“La Legge 14 gennaio 2013 nr. 4 <<Disposizioni in materia di professioni non organizzate>> ha introdotto il principio del libero esercizio della professione fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica del professionista, applicando le direttive europee sulle professioni non organizzate in ordini o collegi. Per venire incontro a queste esigenze è stato istituito il Registro Professionale Europeo degli Specialisti in Servizi di Sicurezza, Prevenzione e Protezione, volto a promuovere una rete informatica tra gli associati che permetta una connessione veloce, efficace e costante che assicuri uno scambio di informazioni adeguato ai bisogni culturali e professionali del professionista”.
E’ quando dichiara il Dott. Nicolò Maria Acone, coordinatore nazionale gruppi di lavoro “Registro Professionale Europeo” degli specialisti in servizi di sicurezza, prevenzione e protezione, in vista del convegno che si terrà giovedì 26 gennaio, con inizio alle ore 15 presso il Movieplex a Mercogliano sul tema: “Registro professionale Europeo: porta telematica di formazione, etica e sbocchi occupazionali. Attualità e futuro di un nuovo sistema globalizzato”.
“Il Registro Europeo offre, dunque, un duplice vantaggio: da un lato per il professionista che grazie al network, otterrà un aggiornamento continuo avendo sempre a disposizione i contenuti che sono richiesti per lo sviluppo e per lo svolgimento della sua carriera professionale, sia in Italia che in Europa, dall’altro lato per le Aziende, che avranno il vantaggio di avere un albo costantemente consultabile ed aggiornato, pronto a offrire in modo veloce e sostanziale la competenza specifica richiesta sia in ambito nazionale che europeo”.
Sull’importanza del “Registro Professionale Europeo” interviene la dott.ssa Anna Borrasi, responsabile rapporti esterni del Registro Professionale Europeo, per sottolineare che “…il principio ispiratore è fondato sull’equilibrio dell’economicità, dell’efficienza e dell’efficacia quali valori inalienabili per finalizzare la risorsa umana, culturale ed economica odierna. E’ così evidente che era giunto il momento di <<professionalizzare>> le nuove professioni con un atto concreto mosso da una politica comune che ha come mission il raggiungimento di elevati parametri qualitativi del professionista nell’esercizio della professione, sia nel pieno rispetto dell’etica e della morale che nel pieno rispetto della legge. I nuovi albi professionali europei, dunque, grazie al cyberspazio di internet, al network europeo e mondiale atemporale e capace di abbattere ogni barriera logistica, sono dunque accessibili da tutti, sempre aggiornati e capaci di moltiplicare le possibilità di visibilità e di opportunità lavorative per il professionista”, conclude la dott.ssa Borrasi.