di Gianni Amodeo
Andrà tutto bene, è il romanzo pubblicato nel 2020 che racconta le struggenti e coinvolgenti vicende di Lorenzo e Sofia, chiamati a misurarsi e a superare mille traversie e difficoltà, per coronare il loro sogno d’amore, facendo leva su quella forza d’animo e quello spirito di tolleranza che, tenaci e indomabili, sono peculiari dell’età giovanile. E’ una complessa trama, a cui il ben calzante titolo conferisce compiutezza di senso, ispirato com’è dal post-it che cominciò a diffondersi in Lombardia nei primi mesi di due anni orsono, quando l’aggressività della Sars–Cov–2, tra le chiavi di registro della narrazione, colpì con serrata durezza e incalzante continuità le comunità dell’area bergamasca, toccando in vertiginosa e costante immediatezza picchi crescenti, per propagarsi sull’intero territorio nazionale, innestandosi negli scenari della più estesa e devastante dimensione planetaria, scaturita dai focolai di dilagante virulenza insorti per la prima volta nei territori di Wuhan, in Cina, sul finire della stagione estiva del 2019.
Era il motto – quello espresso nel post-it e ravvivato nel romanzo dalla storia di Lorenzo e Sofia-, che divenne il simbolo espressivo di lunghi tratti di quell’anno, tanto da essere anche intonato e ritmato in chiave musical-canora su balconi e terrazze di città, piccoli paesi e borghi, quale auspicio e desiderio di vita. Un viatico d’incoraggiamento che si diffondeva, quasi ad esorcizzare i drammi e le molteplici angustie emergenziali sia sanitarie che socio-economiche, che l’implacabile coronavirus veniva imponendo senza concedere alcun tregua, nell’alternarsi tra brevi e lunghe restrizioni, con costrizioni di vario genere, svilendo e annullando ogni forma di relazione e socialità, fino ad abolire e ridimensionare la stessa sacralità dei funerali. Era un monito – Andrà tutto bene– di fiduciosa speranza verso il futuro e, al contempo, un’esortazione consolatoria, a fronte di una tragedia imprevista ed imprevedibile sotto tutte le latitudini, in cui l’umanità si ritrovò, d’improvviso e a sorpresa, nelle fragilità e nei limiti che da sempre ne costituiscono l’essenza e la natura, ma che spesso preferisce ignorare o eludere con ingannevole auto-lesionismo, inseguendo sciocche smanie di potere e miti di grandezza vuoti di senso.
Il filo della memoria è il romanzo pubblicato nel 2021, anno di ancora perdurante pandemia, ma anche, per dir così, anno d’interregno, durante il quale si sono venute dispiegando le perentorie e efficaci risposte sanitarie di vasta e capillare scala internazionale delle campagne vaccinali anti–virus; un anno d’interregno che, a sua volta, costituisce l’asse di collegamento tra i mesi di lockdown del 2020 e l’anno in corso, in cui il Covid–19 e le sue varianti in fase di regresso sembrano evolversi verso la rassicurante dimensione epidemica, specie nelle aree in cui le vaccinazioni hanno coperto la larga maggioranza delle popolazioni. Ed è proprio l’ambientazione pandemica, a far da occasionale, ma per nulla secondario, sfondo al racconto de Il filo della memoria, al cui centro è la vicenda di Liliana Ferrante; una vicenda avvolta da lunghe ombre e misteri pluridecennali, su cui puntano a far luce l’inappuntabile e accorto investigatore dalla fine intuizione, qual è il commissario Carmine Savastano e il suo fidato collaboratore ch’è il professore Felice Festa, un campione d’intelligenza. Una storia tutta da leggere, per coglierne il senso …
Andrà tutto bene e Il filo della memoria sono le opere più recenti della narrativa di Francesco Sepe, che fanno parte del ciclo delle Cronache marcianesi, che richiamano un fantomatico Marciano, nel cui spaccato di quotidianità e di piatto conformismo, qual è caratteristico di tanti microcosmi paesani del Sud, l’autore innerva trame e racconti. Un ciclo di romanzi, in cui Francesco – Ciccio, per famigliari, amici, conoscenti e la vasta schiera di colleghi impegnati nel pianeta Scuola- Sepe, si esprime con disinvolta versatilità di scrittura e vivace ricchezza lessicale, rivelando profondità d’acume, vera connotazione del genere poliziesco, versante noir, così com’ nelle sue corde intime e genialità inventiva; un ciclo, di cui le altre perle narrative hanno per titolo, Il signore dei miracoli, Il falco pellegrino, La Bocca dell’Acqua.
Andrà tutto bene e Il filo della memoria saranno al centro del Forum, in programma, sabato- 30 aprile,ore 18,00– nella Chiesa parrocchiale di Maria Santissima delle Grazie. Tema dell’evento, Due passi nella paura. La pandemia nei romanzi di Francesco Sepe, con gli indirizzi di saluto che saranno dati dal sindaco Eduardo Rubinaccio e dal parroco don Vito Cucca e dal presidente della Pro Loco,l’avvocato Michele Santaniello, mentre letture selezionate dai due romanzi saranno proposte dall’attore Nicola Le Donne, dall’attrice Angela Grasso, dall’avvocato Salvatore Grasso e dal dottor Mario Campanile. Punti di riflessione, saranno sviluppati dal professore Ottaviano Siniscalchi e dal professore Bruno Donnarumma, con le conclusioni dell’autore e l’intermezzo musicale classico della soprano Maria Sepe.
Coordina il Forum, la dott.ssa Elisabetta Ronga. Il supporto tecnico-logistico è di Radio Star, la storica emittente del territorio.