Da quando ho ricevuto l’onore di divenire dirigente scolastico dello storico Istituto “Leone-Nobile”, ho avuto modo di vivere un po’ delle mie giornate nel plesso succursale, sito proprio a viale Garibaldi all’interno del complesso denominato GESCAL.
Mi sono incuriosito ed ho passato al vaglio la toponomastica e mi sono accorto (con piacere) che essa ricostruisce il periodo storico definito Risorgimento Italiano: Piazza Pisacane, Via Rossini, Via Silvio Pellico, Via Nino Bixio, via F.lli Bandiera, ecc..
Denominazioni che ci portano con la mente ad un contesto sociale che “deve risorgere”, visto che la GESCAL per i Nolani è definita la “periferia”.
Mi informo sui servizi presenti e verifico se vi fossero punti di aggregazione per giovani ed anziani, circoli sportivi o politici, servizi sociali o comunali, biblioteche o info-point e mi giunge una risposta esplicita: BOH!
Mi sorprendo nel sentirmi dire che si “sarebbero insediati” uffici dell’Università Parthenope, mi compiaccio della presenza di punti commerciali, ma cosa centra tutto questo con un programma ed un progetto denominabili politiche sociali?
Le periferie sono virtualmente avvicinate “al centro” creando migliori condizioni di vivibilità, di territori inclusivi, ma tutto questo la GESCAL non ha.
Poi mi soffermo su una inaccettabile assenza: un luogo di ritrovo per la liturgia feriale e domenicale.
A questo punto alla domanda con cui richiamo l’articolo, vorrei che mi rispondessero il Sindaco di Nola ed il Consigliere Delegato alla GESCAL per informarmi meglio su ciò che non ho visto e su quello che c’è!
A me sembra essere sempre poco!
Vincenzo Serpico