VALLO DI LAURO–NOLA, TRA GLI ITINERARI DI VALORIZZAZIONE DEI TERRITORI. I FONDI AI COMUNI STRUTTURATI IN UNIONI–DISTRETTO CON IDEE PROGETTUALI DI QUALITA’
di Gianni Amodeo
E’ un asse di connessione geografica naturale e diretto, quello che, sulla distanza di una decina di chilometri, rapporta il Vallo di Lauro – formato da sette Municipalità per un popolazione complessiva di circa 17 mila abitanti- e Nola. Un asse non solo di stratificata e diffusa comunanza di carattere storico e socio-culturale, ma anche di ordine giurisdizionale-amministrativo fino al 1861, l’anno della proclamazione dell’Unità nazionale, avendo fatto parte della grande provincia di Terra del Lavoro nell’ordinamento del Regno delle Due Sicilie, senza tralasciare la bimillenaria appartenenza alla Diocesi di San Felice e San Paolino, tra le prime della cristianità cattolica. E’ l’asse che attraversa uno spicchio delle aree interne pianeggianti della Campania, baricentrico alle province di Avellino, Salerno, Napoli e Caserta e snodo basilare dei collegamenti assi viari, autostradali e ferroviari del Sud.
E proprio lungo la traiettoria che collega le Municipalità del Vallo e la Città nolana corre uno degli undici Itinerari definiti dall’amministrazione regionale della Campania, per dare concreta attuazione al Progetto Cultura 20\20, la cui ideazione ed impostazione si deve a Sebastiano Maffettone, filosofo e già titolare di cattedra in varie Università italiane ed estere, attualmente direttore e docente del Dipartimento di Scienze politiche della Luiss–Guido Carli a Roma ed impegnato attivamente nella funzione di consigliere per la promozione e l’organizzazione delle iniziative e attività culturali del presidente della Regione-Campania, Vincenzo De Luca. E’ un Progetto, la cui idea–guida, in aderenza ad una visione organica della realtà regionale, è stata presentata in modo informale da Maffettone al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ikl 20 gennaio; idea–guida, che allo stato presente viene immessa sulla corsia operativa con l’articolazione degli undici Itinerari, configurati proprio dall’amministrazione regionale e formalmente costituiti con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Campania di qualche settimana fa.
L’idea–guida, che declina i principi dell’Economia generata dalla Cultura e dagli eventi con cui viene diffusa e fatta circolare, è ispirata dalle ragioni prioritarie da conferire alla valorizzazione proprio del patrimonio culturale regionale, inteso in tutta la variegata e ricca gamma dei beni materiali e immateriali, con cui si connota. Una gamma, i cui profili evidenziano larghe potenzialità di crescita tali da costituire in prospettiva una sicura e considerevole “leva per la cultura, il turismo, il progresso economico e sociale della Campania, delineando un unico, grande distretto culturale”. Il prospetto degli Itinerari che attraversano i territori regionali, n’è una testimonianza significativa, facendo proprie le esigenze di un rapporto equilibrato e di armonia tra aree interne e aree costiere, per ancorarsi agli attrattori di consolidata valenza nazionale e comunitaria, tra i quali hanno una specifica rilevanza quelli identificati con i sigilli di riconoscimento–Unesco che ne fissano l’alto indice di credenziali in ambito internazionale.
LE RISORSE ECONOMICHE PER LA PROMOZIONE DEI TERRITORI
La dotazione economica del Progetto è pari a 20 milioni di euro. Una dotazione decisamente considerevole, il cui riparto sarà fatto con criteri innovativi e sostanzialmente mirati su idee, da tradurre in di attività ed iniziative di adeguato e affidabile respiro tematico che non siano soltanto aderenti alle realtà e alle vocazioni dei territori degli Itinerari, ma siano anche e soprattutto rappresentative della capacità di programmazione e di responsabilità gestionale dei Comuni nel sapersi coordinare tra loro, attuando i princìpi della coesione sistemica, strutturandosi in Unioni, a cui corrispondono i Distretti innervati appunto dalla mappa degli Itinerari.
Sul punto Sebastiano Maffettone è chiaro ed esplicito. “Noi procediamo in funzione dei Comuni che si organizzano per Distretti. I Comuni- ha affermato- si devono sforzare di trovare un’idea, che sia l’anima del progetto di un Itinerario culturale tematico, a cui si accompagnino anche ricadute di ordine turistico. Sotto questo aspetto, il modello organizzativo dell’Unione dei Comuni scompagina- ha aggiunto- un po’ le logiche abituali, crea net work e vuole contrastare il criterio dei finanziamenti a pioggia erogati senza criteri e finalità di media e lunga prospettiva. Prima il Comune amico chiedeva aiuto all’amico- ha spiegato con estrema semplificazione- ottenendo i soldi per questo o quell’evento o sagra. Noi, ripeto, vogliamo premiare i Progetti di iniziative che siano di prestigio e di valorizzazione dei territori, con il diretto, responsabile coinvolgimento dei Comuni in grado di formare un sistema vivo e funzionale di attività e manifestazioni, che suscitino interesse diffuso e siano portatrici di valore aggiunto”.
E’, in sostanza, l’indicazione del metodo, per il quale se – è di primario risalto il condizionale– le idee–di–progetto sono significative per l’articolazione, la caratura di spessore e gli obiettivi dei contenuti tematici si aprono gli accessi alle risorse finanziarie rese disponibili, per rendere concreti e praticabili gli Itinerari di Cultura 20\20. Se, invece, i contenuti tematici, sono di fragile impostazione e riproducono schemi abitudinari, gli accessi restano chiusi. Più che una sfida, è di tutta evidenza che alla base di Cultura 20\20 si pone un impegno da assumere con responsabilità e che interpella direttamente le amministrazioni comunali, sollecitandone l’attitudine a volare alto, sia con la congruità delle conoscenze e competenze sia con la capacità di ideazione, restando aderenti alle identità dei territori e ai loro patrimoni culturali. Non c’è spazio per la superficialità e la faciloneria.
SGUARDO PARZIALE ALLA MAPPA
Occhio, intanto, alla mappa di Cultura 20\20, ma in modo parziale.
Per l’Itinerario sull’asse Vallo di Lauro– Nola sono previste risorse pari a 800 mila euro. La Festa eterna della città nolana è l’elemento trainante e caratterizzante dell’Itinerario, essendo parte integrante della rete delle Grandi macchine scenografiche a spalla che rappresentano un aspetto fondamentale della cultura folclorica dei popoli e della civiltà dell’ Area mediterranea e che dal 2013 fanno parte del patrimonio immateriale dell’umanità sotto l’egida tutelare dell’Unesco; rete, che include anche città di storia millenaria, quali sono Viterbo, Sassari e Palmi Calabro, con le nobili tradizioni della Macchina di Santa Rosa, della Faradda de li candelieri e della Varia. Ad arricchire e a dilatare l’orizzonte del sito tematico della Festa eterna, c’è anche il cospicuo patrimonio dei beni culturali che vanta la città nolana, in cui spiccano, tra gli altri, l’Anfiteatro romano, Il Museo con Pinacoteca di via Cocozza e il Parco archeologico di via La Rocca, il Borgo di Cicala con l’omonimo diroccato Castello di età longobarda.
Sul versante lauretano, tra i beni di interesse storico-archeologico e architettonico, sono degni di attenzione il monumentale complesso ecclesiale dedicato a Maria Santissima Assunta in Cielo – in quel di Pernosano a Pago del Vallo di Lauro- risalente al Basso medio-evo e interessato una decina di anni fa da eccellenti opere di restauro integrale con il pieno recupero della sobria armonia d’origine costruttiva, l’imponente e maestoso Convento di San Giovanni in Palco, a Taurano, e il Castello Lancellotti, in buon stato di conservazione e manutenzione, cuore di eventi e manifestazioni, a Lauro.
Il capitolo del sapere filosofico e scientifico, che potrebbe- o dovrebbe- essere assunto quale emblema dell’Itinerario, si riempie e ridonda del pensiero e dell’azione di Giordano Bruno e Umberto Nobile, uomini di età diverse e lontane tra loro, ma anche forti testimonianze di vita vissuta; testimonianze che hanno segnato-e segnano- in profondità il cammino dell’umano incivilimento per l’esemplarità di cui sono portatrici e che parlano alla coscienza del Terzo Millennio.
Di rilievo spiccato, si configura l’Itinerario di Napoli. E’ di quattro milioni di euro l’investimento previsto e contempla la valorizzazione dei siti con tutela–Unesco sia del Centro storico della città partenopea che delle Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata. Di un milione e duecento mila euro è, invece, l’importo riservato all’ Itinerario del Cilento e del Vallo di Diano. E’ il contesto che esibisce i siti archeologici di Paestum Velia con il Parco di Elea – la straordinaria e splendida location dei Festival della Filosofia e del Teatro antico, eventi di grande richiamo e che rappresentano una novità nel Sud, diversamente dal Nord, in cui manifestazioni del genere non sono un’eccezione- e della Certosa di Padula, con il sito tematico del sigillo-Unesco conferito alla Dieta mediterranea, la cui importanza è emersa con gli studi scientifici sviluppati proprio nel Cilento.
Sono Itinerari– tutti gli altri sono analoghi per valenza- che rispondono ad una chiara e coerente visione di insieme. Il banco di prova e verifica, naturalmente, sarà costituito dai fatti. La linea tracciata ha già un senso direzionale ben leggibile. E non è poco.