciati montani, per il trasporto del legname, fascine e derrate alimentari era resa praticabile, grazie all’ utilizzo di muli e asini con o senza i basti contenitori; raramente si ricorreva ai buoi. E su questa traccia torna utile rilevare la portata dell’ interazione, che attingeva spesso l’empatia, che si realizzava tra uomo– conducente e animali– da– trazione. Un vincolo di vita.
In realtà, la mobilità locale, in tutte le varianti di trazione animale, avrebbe fatto registrare importanti integrazioni e potenziamenti con la messa in esercizio, sul finire dell’’ 800, delle tratte ferroviarie della Circumvesuviana, ramificate su larga scala in pianura, a servizio dell’attuale intera area metropolitana di Napoli, connettendosi con l’ area sarnese e con l’ area dei Comuni dell’Unione della Valle dell’Alto Clanio. E le aree di pertinenza delle stazioni– Circum, specie le più frequentate, divennero anche aree di servizio per la mobilità che fornivano le vetture– cocchio, i calessi e le carrozzelle, con trazione assicurata da coppie, o anche più, di cavalli, per località e città non toccate dalla Circum. Ed in linea di continuità sarebbe stato di maggiore integrazione e consistenza, il crescente utilizzo delle Quattro ruote nei primi decenni del XX secolo, con la storica esemplificazione riconducibile all’inconfondibile modello, griffato Balilla, mentre a Torino la Fiat raddoppiava gli stabilimenti e l’ingegnere Romeo, originario di Acerra, realizzava a Milano il progetto dell’ Alfa – acronimo di Anonima lombarda fabbrica d’auto – Romeo.
La modalità– ferroviaria e la modalità– su gomma si affermeranno in progressiva espansione negli anni del secondo dopo- guerra, consolidandosi e innovandosi, in virtù dello sviluppo tecnico- tecnologico senza soluzioni di continuità, che nel nostro tempo fugace si declina con le rapide soluzioni fornite dalla Meccatronica e dall‘ Intelligenza artificiale. E con questo … passo, la mobilità mobile a trazione animale, non risponde più alle esigenze comuni per i radicali cambiamenti sociali, né esercita appeal e resta relegata nei mesti ricordi di coloro che l’hanno … conosciuta, o in foto più o meno sbiadite che nessuno o pochi guardano. E, d’altro canto, pur costituendo la modalità ferroviaria il modello del Buon viaggiare rasserenante, anche ad alta velocità, in conciliazione con letture e studii, a prevalere sia pure di misura nelle …. correnti abitudini nostrane, sarà la motorizzazione di massa, per la modalità su gomma, grazie all’ampliamento della rete stradale, di cui assurge a simbolo d’efficienza e buona manutenzione l’ Autostrada del Sole, costruita in tempi- record, con tre mesi addirittura di anticipazione sul crono programma di consegna definitiva dell’opera. Ma quelli erano gli anni del boom economico, quelli, per intenderci, dell’ ottimismo sociale, una volta fugati i disagi e l’inettitudine dell’immediato dopo- guerra; anni di ottimismo, che avrebbero proiettato l’ Italia, europea ed europeista, essenzialmente filo – atlantica, nell’orbita dei Paesi manifatturieri per eccellenza nel sistema– mondo, dispiegando un robusto e pervasivo tasso di sviluppo industriale. Era l’ Italia del fare e del lavorare, che rifuggiva da salottieri piagnistei e pretese schizzinose, e , che tra il 1947 e il 1964 toccherà l’apice dello sviluppo, pienamente integrata nell’area dei Paesi occidentali meglio governati sul piano economico e socio–produttivo.
Ma questo è il filo di discorso che racconta un’Italia protesa verso la modernizzazione, con volontà di crescita nel progresso e nell’evoluzione civile e sociale. Un filo di discorso, ben diverso dalle ridotte traiettorie di modesta portata nella mobilità locale del passato, alla quale, tuttavia, nei nostri giorni fa da contrappunto la super- velocità che raggiungono i mezzi di trasporto, in tutte le modalità infrastrutturali praticabili, sempre più efficienti e affidabili in sicurezza, da quelle ferroviarie a quelle su gomma, da quelle aeree a quelle navali con prestazioni che quasi azzerano … tempi e distanze, rendendo sempre più congestionato il mondo presente, quasi fosse un piccolo villaggio.
C ’è altro ancora, a far da banco di prova e impegno nella mappa concettuale dei Mai d’ Argento 2025. Ed ecco, in forma relativamente provocatoria, spiccare la rappresentazione delle esperienze tecno- scientifiche di Guglielmo Marconi e di Elon Musk, per quanto estranei siano l’ uno all’ altro per stili e scelte di vita; una rappresentazione che si connette con gli orizzonti dell’ Intelligenza artificiale e la sua straordinaria portata di innovazione e progresso scientifico, per non dire del cinico robot– soldato e dei droni dal bersaglio sicuro di morte e in distruttività. E senza tralasciare i volteggi narrativi di Asimov e la generale affabulazione seducente della letteratura fantascientifica.
Sono percorsi tematici che ragazze e ragazzi potranno tratteggiare e focalizzare come meglio considereranno opportuno, con ri-elaborazioni e visioni strettamente personali o di gruppo o di comunità di classe, affidandosi ai moduli espositivi, così come sono fissati dal Regolamento della manifestazione; moduli espositivi che prevedono l’elaborazione di saggi brevi, docu – film, reportage fotografici, testi giornalistici, poesie ed interviste con personalità ed esperti nei campi d’interesse conoscitivo prescelti.