Il 17 Aprile 2016 dalle ore 17 alle ore 23 si terrà il Referendum sulle attività petrolifere in mare (l’articolo 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”) circa l’abrogazione di una norma che stabilisce che le concessioni petrolifere durino fino all’esaurimento del suddetto giacimento.
Abrogare significa “Revocare, annullare” dunque: se si risponde “Sì” significa che si vuole che allo scadere dei contratti cada anche la concessione, quindi la legge viene annullata, mentre rispondendo “No” la legge non subirà alcuna modifica.
Il Referendum contro le trivellazioni in mare proposto da 9 regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania, Molise) è stato approvato lo scorso 19 Gennaio dalla corte costituzionale incontrando il favore di diversi comitati ed associazioni ambientaliste, come il movimento No Triv e Greenpeace. Greenpeace ha espresso a gran voce la sua opinione reputando le trivelle una grave minaccia per i nostri mari, nonché “un indirizzo energetico insensato, che condanna l’Italia alla dipendenza dalle fonti fossili.” Il movimento No Triv, invece , promuove un nuovo sistema energetico e socio-economico fondato sulla sostenibilità del sistema delle trivellazioni, considerato invasivo e particolarmente dannoso per l’ambiente.
Anche Legambiente ha denunciato più volte la pericolosità dei sistemi di trivellazione, riferendosi, soprattutto all’impatto delle tecniche di ricerca petrolifera, nociva per l’ecosistema marino e sul pericolo di un sistema energetico basato su energie fossili. Sono invitati alle urne tutti i cittadini aventi compiuto il 18 anno di età. Per essere valido devono andare a votare il 50% degli aventi diritto al voto e deve essere raggiunto un quorum come previsto dall’articolo 75 della costituzione. Annarita Franzese